81. Vendetta | L'Impero del Vampiro

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Buonasssera!
No, non sono morta, sono solo molto presa da tutto tranne che dalle fanfiction *ride nervosamente*
Ieri stavo giocando con Lego Marvel e ho letto la frase "Ti lascerò per ultimo"... Ed eccoci qui.
Insieme alla scoperta del titolo del secondo libro (Empire of the Damned = l'impero del dannato)
E nulla, enjoy

-♣️-

Categoria: What if
Fandom: L'Impero del Vampiro
Protagonista: Gabriel De Leon
Spoiler: Di tutto il libro, se non l'avete letto PER INTERO, non leggete

-♣️-

In mezzo al campo di battaglia c'era un uomo in ginocchio, il sangue sulle sue mani e sul suo corpo nudo dalla vita in su. Davanti a lui c'era un corpo.

Gabriel De Leon stava fissando il corpo senza vita di Dior senza vederlo davvero. Non stava pensando più a niente. Non voleva pensare più a niente.

Aveva fatto un lungo viaggio per arrivare fin lì. Aveva conosciuto persone, aveva combattuto, aveva riso, pianto, aveva visto di tutto. E ora era tutto finito. Anche l'ultima persona che conosceva, che considerava amica era morta, e lui non era certo fosse valsa la pena.

Non era certo fosse valsa la pena di affrontare quel viaggio. Non sapeva se era valsa la pena sopportare tutto quel dolore, se quello doveva essere il finale di quella storia.

Astrid.

Patience.

Chloe.

Baptise.

Aaron.

Liathe.

Dior.

Avevano continuato tutti a morire davanti ai suoi occhi, e lui aveva continuato ostinatamente a sopravvivere.

E ora che anche Dior era morto, era rimasto solo. Solo davanti al palazzo dei Voss. Era arrivato fin lì, ma a quale prezzo?

C'era qualcuno davanti a lui. Non aveva nemmeno bisogno di alzare lo sguardo per sapere chi fosse, né di sentire la sua voce.

«L'ultimo dei santi d'argento. Sapevi di essere l'ultimo, Gabriel?»

Il suo tono era quasi compassionevole. «Li abbiamo sterminati. È stato quasi troppo semplice. Avrebbero potuto tenerci testa se ci fossero stati tutti, e se ci fossi stato tu, soprattutto. Ma erano molti meno di quel che immaginavo, come se fosse già passato qualcuno prima di me.»

Gabriel non si mosse.

Alla frase successiva, il tono di Fabien Voss fu dolce come il miele: «Non te l'avevamo forse detto tutti, Gabriel, che ti avremmo lasciato per ultimo? Che avremmo ucciso i tuoi amici uno per uno, lasciandoti per ultimo? Lo confesso, volevamo ucciderti subito, ma tu ti sei ostinato a non morire, e allora ho capito che era più facile distruggerti dall'interno... Nemmeno un arto amputato fa male come perdere qualcuno di caro, non trovi?»

Sapeva cosa diceva, naturalmente. Un tempo aveva creduto che i vampiri non provassero nulla, ma aveva imparato a sue spese che era una menzogna.

«E ora sei l'ultimo. L'ultimo sopravvissuto di una resistenza vana. L'ultimo santo d'argento. Provo quasi... Compassione. Se non fossi così testardo e imprevedibile, ti terrei come ricordo.»

«Compassione?»

La voce di Gabriel era dura come l'acciaio. Alzò lo sguardo e guardò in faccia Fabien Voss e il suo sorriso contornato dai canini. «Tu non provi compassione, e non la provi di certo per me. Non dopo aver ucciso tutte le persone importanti della mia vita. Tu vuoi solo vendetta.»

Strinse la presa sulla sua spada. Il sangue sulle sue mani era secco.

«Vediamo se la tua sete di vendetta è superiore alla mia.»

Attaccò Voss con furia, senza un piano, senza nulla. Non gli importava più di morire.

Voleva solo portarsi dietro Voss nella tomba.

Fu l'istinto a guidare la battaglia all'inizio. Gabriel non poteva che parare gli attacchi di Fabien Voss, più veloci di quelli dei suoi figli, più letali di qualunque vampiro avesse incontrato. Ma come aveva già detto anche Voss, lui non aveva intenzione di morire, e non si era mai sentito più determinato.

E intanto sentiva l'odio crescere dentro di lui, feroce, più intenso di quanto lo avesse mai provato.

I suoi tatuaggi iniziarono a brillare. Voss rallentò.

Gabriel tenne l'odio acceso dentro di sé e cominciò a contrattaccare. Voleva uccidere Voss. Voleva farlo a pezzi. Voleva distruggerlo.

Si accorse a stento di quando la spada trapassò il petto di Fabien Voss. Della sua espressione sorpresa a vedere la spada piantata nel suo petto.

Poi Gabriel la estrasse e lo decapitò. Fu così semplice che per un momento si chiese se non se lo fosse immaginato.

Ma sentì urla attorno a lui. Urla lontane. Urla di orrore.

Il corpo di Fabien Voss cadde ai suoi piedi. Gabriel lo trafisse di nuovo per buona misura. Una macabra soddisfazione si fece strada nel suo corpo

Sentiva i rinforzi arrivare, ma ormai era troppo tardi.

Fabien Voss era morto, e Gabriel De Leon avrebbe combattuto ancora. Ne sarebbe uscito vivo contro chiunque lo avesse sfidato.

E sarebbe rimasto vivo per raccontare la sua storia.

-♣️-

Non vedo l'ora di sapere come verrà ucciso Voss nel canon. Spero in cose interessanti in questo secondo libro. Jay Kristoff, non deludermi.

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