[COMPLETATA] "Un artista può innamorarsi della propria arte.
Uno spettatore può innamorarsi dell'arte.
Kim Taehyung si era innamorato dell'arte molto tempo fa, ma non avrebbe mai pensato di potersi innamorare allo stesso tempo dell'artista.
Non quan...
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Riflessione
"L'arte è la menzogna che ci permette di realizzare la verità."
―Pablo Picasso
Stava tenendo una mostra in un edificio che stava per essere demolito.
Deliziosamente ironico.
Era come contemplare il ciclo della vita davanti ai suoi occhi. Dalla distruzione di ciò che un tempo conteneva la vita ed era la mecca degli interpreti del teatro, come l'ultimo respiro colto prima di dissolversi, da quei polmoni avvizziti era scaturita quella boccata di creatività. L'arte trovava la sua strada anche nelle macerie, sbocciando dai muri macchiati marci e dai mattoni abbandonati solitari che erano caduti da loro. Distruggere per creare, creare per distruggere.
«La voglia di distruggere è anche una spinta creativa.» Disse l'anarchico.
È sempre il paradosso della Fenice, scoppiata in fiamme per tornare a vivere.
Il critico fissò la facciata dell'edificio dall'altra parte della strada. Con il passare degli anni, le pareti che un tempo erano bianche o almeno più chiare, erano diventate una sfumatura di grigio cenere che dopo anni di pioggia e sole, freddo e caldo, si era trasformata in un insieme di macchie di umidità che diventavano più grandi e più scure ogni giorno che passava. Le colonne non erano solide come prima, gli angoli e i dettagli erano consumati dal tempo, i bordi erano smussati e la vecchia insegna con il nome del cantante lirico da cui prendeva il nome il teatro, era leggibile a stento. Le sbarre del portone d'ingresso che un tempo erano rosso scarlatto, ora erano arrugginite e la pesante porta di legno con un gradino all'interno, era rimasta quasi senza vernice.
Taehyung non sapeva cosa avrebbero costruito lì dentro una volta che le palle da demolizione e gli esplosivi avrebbero distrutto la costruzione. Ciò che però non si sarebbe mai spenta era la magia di quel luogo; i muri potevano raccontare la storia ma appena sarebbero diventati macerie, sarebbe toccato alle persone lì presenti ricordare i loro predecessori e quelli che sarebbero venuti per continuare a scriverla, a dipingerla, a plasmarla per i nuovi dopo di loro.
Fu bello vedere una faccia amica nel mezzo di quell'interrogatorio.
"Kim Taehyung." Disse Hoseok, stringendogli la mano. "Sembra che ci incontriamo spesso in questi giorni."
Taehyung fece schioccare la lingua. "Molto spesso..." Attraversarono la strada insieme. Taehyung camminava con le mani in tasca.
Hoseok gli diede una pacca sulla schiena una volta che furono dall'altra parte. "Fai un giro o vai direttamente alla terza sezione?"
La terza sezione, lo stand di Jeongguk era lì.
Il bruno controllò l'orologio che aveva al polso. "Ti raggiungo. Ho un po' di tempo libero prima che arrivino i miei colleghi. Speravo di passare a salutare."
