21.

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"Taehyung, ecco le copie che hai ordinato." Jiwoo gli sorrise mentre riponeva le riviste sulla scrivania. "Ottimo articolo, quello a pagina quindici...non abbiamo mai presentato sculture come quelle, non c'è da stupirsi che tu l'abbia tenuto nascosto per tutto questo tempo-"

"Joohyun l'ha messo a pagina quindici?!"

Non aspettò nemmeno che la ragazza rispondesse; le rubò una copia dalle mani e sfogliò le pagine finché non trovò quelle immagini a colori, stampate sulla carta e di alta qualità che rendevano l'articolo qualcosa di tangibile. Era proprio lì, davanti ai suoi occhi, tra le prime venti pagine. Ed era anche un grosso problema, le persone di solito tendevano a leggere le prime pagine per assicurarsi di trovare qualcosa in grado di attirare la loro attenzione e il lavoro di Jeongguk era lì, ad aprire l'edizione.

"Ma è fantastico! Grazie, Jiwoo."

"Ho adorato la scultura delle farfalle...mi piacerebbe vederla di persona un giorno."

"È perfino più mozzafiato di persona... anche gli altri suoi pezzi sono molto impressionanti."

"Quando terrà una mostra a Seoul? Gli darebbe ancora più attenzione."

Taehyung sospirò. "Sì, sarebbe fantastico, no?"

Se prima di tutto fosse riuscito a convincere l'artista a parlare con lui, forse il passo successivo sarebbe stato quello di convincerlo per qualcosa di più grande.

E mentre contemplava la possibilità, finalmente ebbe un'idea.

-

"C-ciao, ehm... Taehyung?"

"Ciao, sono io!" Taehyung iniziò inconsciamente a mordersi il pollice mentre era seduto sul bancone della cucina.

Non si rese conto che gli era mancata così tanto la sua voce fino a quando il suo cuore non si era fermato per un secondo e il suo nome era apparso sullo schermo del telefono; solo in quel momento si ricordò che avrebbe dovuto rispondere.

"Va tutto bene?" Si comportò in modo inconsapevole conoscendo il motivo esatto della chiamata del giovane.

Il suo caffè era rimasto intoccato accanto ai toast francesi che Daeho aveva preparato per lui prima di partire. Taehyung sarebbe dovuto uscire in quindici minuti, ma non voleva rispondere alla chiamata in ascensore, preso dalla frenesia della routine quotidiana.

"E'...solo che-" Iniziò a ridacchiare e il maggiore assunse un'espressione adorabile mentre il viso gli si copriva di rughe e il cuore si gonfiava. "Riesci ad immaginare la mia sorpresa quando mi sono svegliato questa mattina e il postino aveva finalmente qualcosa per me? Ho aperto la porta piuttosto confuso e mi ha dato questa scatola che conteneva il numero di una rivista con la parola «cult» sopra. Come avrai potuto immaginare, il mio primo istinto è stato quello di restituirla..."

"Aha..." mormorò. "... ma non l'hai fatto, vero?"

"No. Continuavo a chiedermi perché la scatola fosse così pesante finché non ho scoperto che all'interno c'era anche un'enorme confezione Crayola con novantasei pastelli... "

"Perché non produrre semplicemente cento pastelli? Ci sono solo altri quattro colori!"

"Hai idea di quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho visto uno di questi?"

"Ti prego, non dirmi che è da quella volta al supermercato."

"No! No! Oh mio Dio, no..." Il ragazzo continuò a ridacchiare dall'altra parte della linea. "Non dovevi farlo, sai? Voglio dire, l'articolo, tutto quello che hai scritto... "

"Quindi l'hai già letto?"

"Ce l'ho proprio qui... « La nostra umanità: uno sguardo al lavoro della giovane promessa Jeon Jeongguk »"

"Non leggerlo ad alta voce! È imbarazzante!"

"Hai esagerato... ovunque... Dio Tae, tutto questo è troppo."

"Hai forse dei dubbi sulle mie capacità specialistiche? Non c'è niente che non sia vero in quell'articolo, dovresti saperlo. Inoltre, la maggior parte delle cose sono quelle che hai detto tu...solo con un carattere diverso e più carino." Taehyung tamburellò le dita sulla superficie. "Senti, ho messo da parte alcune copie in più per la tua famiglia nel caso volessi spedirgliele. Devi solo mandarmi un messaggio con l'indirizzo e verranno consegnate domani mattina."

Jeongguk smise di ridere e ci fu un breve silenzio in linea. "Grazie...per tutto. È molto gentile da parte tua."

"Jeongguk... siamo a posto noi due?" La voce di Taehyung era tremante, mentre tentava di fare un passo nella giusta direzione della loro amicizia.

Il respiro del giovane risultò pesante ma alla fine rispose. "Sì, lo siamo."

Quelle due parole lo fecero sentire come se un grosso peso gli fosse stato tolto dal petto.

"Mi dispiace di essermi comportato come un idiota... sto ancora cercando di abituarmi. Ma lo farò..." C'erano più parti non dette nella loro conversazione di quelle che si materializzavano in parole.

"Non devi scusarti. Non hai fatto niente di sbagliato, quindi per favore, piantala."

"Ricevuto... io..." Jeongguk fece schioccare la lingua. Sembrava nervoso ma non più in modo negativo.

Per un po' le cose tra loro sarebbero state imbarazzanti. Taehyung lo sapeva, ma il fatto che Jeongguk avesse accettato l'idea di continuare ad essere l'uno nella vita dell'altro, la diceva lunga su quanto fosse una brava persona. Un giorno ne avrebbero riso e le cose sarebbero state normali., sembrava una possibilità con cui gli sarebbe piaciuto convivere.

"Ehm... Ti piacerebbe... non lo so, uscire qualche volta? Mi sento come se ti dovessi un pasto o qualcosa del genere."

"Non devi. Ricordi? Vantaggio reciproco, sei presente nella rivista e io riesco a sembrare incredibile di fronte al mio capo perché ho trovato un nuovo artista."

"Ma comunque... potrebbe farmi sentire... meglio? Pranzo oggi?"

"Vorrei poterlo fare ma..."

Aveva già piani con Daeho.

"Sei occupato." Non aveva bisogno di aggiungere altro."Capisco. Non preoccuparti."

Un giorno, le cose sarebbero state normali.

Un giorno.

"Mi dispiace. Potremmo incontrarci un altro giorno? Va bene lo stesso?"

"Va bene, Tae. Volevo solo ringraziarti di persona. Spero che non stia diventando troppo..."

"Imbarazzante? Un po'..."

Era stato carino. Jeongguk era sempre involontariamente carino.

"Non preoccuparti, lascerò che tu mi offra qualcosa. Promesso."

"Va bene, sì. Quindi chiamami d'accordo?"

"Lo farò. Non dimenticare di mandarmi un messaggio con l'indirizzo della tua famiglia."

"Certo, abbi cura di te."

"Anche tu."

Uno dei due avrebbe dovuto riattaccare, ma entrambi se ne dimenticarono.

Taehyung vide i secondi sul contatore, il tempo scorreva.

Sentì il respiro debole di Jeongguk dall'altra parte.

E fu costretto a premere il pulsante, terminando la chiamata.

𝒯𝒽𝑒 𝐵𝑜𝓀𝑒𝒽 𝐸𝒻𝒻𝑒𝒸𝓉 | VKOOK (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now