34. Accordo | Dr. Stone

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Buonasssera
Avevo accennato di avere una oneshot in cantiere su dr stone, vero? Eccolo. Doveva essere con un kamikaze, ma è leggermente cambiato il tutto.
Ho letto fino al volume 7. Dopo questo posso proseguire.
Enjoyy

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Categoria: What if, credo
Fandom: Dr. Stone
Spoiler: Accenni fino al volume 7

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Gen era stupito. Non che fosse la prima volta che si stupiva per qualcosa che riguardava Senku - ciò che aveva fatto fino a quel momento era incredibile e quasi spaventoso -, ma di solito si stupiva per le sue creazioni, non per la sua prestanza fisica.

Mentre però vedeva quel ragazzino a terra, le mani legate dietro la schiena, coperto di sangue, che respirava ancora e gemeva dolore - ed era quindi cosciente -, non poté che stupirsi, perché era stato nelle fila di Tsukasa prima di unirsi alle sue e nessuno era mai sopravvissuto a un suo pestaggio

Tsukasa era il più forte tra tutti i primati e menava forte. Senku era vivo per miracolo e probabilmente si sarebbe pentito di non essere morto subito.

Gen osservò in silenzio Tsukasa avvicinarsi a lui. Lo prese per i capelli e gli tirò su la testa e vide i loro sguardi incontrarsi, anche se non era certo Senku lo vedesse davvero.

Quel ragazzino aveva sempre avuto almeno un piano A, un B e talvolta un C quando preparava qualcosa. In quel momento non poté che chiedersi se ne avesse uno anche ora, o se esso fosse andato in fumo con la loro cattura.

«Vedo che respiri ancora, Senku.» scandì il più forte tra tutti i primati, probabilmente consapevole del danno che aveva procurato all'altro. «Nonostante tutto, il progresso e la scienza non ti sono serviti in un corpo a corpo contro di me.»

Senku tossì del sangue. Gen si accorse di starsi mordendo le unghie per lo stress: non voleva Senku morisse, ma sapeva che doveva aver esaurito le sue carte.

«Sai, non sono irragionevole, Senku. Né stupido. Unendo le nostre forze potremmo fare cose incredibili, eppure tu ti rifiuti di collaborare.»

Senku lo fissò, mettendolo a fuoco stavolta, e l'ombra di un sorriso gli attraversò il volto. «Ti manca la tecnologia, non è vero? Vivi bene, sei il più forte, ma ti mancano i comfort che avevamo millenni fa.»

«A tutti mancano, e tu li sai realizzare. Mi piacerebbe non doverti uccidere, infatti.»

Gen si chiese perché allora lo avesse ridotto in quel modo; gli sembrava il volto di Senku avesse più crepe delle due solite, anche se probabilmente erano semplici rivoli di sangue scuro.

«Beh, tu puoi non uccidermi.» osservò Senku, tossendo poi di nuovo.

«Sai già la condizione per cui puoi restare vivo, Senku. A me la scelta di chi far tornare e di chi lasciar crepare, e tu puoi vivere.»

Il prigioniero lo fissò. «Non dovrebbe spettare a te scegliere.»

«E questo è il motivo per cui non possiamo coesistere se non come rivai, e anche così tu hai perso.»

Gli lasciò la testa, che ricadde sul pavimento roccioso della caverna. Tsukasa gli girò intorno, scrocchiandosi le nocche, e Gen decise di intervenire, anche se sarebbe potuto finire per terra con Senku.

«Aspetta, Tsukasa.»

I due lo guardarono. In effetti anche lui era un prigioniero, forse non avrebbe dovuto parlare, ma incrociò le dita delle mani - anche le sue legate, ma davanti a lui - in preghiera e per concentrarsi.

«Quindi tu vuoi resuscitare gente a tua scelta, Senku tutti quanti. Corretto?»

"Resuscitare" non era il termine corretto, ma nessuno dei due ci fece caso e Tsukasa confermò: «Non tutti meritano una seconda possibilità.»

«Beh, perché non accontentare entrambi? Li facciamo tornare tutti, magari prima i meno peggio, e ai non meritevoli fai sopportare quello che loro avevano fatto sopportare a tutti gli altri. È più divertente così, no?»

Era un piano pessimo. Un'idea oscena. Lo capì appena finì di parlare, ma c'era ancora una minima possibilità di che l'idea andasse.

«Cosa ci guadagnerei a dover uccidere i non degni così?» chiese invece Tsukasa.

«Senku stesso. La tecnologia. Hai detto che ti manca e che lui è l'unico che sa fare tutto questo, no? Vi venite incontro. Tu ottieni comunque tutto questo e Senku… beh, lui non muore.»

Senku lo guardava. Non riusciva a leggere quello sguardo, poteva essere gratitudine come di avvertimento come di odio.

«L'ho detto, ma quest'idea non mi piace.»

«Beh, era un'idea vantaggiosa per entrambi.» disse Gen con un'alzata di spalle. Tentativo fallito.

«Per me può andare.» disse Senku a piano, prima di tossire debolmente. Gen non era sicuro sarebbe rimasto cosciente ancora per molto.

Tsukasa gli mise un piede sulla testa, bloccandolo sotto di sé. «Stai zitto.»

«La mia idea era un accordo. Lui ha accettato. Se anche tu accetti, sarà fatta.» disse invece Gen, aggrappandosi a quella speranza e chiedendosi al contempo perché ci tenesse tanto Senku sopravvivesse.

Tsukasa lo fissò come un leone che guardava una gazzella, poi tolse il piede dalla testa di Senku e recuperò una lancia dal muro. La fece ruotare, poi si avvicinò di nuovo al ragazzo per terra.

Gen lo vide alzare la lancia e chiuse gli occhi. Non voleva assistere alla morte di Senku.

Sentì però due colpi nello stesso momento e li riaprì per capire cosa fossero. Erano le braccia di Senku, ricadute ai suoi fianchi dopo che la liana che faceva da corda era stata recisa.

Tsukasa fissò anche lui. Non lo vide muoversi, semplicemente prima aveva le mani legate, dopo le aveva slegate e aveva la punta della lancia a meno di un centimetro da un occhio.

«Accetto. Sappiate però che se fate anche solo un passo falso vi ucciderò entrambi. La tecnologia non mi è indispensabile quanto credete.» disse fissandolo, poi tolse la lancia e la rimise apposto.

«La tua stanza ha una brandina il più. Puoi lasciare Senku lì.» disse prima di andarsene. A quel punto Gen raggiunse Senku e constatò che era svenuto. Per sua fortuna, forse, il dolore doveva essere insopportabile.

Lo tirò su di peso e lo portò via di lì, verso la sua camera, e tornò finalmente a respirare.

Almeno per il momento sarebbe andato tutto bene.

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