69. Taglio di capelli | Il Pianeta del Tesoro

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Ho scritto questa ff basandomi su un text post di tumblr che allego in fondo.
Enjoy some found family

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Categoria: Missing Moment
Fandom: Il Piameta del Tesoro
Prtagonisti: Jim Harkins, John Silver
Spoiler: Nessuno di specifico, credo

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«Jimbo! Che stai combinando lì dentro?»

Jim Hawkins si era chiuso nel bagno vicino alla cucina mezz’ora prima. Doveva darsi una lavata, prima di tutto, e doveva dare una lavata anche ai suoi vestiti, ma dopo aver fatto quelle due cose era semplicemente rimasto lì a fissarsi allo specchio.

Erano passati almeno due mesi da quando erano partiti verso il pianeta del tesoro. Studiando il suo riflesso realizzò che non era poi così diverso di quando era partito. Era un po’ più muscoloso, ma non c’erano altre differenze sostanziali.

Aveva i capelli molto più lunghi, quello sì. Gli arrivavano alle spalle, quasi a metà schiena i capelli che teneva sempre legati in un codino, e per tenere ordine in quella matassa era stato costretto a legarli in una coda bassa piuttosto fastidiosa.

Doveva tagliarli. Non poteva tenerli così.

La voce di John Silver lo risvegliò dallo stato di trance in cui era caduto. Aveva fissato così a lungo lo specchio da essersi perso nei suoi pensieri.

Jim prese il cambio d’abito che il dottor Doppler gli aveva prestato e urlò: «Arrivo, solo un attimo!»

I pantaloni erano più stretti di quelli che metteva solitamente, ma se li mise ugualmente. Il dottore gli aveva dato poi una camicia e un panciotto; mise solo la prima, poi si legò alla meno peggio i capelli ancora umidi e uscì finalmente dal bagno.

Silver era seduto su una sedia, in attesa. Appena vide Jim vestito in maniera così insolita scoppiò a ridere.

«Sembra ti abbia sputato fuori un negozio per snob.» disse appena ebbe finito, cogliendo lo sguardo irritato del ragazzo.

«I miei vestiti sono da lavare, per ora terrò questi.» rispose Jim seccato.

«Credo sia la prima volta che ti vedo vestito diverso dal solito.»

«Sì, beh, non è che tu ti vesta ogni giorno diverso, quindi non puoi dirmi proprio niente. Devo tagliarmi i capelli, comunque. Hai una forbice in cucina o un coltello che posso usare?» chiese Jim facendo un cenno ai suoi capelli legati.

Silver lo studiò un momento, poi disse: «Siediti.»

«Perché?»

«Ti taglio io i capelli.» disse sorridente, ruotando il braccio meccanico fino a far apparire un paio di forbici.

«Ne sei capace?» chiese dubbioso Jim, poi scosse il capo. «Non voglio darti fastidi. Me la posso cavare da solo.»

«Siediti e non farne tante, Jimbo. So quel che faccio, almeno così non ti riempirai la testa di tagli. Avanti, vieni qua.»

Jim alzò le mani in segno di resa. Si diresse verso il cuoco, che intanto aveva spostato una sedia mettendola davanti a lui, e si sedette. Sciolse poi i capelli, mostrando quando fossero davvero cresciuti anche al cuoco.

«Li hai davvero lunghi, Jimbo. Come li vuoi?» chiese Silver studiandolo.

«Corti o rasati ai lati e dietro, un po’ più lunghi qua sopra.» disse indicando il sopra della sua testa. «E lascia stare quella ciocca più lunga.»

«Come quando sei arrivato, quindi.»

«Esatto.»

«Va bene.»

E si mise all’opera. Jim rimase seduto con la schiena contro lo schienale con le braccia incrociate e le gambe tese davanti a lui mentre Silver gli accorciava i capelli.

Morph fluttuò davanti ai suoi occhi, ridendo contento. Si trasformò nella testa di Jim e si tagliò mimando i suoi capelli che cadevano sul pavimento, poi si ricompose e rise.

«Non riesco a capire dalla sua reazione se stai facendo un lavoro ottimo o pessimo.» disse Jim mettendo una mano sotto Morph per farlo accomodare.

«Morph, non rovinare la sorpresa a Jimbo!» esclamò Silver divertito alle sue spalle prima di mettere una mano sulla spalla a Jim per tenerlo fermo.

Per un po’ risuonò solo il rumore della forbice che si apriva e si chiudeva. Jim non poteva vedere che stava facendo, ma sentiva a volte le forbici contro la nuca, sentiva la testa alleggerirsi.

Chiuse gli occhi, lasciandolo fare. Riaprì gli occhi poco dopo sentendo Morph fare qualche verso, ma non lo vide davanti a sé, quindi doveva essere alle sue spalle a parlare con Silver.

Decise di non preoccuparsi e chiuse di nuovo gli occhi. Una parte di lui, ancora convinta che Silver fosse il cyborg di cui non doveva fidarsi, gli disse che era stupido e che l'uomo avrebbe approfittato per farlo fuori; l’altra parte però gli diceva che non lo avrebbe fatto. Si fidava di lui.

«Ecco fatto.»

Quando Silver disse quelle due parole, Jim riaprì gli occhi di scatto. Aveva la sensazione di essersi appisolato.

Si alzò e andò a specchiarsi in bagno.

Era uguale a com’era due mesi prima, per tranne la ciocca di capelli che era più lunga di prima. Il lavoro era stato magistrale.

Uscì dal bagno e fissò un momento Silver, poi riuscì a dire: «È perfetto, grazie.»

«Di niente, Jimbo. Ora però è ora di iniziare a preparare per la cena.»

Gli lanciò un oggetto che il ragazzo prese al volo. Un pelapatate.

«Al lavoro, forza!»

Jim sbuffò, ma anche mentre andava verso la sua postazione non riuscì a nascondere un sorriso.

Per qualche motivo si sentiva davvero felice.

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Fonte d'ispirazione:

Racconti sui fandomWhere stories live. Discover now