14. Il ritorno di Inej | Sei di Corvi

239 10 3
                                    

Buongiorno. Long time no see, huh?
Si heh, la colpa è mia, perdonatemi.
Spero di riattivarlo, ma ho tante cose per la testa (tutte lgbt+ ma ho chiuso le raccolte). Spero di poter... riattivarlo qua presto.
Enjoy

-♥️-

Categoria: Missing moment
Fandom: Sei di Corvi
Ship: Kanej
Rating: Verde
Spoiler: Sì, ma non gravi, del Regno Corrotto

-♥️-

La nave era stata avvistata quella mattina in lontananza. Nessuno si era preoccupato più di tanto, non era un mercantile che potesse essere depredato.

Quando attraccò al porto, solo una persona era sul pontile ad aspettarla. Un ragazzo appoggiato ad un bastone con la testa di corvo.

Kaz Brekker attese a stento che la passerella venisse abbassata: appena toccò il pontile il ragazzo salì sulla nave, cercando con lo sguardo il suo capitano.

Sebbene avesse il cappello a darle qualche centimetro in più, Kaz faticò ad individuarla. Quando la vide, vestita come un vero capitano, il ragazzo non riuscì a trattenere un sorriso.

«Ehi, Spettro.» la chiamò.

Inej spostò lo sguardo dall'uomo con cui stava parlando su di lui e un sorriso le illuminò il volto.

«Kaz!» esclamò raggiungendolo. Quasi lo abbracciò, ma riuscì a darsi un contegno prima che accadesse.

Gli sguardi di tutti furono subito su Kaz e la tensione li avvolse: la sua fama lo precedeva. Inej subito si girò e disse: «Scendete, avete la giornata libera.»

Bastò quella frase per spezzare la tensione e far scendere tutti, pronti a spassarsela per Ketterdam.

Kaz osservò quegli uomini quasi scomparire: non aveva mai visto nessuno essere così ubbidiente in vita sua.

Accantonò il pensiero e osservò Inej. Il capitano Inej, ormai. La sua Inej.

Quando riuscì a ritrovare la parola disse: «Sono passato a vedere se la nave era ancora in buone mani come quando l'ho lasciata.»

Non era niente di quello che avrebbe voluto dirle ed era pure una menzogna bella e buona. Sapeva che quella nave era in ottime mani.

Conosceva il suo Spettro.

«E lo è?» chiese Inej con un sorriso.

«Senza dubbio.»

La ragazza fu soddisfatta della risposta. «Come vanno le cose?»

«Esattamente come al solito, ma niente missioni quasi impossibili per somme incredibili.»

«Meglio così, no?»

«Tutto considerato, sì. Bella spada, comunque.»

Inej abbassò lo sguardo sull'arma che portava al fianco. «Oh, sì. Bella, leggera e affilata. L'ho presa ad un uomo che voleva tagliarmi la gola.»

«Spero tu gliel'abbia fatta pagare.»

«L'ho lasciato che stava cercando di fermare una brutta ferita alla gola... Temo però non avesse dottori grisha con sé.»

Kaz sorrise soddisfatto, poi disse: «E mi faresti vedere che la sai usare? Non dubito della tua bravura di capitano, ma voglio essere certo di non aver lasciato la nave in mano ad una dilettante.»

Inej scoppiò a ridere. «Dilettante? Nessuno che abbia lavorato con te è un dilettante, Kaz.»

«Allora non avrai problemi a dimostrarmi di cosa sei capace, Spettro.»

Ci teneva davvero a vedere di cosa era capace. L'aveva vista danzare sui tetti più ripidi e combattere con un'agilità incredibile, ma non l'aveva mai vista usare una spada.

La ragazza sfoderò la sua arma, una sciabola con l'impugnatura decorata in oro.

«Spero vorrai aiutarmi nella mia dimostrazione.» disse con un sorriso furbo.

Kaz appoggiò il bastone contro un barile e fece apparire dal nulla un paio di pugnali.

Inej fece un affondo che Kaz deviò prontamente con uno dei due pugnali. Con l'altro cercò di colpire il braccio dello Spettro, che scansò con eleganza da acrobata il colpo. Girò su sé stessa e alzò l'arma come per decapitarlo, ma Kaz si abbassò e strinse la presa sul pugnale, pronto a sventrarla.

Inej lo evitò facendo un mezzo giro su sé stessa, incastrò il braccio di Kaz sotto il suo e gli strappò di mano il primo pugnale. Il ragazzo ritirò di scatto il braccio e guardò Inej, che sorrideva.

Rimase a guardarla come imbambolato e poco ci mancò che ci rimettesse la testa. Il suo pugnale non la sfiorò nemmeno quando cercò di nuovo di colpirla in pancia. Inej gli fu alle spalle e Kaz si ritrovò la lama della spada contro la gola.

Se fosse stato qualcun altro il ragazzo si sarebbe liberato da quella stretta con una gomitata e gli avrebbe piantato il pugnale in un occhio, ma alle spalle aveva Inej e così, quando lei gli ordinò di buttare a terra l'altro pugnale, lui lo fece.

La lentezza con cui la ragazza tornò davanti a lui, tenendolo sempre sotto tiro con la spada, sembravano i movimenti di un predatore con la sua preda ed era calcolato per sembrare serio e non un semplice gioco. A tradirla era quel sorriso stampato sul volto.

«Ho appena avuto modo di vincere contro Kaz Brekker?» chiese.

A Kaz non importava di aver "perso" contro di lei; avrebbe perso volentieri altre cento volte contro di lei se così poteva continuare a vedere quello splendido sorriso. Era quella la sua vera vittoria.

Il ragazzo non rispose alla domanda e chiese invece: «Fai anche camminare la gente sull'asse per darla in pasto agli squali?»

«Di solito no, ma l'asse ce l'ho e potrei anche fartela provare.»

«Non credo di volermi bagnare, sarà per un'altra volta.»

Inej annuì e abbassò la spada, permettendo a Kaz di recuperare i suoi pugnali e il suo bastone.

«Allora ammiriamo solo il panorama.»

Si appoggiarono al parapetto, uno accanto all'altro, e guardarono il mare in silenzio. Kaz non si sentiva mai molto felice a vedere il mare, a ricordarlo, ma quel giorno i pensieri rimasero al loro posto. Forse perché si sentiva di buonumore e perché era con lei.

«Resterai un po' qui?» chiese Kaz guardando la ragazza.

«Dovrò decidere con i miei uomini, ma credo di sì. Abbiamo lavorato sodo, ci meritiamo una pausa.» rispose lei guardando il mare.

Kaz spostò lo sguardo sull'acqua e riuscì a dire ciò che avrebbe voluto dal momento stesso in cui aveva messo piede sulla nave: «Mi sei mancata.»

«Anche tu... Ecco perché sono voluta tornare.» rispose lei appoggiando la mano sul parapetto più vicina alle sue. Kaz la coprì con la propria, ancora coperta dalla pelle dei suoi guanti; se anche non li avesse avuti, forse non sarebbe cambiato nulla.

Rimasero così diversi minuti, poi Kaz disse: «Temo di aver promesso di andare a tenere d'occhio Jesper per conto di Wylan.»

«Vengo con te. Sarà bello rivederli.»

Scesero dalla nave insieme e insieme entrarono nella città, a testa alta come se ne fossero i padroni.

Entrambi ancora sorridenti e felici.

Racconti sui fandomKde žijí příběhy. Začni objevovat