75. Legno | Sei di Corvi

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Giuro che non ne mancano ancora molte, solo tre o quattro
Enjoy

-♥️-

Categoria: Alternative Universe
Fandom: Sei di Corvi
Ship: Helnik principalmente, accenni di Kanej e Wesper
Parola del writober: Legno

-♥️-

Jesper stava sognando. Era legato a una sedia e sentiva un insistente ticchettio di un bastone sul pavimento.

Non seppe mai cosa avesse combinato da far innervosire Kaz a tal punto, perché un gran trambusto lo svegliò. Per qualche secondo rimase nel limbo di chi si è appena svegliato, poi tornò a sentire altri rumori e altre voci.

L’appartamento in cui si trovava era abitato da sei persone, lui incluso. Visto che Inej in casa era sempre molto silenziosa, Kaz si faceva sentire grazie al ticchettio del suo bastone, lui era a letto e Wylan era nel proprio letto che russava (e come Jesper non avesse sentito il suo russare si poteva solo spiegare con il potere dell’amore, visto che condividevano la camera), dedusse che doveva esserci qualche problema con gli ultimi due coinquilini rimasti, Nina e Matthias.

Si alzò, perdendo quasi l’equilibrio per un colpo di bassa pressione, poi andò alla porta e la socchiuse quanto bastava per spiare fuori.

Il loro salotto, che faceva anche da cucina grazie ai fornelli messi contro un muro, aveva un enorme tavolo dove di solito mangiavano tutti insieme. In quel momento era sparecchiato e c’erano da una parte Matthias, in posizione di fuga, dall’altra Nina, con un cucchiaio di legno in mano e un’espressione spaventosa sul volto.

«Ascoltami, amore…» cercò di dire Matthias, le mani quasi alzate in segno di resa. Jesper non l’aveva mai sentito dire la parola “amore”, Matthias non era tipo da nomignoli.

«"Amore" un cazzo! Come ti sei permesso?!»

«Avevo fame!»

«Ti pare un buon motivo per mangiare i miei waffle?! Gli ultimi della confezione per giunta?!»

La donna scattò a destra, abbassando con furia il cucchiaio in legno su Matthias. Lui si ritrasse e schivò il colpo, lasciando che l’arma impattasse con la sedia con un rumore secco.

«Credevo avessimo un’altra confezione di riserva! Tu hai sempre dei waffle di riserva!» urlò Matthias cercando di lasciare il tavolo tra loro.

Nina scagliò il cucchiaio verso di lui come avesse tirato un coltello e lo beccò sullo sterno (Jesper quasi fischiò di ammirazione per la mira), e approfittò della distrazione per girare il tavolo, prenderlo per la maglia del pigiama e sbatterlo contro il muro che aveva dietro.

«Non la passerai liscia, Helvar. Mangiare i miei waffle è come tradirmi.»

«Te li ricompro appena vado a fare la spesa. Giuro. Tanti che potrai farci il bagno.» soffiò Matthias. Era più alto di lei, ma in quel momento sembrava lei lo sovrastasse.

«Quello è il minimo. Il resto della punizione te lo farò vedere una volta che siamo soli.»

Jesper quella frase avrebbe preferito non sentirla mai in tutta la sua vita, così uscì con nonchalance dalla camera simulando un immenso sbadiglio. Chiuse gli occhi nel farlo e quando li riaprì i due si erano separati, Nina contro al tavolo e Matthias ancora contro al muro.

«Buongiorno, carissimi. Dormito bene? Spero di sì, io ho sognato la casa a soqquadro, giuro, che incubo poi doverla riordinare!» esclamò nel tono più da Jesper che poteva tirar fuori. Sorrise ad entrambi, poi andò in bagno e vi si chiuse dentro.

Quella giornata era iniziata nel più bizzarro dei modi.

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