32.

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Taehyung mandò un messaggio a Jiwoo dopo essere arrivato a casa di Jeongguk. Secondo la ragazza, si sarebbero incontrati direttamente nel luogo in cui si trovava la mostra. Ciò diede al maggiore una certa stabilità mentale, dal momento che lui e Jeongguk non sarebbero stati soli. Ultimamente si era ritrovato a cercare sempre più scuse per incontrare il più giovane in spazi affollati, tranquilli e intimi. Era dell'idea che se c'erano più persone, lui avrebbe potuto ascoltare di meno i suoi pensieri che gli consumavano le pareti interne della mente.

Bussò due volte a quella porta familiare prima che si aprisse davanti ai suoi occhi. Solo un giorno, non vedeva il più giovane da poco tempo ma dopo due settimane sembrava fossero passati anni. Il suo stomaco era pieno della sensazione di mille caleidoscopiche farfalle iridescenti che si moltiplicavano man mano che lo fissava, le farfalle non si limitavano più ad abitare dentro il suo stomaco ma volavano come uno sciame e lo solleticavano ogni volta che si nutrivano dei suoi battiti cardiaci come se fosse il loro nettare.

Gli occhi da cerbiatto di Jeongguk erano scuri come se li ricordava, pieni di un vuoto infinito. Tuttavia, ogni volta che il più giovane alzava lo sguardo verso Taehyung, quel vuoto nell'universo che erano i suoi occhi, si riempiva completamente di affetto e scintille di tenerezza.

Indossava una maglietta nera stretta, una lunga catenella d'argento con un semplice pendente rettangolare e un paio di blue jeans strappati all'altezza delle ginocchia con alcuni fili sciolti intorno ai fori. E per finire, il suo paio di stivali color cioccolato fondente con i lacci cammello; il maggiore aveva notato che gli piacevano molto e li portava spesso.

"Hey." Aprì la bocca che era già arricciata in un sorriso. "È molto tempo che non ci si vede."

Taehyung sbuffò. "È passato solo un giorno, inoltre non ti sono nemmeno mancato. Ammettilo. Non un solo messaggio da Busan? Eh?."

Gli strinse innocentemente la spalla facendo ridere il giovane.

"Immagino che tu stesso sia stato occupato."

"Ah sì. Sono stato pieno di lavoro tutta la settimana." Taehyung si strinse nelle spalle.

Bugie gocciolavano dalla sua bocca come miele dal favo.

Bugie. Bugie. Bugie.

Stava mentendo a tutti.

E nel complesso, stava mentendo a se stesso.

Non c'era niente di innocente lì dentro.

Voleva disperatamente rivederlo e quella dannata esibizione era una brutta scusa che gettava un'ombra su ogni pensiero razionale che veniva abbandonato in un angolo della sua testa.

Mantieni le distanze. Ricordò a se stesso.

"Fammi prendere la mia giacca e possiamo andare." Disse Jeongguk.

"Giacca? È fottuta primavera." Il bruno aggrottò la fronte alla menzione del capo d'abbigliamento.

"Il bollettino meteorologico diceva che stasera pioverà."

Taehyung guardò il cielo sopra la sua testa. Era limpido come un bicchiere d'acqua e milioni di stelle popolavano la coperta della notte con la loro luce ricamata.

"Non è possibile che stasera piova."  Disse senza alcun dubbio.

"Ci scommetteresti?"

"Diavolo sì. Non portare nessuna giacca, è ridicolo." Taehyung indicò il cielo notturno. "Il tempo è perfetto."

Jeongguk alzò un sopracciglio pronto a discutere, ma strinse le labbra e si lasciò sfuggire un grande sospiro dai polmoni.

𝒯𝒽𝑒 𝐵𝑜𝓀𝑒𝒽 𝐸𝒻𝒻𝑒𝒸𝓉 | VKOOK (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now