37. Morso | Hotel Transilvania

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Avevo voglia di scriverlo e l'ho scritto. Perché sì.
Enjoy

-♥️-

Categoria: Missing Moment
Fandom: Hotel Transilvania
Ship: Johnny e Mavis
Rating: Verde
Spoiler: Del primo film I guess

-♥️-

Era mattino e Johnny era sul tetto di casa sua ad osservare l'alba. Mavis, accanto a lui e seminascosta dietro al camino, osservava con gli stessi occhi brillanti della prima volta che lui le aveva visto in volto quando le aveva mostrato l'alba in Transilvania.

Era la routine prima di andare a dormire, perché Mavis di giorno dormiva e lui l'accompagnava in questo.

Il sole iniziò a spuntare all'orizzonte e Johnny la prese per mano.
«Dobbiamo andare.» disse dandole un bacio in fronte.

Mavis gli sorrise e lo prese in braccio, una cosa di cui non si capacitava mai perché lui pesava e non poco, poi lo strinse e tornò nella loro camera, camminando in verticale lungo il muro e poi sul soffitto della camera, finché non lo adagiò sul letto.

«Ti conosco pure da un po' ma stento a credere che tu riesca a sollevarmi come fossi un fuscello.» commentò Johnny alzandosi e raccattando il pigiama da sotto i cuscini.

«Per i mostri una cosa è pesante se pesa come una casa, più o meno. In effetti per me tu pesi come una piuma... È solo la mole ad essere diversa.»

Lui ridacchiò e si ritirò in bagno per cambiarsi. Quando tornò, vide Mavis nel suo pigiama maledettamente elegante che ogni volta gli rendeva difficile distogliere lo sguardo.

«Johnny.» lo richiamò lei avvicinandosi e prendendogli la mano. Sorrise, poi lo trascinò nel letto con sé. Il rosso si infilò sotto le coperte, a pancia in su, e Mavis si stese accanto a lui, la testa contro la sua spalla.

Il letto di Johnny era per uno, ma in qualche modo Mavis non cadeva mai fuori. A volte la trovava sdraiata sul bordo del letto come un vero vampito, altre volte sopra Johnny, raramente sotto ma solo perché era Johnny a svegliarsi.

Quella sera lui non aveva però voglia di dormire. Rimase con gli occhi aperti a fissare il soffitto, ascoltando il suo battito lento e il suo respiro regolare. Non capiva mai se stava dormendo o se stava cercando di addormentarsi.

«Mavis?» chiese quindi a piano.

«Sì?» rispose lei, senza strascicare le due lettere. Era sveglia ancora.

«Stavo pensando a ciò che mi ha detto Drac. Davvero tu e tuo padre non bevete sangue umano?»

Mavis lo guardò, perplessa. «Beh, noi beviamo sangue umano, solo... Beh, non dagli umani. È impuro e va filtrato per non farci venire problemi circolatori anche a noi.»

«Troppo grasso.» ricordò Johnny.

«Esatto. Fortunatamente non ci serve bere sangue così spesso e il cibo umano o mostruoso soddisfa comunque, anche se non allo stesso modo.»

«Hai mai pensato di bere il mio sangue?»

I loro sguardi si incontrarono a quella domanda. Non era la prima volta che ci pensava, ma non aveva mai avuto idea di come arrivare a quell'argomento lì.

«Perché me lo chiedi?» chiese lei, più curiosa che offesa dalla domanda.

Johnny si sentì arrossire quando dovette spiegarsi. «In realtà... Beh, sai che ci sono molte versioni dei vampiri. Secondo alcune diventi vampiro solo se uno di loro ti prosciuga e tu uccide, altre che bastano i canini nella pelle, alcuni che il morso è piacevole, che non senti nulla...»

«Vorresti essere morso da me?»

