36. Bard | A Darker Shade of Magic

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BUONASERA :D
Volevo scrivere su ADSOM da un po', ma ho sempre resistito alla tentazione perché la mia idea originale riguardava un altro personaggio e una dose aggiuntiva di dolore a quello che già ha ricevuto nel canon... Ecco, anche il mio sadismo arriva fino a un ceeto punto
Così ho scritto quest'altra storia hehe
Enjoy

-♥️-

Categoria: Missing Moment
Fandom: A Darker Shade of Magic
Ship: Kelila (Kell x Lila)
Rating: Verde
Spoiler: Del terzo libro

-♥️-

Quando quel giorno Kell si svegliò, si mise un braccio sugli occhi per ripararsi dalla luce che filtrava attraverso le tende. Non aveva voglia di svegliarsi.

Poi sentì dei passi veloci lungo le scale e la porta aprirsi di scatto.

«Sveglia sveglia! Siamo arrivati!» esclamò Lila, che aveva dormito con lui e che lui non aveva sentito alzarsi.

«Ancora un momento...» borbottò Kell soffocando uno sbadiglio.

«Neanche per idea. Ti aspetto sul ponte.»

Lila lasciò la stanza e Kell trovò la forza di mettersi a sedere sul letto. Sentiva la barca ondeggiare leggermente sotto di sé, ora che era diritto. Alla fine si alzò e andò a racimolare dei vestiti dall'armadio.

Ne vide di mancanti. Non ci badò più di tanto, si mise dei pantaloni neri, una camicia bianca e prese il suo cappotto, girandolo finché non divenne una semplice giacca anonima. Si infilò gli stivali, poi si decise ad uscire.

Lila lo stava aspettando. Si girò verso di lui e gli rivolse un sorriso raggiante.

I vestiti mancanti dal suo armadio li indossava lei. Aveva un proprio armadio, ma Lila gli aveva spiegato che ogni tanto quelli erano per lei troppo femminili, persino i suoi abiti normali, così prendeva i suoi.

A volte Lila si sentiva un ragazzo e a Kell non pareva proprio un problema. O per meglio dire, lo era stato solo in due casi: quando gli aveva chiesto la prima volta di tagliargli i capelli corti (e lo era stato perché era stato preso di sorpresa e a Kell dispiaceva Lila perdesse il suo look) e quando Lila aveva provato ad immaginare un nome da uomo da usare al posto del proprio quando non si sentiva abbastanza femminile da usarlo: aveva proposto scherzosamente "Holland" e Kell aveva detto di no. Subito.

Gli faceva male ricordare Holland e aveva iniziato a nascondersi dagli specchi per non vedere la ciocca bianca che divideva i suoi capelli rossi. Ovviamente Lila non aveva quel problema: non aveva mai apprezzato particolarmente Holland e non aveva problemi con la magia Antari come li aveva Kell.

Il nome non era più stato scelto e quando Lila era come uomo Kell non sapeva mai come chiamarlo. Così quando salì disse solo: «Buongiorno.»

«Ah, eccoti. Non ho esattamente idea di dove siamo attualmente, ma tanto dovevamo comunque fare rifornimento di viveri quindi una città vale l'altra.» disse allegro. Kell osservò la città e annuì.

«E shopping. Sono stufo di sentirti lamentare che ti rubo i vestiti.»

«Beh, è vero che me li rubi.» commentò Kell.

«Non è rubare, è prendere in prestito. Comunque prepariamoci a scendere.»

Lila svanì sottocoperta, probabilmente a far svanire ogni sua apparenza femminile per bene e nascondere almeno una dozzina di pugnali addosso. Kell si limitò a frugare in tasca e tirar fuori una benda per l'occhio nero.

Era meglio non rischiare che qualcuno lo riconoscesse per ciò che era. Lila aveva un occhio di vetro in più, castano come il proprio, che usava esclusivamente quando scendevano a terra al posto della palla nera.

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