20. Vendetta | The Gentleman Bastard Sequence

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Ho finito ieri La Repubblica dei Ladri e ho scritto ciò che mi aspetto (e pretendo) accadrà nei prossimi volumi (ho letto 3 mattoni e la saga intera prevede 7 mattoni, io Aiut)
Enjoy

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Categoria: Missing Moment
Fandom: The Gentleman Bastard Sequence
Protagonista: Locke Lamora
Spoiler: Fino alla fine del terzo libro, SE NON AVETE LETTO NEANCHE L'EPILOGO NON LEGGETE

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Locke si svegliò lentamente, sentendosi confuso.

Aprì gli occhi lentamente, una strana stanchezza che non voleva compiesse nemmeno quel semplice atto. Vide un pavimento liscio, forse in vetranico, poi vide i suoi piedi.

Era in piedi. Con quella realizzazione, arrivò il dolore che riuscì a svegliarlo.

Era in centro ad una stanza fatta in vetranico, i polsi e il collo incatenati in modo che stesse dritto anche da svenuto. Si sorprese di non essersi soffocato da solo con il collare.

Spostò il proprio peso corporeo in modo che fossero le gambe a reggerlo e si guardò intorno, appena dopo aver constatato di non poter muovere le braccia dalla posizione in cui erano.

Era solo. La stanza non era molto grande e aveva una sola entrata. Non c'era molta scelta per una fuga, anche se in quel momento sembrava difficile poterne attuare una.

Poi la porta si aprì. Locke fu subito pronto a sparare la sua solita carica di stronzate, ma di fermò quando la luce illuminò per prima non una persona, ma un animale.

Un falco.

«Non è possibile.» disse Locke incredulo mentre un uomo si faceva avanti.

«Forse non probabile.» rispose il Falconiere, un sorriso freddo sul volto.

«Pazienza aveva detto-»

«La mia cara madre mi ha sottovalutato. Credeva di conoscermi, ma non ha mai capito nulla. Non aveva capito il mio reale potere.» disse l'uomo mostrando le sue mani, in parte carne e in parte sognacciaio. «Probabilmente si è dimenticata che tre anelli sono molti, anche se forse non cinque. Se ne sarà ricordata, ora della fine.»

Se Pazienza era morta, Locke era più fottuto di quanto già non fosse.

«Ma passiamo a noi due, mastro Lamora. Ho passato tre anni di sofferenza a causa tua e del tuo compare, credo sia ora di regolare i conti.»

«Dov'è Jean?»

Il Falconiere osservò con discreto interesse Locke e disse: «Non ti riguarda.»

«Non azzardarti a toccarlo, Falconiere.» ringhiò Locke, anche se faceva paura quanto un gattino appena nato.

«Non hai nulla da temere, Lamora. So già tutto quel che potrei sapere di Jean Tannen, e per quanto mi divertirebbe ordinargli di frustarti fino a toglierti ogni brandello di pelle dalla schiena e osservarlo agire mentre cerca di fermarsi, voglio gustarmi ogni tuo urlo e ogni tuo gemito, e lo posso fare solo se sono io a provocarteli in prima persona. Non sono però spietato, mastro Lamora: smetterò di torturarti, a patto che tu mi dia il tuo nome segreto.»

«Brutto bastardo-»

«Direi di iniziare subito, non vedo l'ora di collaudare le mie nuove dita e la mia nuova lingua.»

Il dolore che attraversò Locke un istante dopo era almeno dieci volte peggiore di come lo ricordava, e ricordava benissimo come si era sentito alla prima.

Un urlo lasciò la sua gola, un urlo che non si interruppe neanche quando le sue ginocchia si piegarono e solo i polsi e il collo ressero il suo peso. Cercò di rannicchiarsi su sé stesso per diminuire il dolore, anche se sapeva che non sarebbe cambiato nulla, ma non riusciva a muoversi.

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