Lo sguardo di Mavis era potente come un laser. Johnny si sentì a disagio. «Sì. Forse. Dipende, se resto umano o se divento un vampiro, se è piacevole o no... Non dobbiamo mica farlo, è che a volte ci penso.»

«Anche io.»

Anche Mavis pareva imbarazzata per l'argomento. «Papà ha sempre detto di non bere dagli umani perché il loro sangue non è buono. Io non lo bevo per questo, ma... mi capita spesso di immaginarlo. Di morderti. Di baciarti e morderti.»

Johnny le prese una mano. «Mi potrebbe uccidere?»

«Se non bevo troppo, no.»

«Allora proviamoci.»

Mavis stavolta si tirò su a sedere, guardandolo con gli occhi spalancati. «Johnny, ma sei sicuro di quel che dici? Potrei farti male.»

«Beh, sì, ma sono disposto a sopportare se serve. Magari non fa neanche male, non possiamo saperlo se non proviamo, no?»

Mavis pareva in difficoltà in quello. Probabilmente aveva qualche raccomandazione di suo padre in testa e Johnny la distrasse mettendosi a sedere e baciandola a piano. Nulla di intenso, non era necessario.

La ragazza parve decidere cosa fare. Le sue mani furono sulle spalle di Johnny e lo inchiodarono al letto, poi salì a cavalcioni su di lui. Persino nella penombra, lui la trovò bellissima.

«Se dovessi farti male, o se stessi esagerando e ti sentissi male... Fermami. Chiamami.» disse lei. Johnny annuì e si ritrovò le labbra di Mavis sulle sue, in un bacio più serio, più profondo, uno che non poteva essere fatto fuori di lì.

La vampira intrecciò le mani con quelle di lui e gliele bloccò una contro il cuscino e una contro il materasso, non in una morsa dolorosa ma più in una stretta amorevole. Di appartenenza.

Poi Mavis si chinò sul suo collo e glielo baciò, facendogli venire la pelle d'oca. Dovette poi soffocare delle risate, perché gli stava facendo il solletico.

Il suo tocco era gentile, leggero, poi si concentrò sull'incavo del collo, dove la pelle era più morbida. Glielo leccò e glielo baciò, come per ammorbidirlo, e poi lo morse.

Fece male. Johnny si irrigidì, trattenendo il fiato, poi tornò a respirare e rimase fermo mentre Mavis beveva il suo sangue. Poteva persino sentire che beveva con calma, quasi pregustandolo, non con la foga di una bestia assetata di sangue che si vedeva nei film.

Si staccò poi dal suo collo con la stessa calma, le labbra chiazzate di sangue, gli occhi rossi come aveva a volte visto quelli del padre. Se le leccò, poi si chinò sul suo collo e leccò i buchi che aveva lasciato con i canini, infine baciò Jonathan sulla bocca come volesse che anche lui bevesse il proprio sangue.

Per qualche motivo, la cosa gli piacque. Gli piacque parecchio.

Poi Mavis si staccò e gli occhi erano di nuovo di un azzurro brillante.

«Scusami.» disse dopo aver ansimato un momento. «Mi sono fatta prendere un po' la mano.»

«Figurati...»

«Ti ho fatto male?»

«Solo un pochino all'inizio, poi non ho più sentito nulla. È stato... Wow.»

Non aveva modo migliore per dirlo. Era stato Wow. Bellissimo. Fantastico. Eccitante.

«Com'è stato bere il mio sangue?» chiese deglutendo e mandando giù il sapore metallico che gli era rimasto in bocca.

«Completamente diverso di bere con una cannuccia da una sacca emostatica. Era caldo. Avevi la pelle così morbida...»

Si leccò le labbra di nuovo. «Sei buono.»

Johnny rise e la attirò a sé. «Direi che ne è valsa la pena di provare, no?»

Mavis in risposta gli leccò di nuovo il collo. Lui chiuse gli occhi, sentendo i capelli della corvina contro il collo scoperto.

Dopodiché si addormentò, e lei con lui.

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