28.

2.4K 264 305
                                    


Taehyung aveva visitato quella galleria d'arte innumerevoli volte; era sempre stato affascinato dalle sue pareti ciecamente bianche e dalle luci brillanti. Quei pavimenti in marmo e le colonne che gli ricordavano l'Antichità Classica quasi per immediata associazione. Era come fare un salto nel passato, guardando i dettagli moderni che facevano anche parte della disposizione del luogo, entrambi coesistenti nello stesso universo che era il loro, adesso.

La galleria rimaneva sempre la stessa di quando Taehyung ci andava; perfettamente impeccabile come la schiuma del mare quando nacque Venere, bianca, spoglia di ogni altro oggetto contaminato che non doveva essere lì, come il paradiso terrestre per i cattolici prima dell'introduzione della tentazione, che era una macchia rossa, come il sangue dopo essersi punto un dito con un ago.

Ma la grazia in quel tipo di luoghi non era il telo bianco perfetto, ma la discordia, il peccato, la contaminazione, il sangue su di esso. Chiunque poteva comprare una tela nuova di zecca, un pezzo di marmo non modificato, con un residuo di carta bianco, ma quanti erano disposti a trasgredire ciò che la natura aveva reso perfetto per portare dentro il caos delle stelle cadenti? Ucciderlo un milione di volte per mostrare le ali della Fenice?

Non appena Taehyung fece il suo ingresso, iniziò a notare il lavoro di Jeongguk all'interno del recinto. Anche se le sculture del giovane non erano quadri appesi alle pareti, la presenza di queste si espandeva, occupava tutto, riempiva lo spazio rendendolo travolgente. C'erano alcune immagini che la rivista aveva stampato e le descrizioni su cui aveva lavorato accanto a ogni pezzo, ma non c'era modo di vedere nient'altro in quella stanza.

Le sculture erano esposte come piatti in una tavola pronti per essere gustati, divorati con gli occhi dai commensali affamati che avevano aspettato abbastanza a lungo per soddisfare la loro fame. Gli ospiti arrivarono in tempo per lo spettacolo, in fila, in attesa che le porte della Genesis si aprissero per assistere alla creazione e alla distruzione allo stesso tempo, simultaneamente.

Jeongguk era arrivato prima di lui con le sculture rimanenti ed era partito un paio d'ore prima per prepararsi. Taehyung doveva essere presente prima dell'inaugurazione; Jimin stava orchestrando i dettagli dell'ultimo minuto, orientando quelli che si erano persi e dirigendo le ultime istruzioni al resto del gruppo.

Joohyun, il suo capo, era apparsa per prima. Indossava un abito corto, dalla scollatura a barchetta rosso melograno insieme ad un paio di tacchi in velluto. I suoi capelli erano raccolti in una crocchia rigorosa e, anche se non usava gli occhiali, portava in giro un paio di occhiali d'oro che sembravano più da opera che da conferenza come era solita indossare. Aveva programmato un discorso breve, niente di troppo formale, solo un paio di parole per presentare l'artista e la sponsorizzazione della rivista.

Salutò Taehyung e Jimin che stavano chiacchierando vicino all'ingresso dall'interno della galleria.

"Gentiluomini. È tutto pronto per lo spettacolo?"

"Sì, lo stavo dicendo a Jimin, Jeong-" Si schiarì la gola. "L'artista è già per strada, non dovrebbe metterci molto ad arrivare."

"Perfetto. Penso che siamo in tempo per iniziare." Schioccò le dita chiamando la donna con la lista degli invitati. "Di' loro di aprire le porte. Io andrò ad accogliere il presidente."

"I-Il presidente della rivista è qui?" Taehyung deglutì.

Joohyun controllò il suo telefono. "Sarà qui tra cinque minuti. Ho parlato con lui questa mattina ed era di buon umore, spero davvero che la mostra gli piaccia." Fece un respiro profondo prima di varcare le porte.

Se ne andò e il critico non parve essere più calmo.

Il presidente della rivista, il capo di Joohyun e di conseguenza il suo capo.

𝒯𝒽𝑒 𝐵𝑜𝓀𝑒𝒽 𝐸𝒻𝒻𝑒𝒸𝓉 | VKOOK (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now