12.

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"Per un momento ho pensato che non fossi serio." Disse Jeongguk nel momento in cui aprì la porta. C'era un sorrisetto sul volto Taehyung che moriva dalla voglia di cancellare o coprire con un sacchetto di carta.

"Ero nelle vicinanze." Scrollò le spalle.

No. Taehyung non era ubriaco ma in un certo senso avrebbe voluto esserlo.

Aveva da poco bevuto qualche sorso di soju al ristorante, ma il poco consumo di alcol gli aveva dato quel coraggio che gli mancava per andare a bussare alla sua porta con una confezione di sei bottiglie di Coca-Cola, appese in un sacchetto di plastica nella mano sinistra.

Alla fine aveva chiamato Jeongguk dopo giorni in cui aveva pensato se quella fosse l'opzione giusta; continuò ad esitare anche quando le sue nocche toccarono la superficie di legno. Taehyung aveva un piano e non gli importava di rischiare la propria credibilità se fosse riuscito a convincere lo scultore a firmare per un numero sulla rivista.

"Stai davvero bussando alla mia porta poco prima di mezzanotte con un mucchio di bibite analcoliche?" Il giovane sembrò disilluso, forse questa volta avrebbe messo il broncio e tutto il resto.

"È Coca-Cola, bottiglie di vetro; ecologiche, vedi?" Il maggiore fece tintinnare le bottiglie nel sacchetto. "Non essere così deluso, sono venuto qui per parlare con te."

"Sei qui per convincermi ad entrare a far parte del tuo culto artistico, non è vero?" Jeongguk inarcò entrambe le sopracciglia in un gesto beffardo.

"È una rivista d'arte, non un culto."

"Ha la parola culto sul nome!" Scherzò Jeongguk.

Taehyung roteò gli occhi.

"Mi fai entrare o no?"

Jeongguk si spostò di lato lasciando abbastanza spazio perché Taehyung potesse entrare. Una volta chiusa la porta, entrambi percorsero il lungo corridoio e poi, quando raggiunsero il soggiorno, il maggiore arricciò il naso quando percepì l'inconfondibile odore di vernice. Tuttavia, non c'era traccia di alcun pezzo sul tavolo da lavoro.

Il naso di Taehyung non falliva mai.

Quest'ultimo si voltò sui talloni per affrontare Jeongguk che camminava dietro di lui.

"Che c'è?" Chiese facendo lo stupido.

L'altro sollevò un sopracciglio.

"Niente..." In due si poteva giocare a quel gioco.

Jeongguk lo fissò cercando di decifrare ciò che stava attraversando la mente del più grande.

"Sei sicuro di non essere ubriaco?" Quella domanda gli balzò fuori dalla bocca mentre sedeva sul divano e Taehyung si muoveva liberamente.

Per meglio dire, Jeongguk stava cercando di scoprire se quella di Taehyung fosse stata solo una chiamata con l'intento di fare sesso.

"Assolutamente no." Canticchiò il maggiore con un tono melodico.

Taehyung sapeva che aspetto aveva tutto questo e non era ortodosso. Non lo aveva chiamato durante le ore diurne, nei normali orari di lavoro in cui avrebbe potuto usare il telefono nel suo ufficio o comunicare anche con il suo capo per fissare un incontro. Lo aveva chiamato a tarda notte quando stava tornando a casa... proprio quando avrebbe dovuto essere a casa a riposare per via del lavoro.

Tuttavia la conversazione al telefono aveva preso una piega interessante e ciò che il maggiore pensava fosse solo un provocare - e flirtare con l'artista - era diventato una sfida. Taehyung aveva chiesto al tassista di cambiare percorso quasi come un impulso quando Jeongguk lo provocò a farlo, ma ancora una volta, aveva un piano.

𝒯𝒽𝑒 𝐵𝑜𝓀𝑒𝒽 𝐸𝒻𝒻𝑒𝒸𝓉 | VKOOK (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now