64.

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Consiglio di Ros: tenete vicino qualcosa da poter stringere, vi servirà.
Ci rivediamo a fine capitolo 🥴

"Chiamami dopo...sai cosa." Sussurrò Jimin, non appena lasciò il bruno nel suo appartamento.

Aveva bisogno di una doccia prima di andare a prendere il suo fidanzato all'aeroporto.

"Lo farò." Sospirò. "Ti chiamo una volta che è tutto... finito."

"Taehyung, ti voglio bene." Jimin gli strinse la mano. "Stai facendo la cosa giusta."

"Grazie." Taehyung premette le labbra in una linea. "Grazie per essere mio amico, dopotutto."

"Solo perché nessun altro farebbe amicizia con un critico d'arte, quelli sono noiosi da morire."

Il più giovane sorrise. "Parlamene."

"Fai un respiro profondo, okay? Ricorda di respirare."

Annuì un'ultima volta prima di chiudere la portiera. Vide l'auto di Jimin scomparire in lontananza.

Adesso era da solo.

O come avrebbe detto Lorca, erano le cinque in punto.

Risolveremo tutto. Aveva detto. Qualunque cosa sia, la supereremo.

Quelle parole gli avevano fatto sobbalzare il cuore fino a ridurlo in polvere.

Non c'era più tempo, non c'erano più scuse.

Era pronto, pronto a confessare tutto.

Aveva solo bisogno di parlare con Jeongguk una volta, aveva bisogno di sentire la sua voce per farsi coraggio, ma il più giovane non aveva risposto e si stava avvicinando al suo appartamento. Taehyung gli aveva scritto dopo l'incidente della sera prima, spiegando che avrebbero parlato il giorno seguente, ma finora lo aveva chiamato tre volte e non aveva risposto e il suo ultimo collegamento era stato a tarda notte, più o meno alla stessa ora in cui gli aveva scritto.

Taehyung si arrese e premette il pulsante dell'ascensore. Inspirò ed espirò mentre il numero dei piani cambiava davanti ai suoi occhi.

Daeho sarebbe arrivato in un'ora o poco meno. Ebbe appena il tempo di pensare, di articolare ciò che stava per dire.

Come si dice?

Aveva avuto un sacco di tempo per pensarci, ma non ci era riuscito, fino a quel momento in cui tutto si era riunito in una volta come un'onda anomala.

La serratura della porta scattò e lui si guardò intorno.

La luce era accesa.

Taehyung abbassò la testa e vide una scia di petali, petali di rose gialle che indicavano la strada.

Deglutì.

"C'è qualcuno? Daeho?" Chiese con voce tremante. "Sei tu...?"

"Quaggiù." La voce del suo fidanzato proveniva dall'interno, dalla sua camera da letto.

Taehyung avanzò, seguendo il sentiero dorato dei petali che erano sparsi sul pavimento come un tappeto. Cercò di stare attento, ma ad ogni passo che faceva, ne schiacciava alcuni.

Aprì la porta della camera che era rimasta semichiusa fino a quel momento, solo per trovare l'uomo che gli aveva messo un anello al dito, seduto sul bordo del letto con un grande mazzo di rose gialle tra le mani. Stava fissando il dipinto sul muro con un'espressione assente mentre staccava altri petali dai fiori, deflorando l'arrangiamento uno per uno, forse stava borbottando qualcosa della serie: m'ama... non m'ama...

𝒯𝒽𝑒 𝐵𝑜𝓀𝑒𝒽 𝐸𝒻𝒻𝑒𝒸𝓉 | VKOOK (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now