Capitolo 28

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<<Andiamo a prendere da bere?>>

<<Volentieri>>

E così decidiamo di prenderci un jugo de piña veramente alcolico. Improvvisamente sento uscire dalle casse, le note di Bailando, così prendo il mio cocktail con me <<è la mia canzone preferita!>> esclamo eccitata e corro in pista, ballando con le altre ragazze. Erik mi guarda, osserva ogni mio movimento, ogni mia onda con il mio corpo. Il mio flirtare con il mio corpo, le mani che sollevano i capelli e vi passano attraverso, i sorrisi ed i sospiri. Verso la fine della canzone Erik si avvicina a me e mi prende per mano. 

<<Vieni con me>> mi dice. 

So cosa sta per succedere. Siamo entrambi alticci, per via di quei cocktail molto, direi moltissimo, alcolici, ci piacciamo, perciò so cosa sta per succedere. E sinceramente me la sento, voglio che succeda, anche perché molto probabilmente non lo rivedrò più, e anche se dovessi magari potrebbe nascere qualcosa tra di noi, di speciale. Così con il sottofondo della musica proveniente dalla festa mi porta verso il suo alloggio. 

L'atmosfera ormai è elettrica e non c'è molto che possa trattenerci dal non fare nulla. Cerca frettolosamente la chiave nella tasca dei suoi pantaloni mentre io aspetto mordendomi il labbro. Mi prende per i fianchi non appena ha aperto la porta, mi attira a se, mentre con un calcio richiude la porta. Mi aggrappo alle sue spalle, mentre ci baciamo con foga e passione. Mi spinge verso il muro, le nostre lingue duellano ed io comincio a sentirmi accaldata, bollente. I baci si fanno sempre più prepotenti, quasi selvaggi, ed io non posso fare altro che gemere mentre lui mi bacia il collo, spingendosi sempre più verso di me. 

Cingo la sua vita con le mie gambe ed Erik si sposta verso il letto.

<<Sei sicura?>>

<<Shh! Svestimi!>> ansimo. Se solo mi chiedesse ancora una volta se me la sento potrei anche fermarmi per pensarci e questo comporterebbe ancora una volta la solita me che non si lascia mai andare.

Mi fa girare e slaccia i bottoncini del vestito sulla schiena, mentre le sue dita sfiorano la mia pelle accaldata provocandomi dei brividi che si riverberano fino la sotto. Le sue mani salgono lentamente sulle mie spalle, le sue dita si insinuano sotto le spalline facendo scivolare il vestito a terra. Mi giro e rimasta in intimo lui sospira con occhi fiammanti di desiderio. Mi avvicino, e dopo qualche altro bacio, più casto rispetto ai primi, gli slaccio la camicia, facendola cadere a terra, dedicandomi poi al bottone dei pantaloni.  Continuiamo a baciarci. Erik lascia una scia di baci umidi e sensuali, dalla base dell'orecchio fino alla gola, tra i seni, sull'addome fino all'inguine. Addenta le mutandine e me le strappa via. Si ferma e mi bacia lì, la sua lingua si muove sul mio sesso, ed io gemo di piacere mentre sento le gambe tremare. Quando torna a guardarmi si alza, con uno sguardo malizioso. Lo bacio ansimante, sentendo il sapore della mia eccitazione. Gemo ancora più forte. Credo che sia tutto dovuto all'adrenalina del momento, e del fatto che sto facendo qualcosa che non ho mai fatto prima con una persona che conosco da così poco. 

Prima che io possa ricambiare il favore mi spinge sul letto e si sdraia su di me continuando a stuzzicarmi. Ci sa fare davvero! penso. Mi bacia i seni, stuzzicandomi i capezzoli. È una dolce tortura alla quale non riuscirò a sopravvivere a lungo. 

Si stacca da me, ansimante ed evidentemente eccitato. Però!... non posso credere di essere in grado di fare dei commenti così sporchi. Si china sul pavimento per cercare qualcosa nella tasca. Non lo trova, così guarda nel cassetto del comodino. Nemmeno lì... <<Cazzo!>> .

<<Che succede?>> chiedo ansimante.

<<Non trovo i preservativi>>

<<Oh>> così mi metto a sedere sul letto e tento di coprirmi con il lenzuolo. 

<<Aspettami qui, mi vesto e vado a vedere se possono fare qualcosa alla reception>>

Rido <<Erik, non credi che sia abbastanza imbarazzante? Non preoccuparti>> dico cercand di tranquillizzarlo mentre infilo le mutandine.

<<Che fai?>>

<<Mi rivesto>>

<<No perchè?>>

<<Il perché è evidente, ed in ogni caso è meglio così, credo sia un segno del destino>>

<<Tu credi al destino?>>

<<In alcuni casi si, e questo è uno di quei casi. È qui. Lo sento tra di noi che mi giudica perché sono quasi finita a letto con una persona che conosco da troppo poco. Lo sento darmi della puttana>>

<<Smettila. Insomma ci piacciamo, non è un reato. Ciò che ci ha fermati è solo la nostra maturità e responsabilità>>

<<Esattamente, proprio per questo è meglio che torni nel mio alloggio>>

<<Ti prego Mia...>> sospira

<<Erik, è tutto okay>> sorrido perché davvero è tutto ok <<Ci vediamo domani al seminario, e ne parleremo di fronte ad una tazza di caffè>>

<<D'accordo>> esclama infine arrendendosi <<Buona notte>>

<<Buona notte>> ribatto sorridendo.

Mi afferra per un braccio e mi bacia sulla guancia, e con i vestiti stropicciati, i capelli fuori posto, corro verso la mia stanza. 

Apro la porta e decido di non pensare più a niente, solo farmi una doccia per non pensare a quello che è successo, al mio essere diventata quasi depravata ci penserò domani a mente lucida. Apro l'acqua della doccia e sfrego forte, con il sapone, la pelle, come se volessi cancellare quello che è quasi successo. Non è che non mi sentissi a mio agio in quel momento, ma più ci penso ora e più mi sento in imbarazzo. Esco dalla doccia ascoltando con le mie airpods Mia di Xriz e due cantautori italiani, Benji e Fede. Ancheggio finalmente spensierata verso la camera da letto.

Salto dallo spavento, ritrovandomi davanti Nate.

<<Mia>> 

<<Nate!>> esclamo in preda al panico.

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