24. Vacanza | Sei di Corvi

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BONJOUR, NON SONO ANCORA MORTA
Sta ff doveva uscire bella raccolta Seven stories about Kanej, ma non era abbastanza shipposa. Era però bella e ho deciso di concluderla e portarvela :D
Enjoy

-♥️-

Categoria: Missing Moment
Fandom: Sei di Corvi
Ship: Kaz e Inej
Rating: Verde
Spoiler: Del finale de Il Regno Corrotto

-♥️-

Comandare Ketterdam era sfiancante. Kaz Brekker era salito al potere, per così dire, dopo aver cacciato via Pekka Rollins, e se già prima i suoi nervi erano messi a dura prova per molti motivi, dopo essere diventato il capo sentì nitidamente i suoi nervi essere sul punto di cedere. Troppo lavoro, troppi idioti da comandare, troppo da controllare.

Così quando Inej fece tappa a Ketterdam con la sua nave e si intrufolò nel suo appartamento per salutarlo, la richiesta (la supplica) gli uscì spontanea.

«Non è che posso venire con voi?»

La ragazza lo guardò piuttosto confusa dalla richiesta. «Come?»

«Ho bisogno di una vacanza.»

Quella frase diceva molte cose e Inej, conoscendolo da così tanto tempo, le identificò tutte. Doveva essere stremato.

«Per me non c’è problema, ma non è una decisione che posso prendere da sola. Se per te non è un problema, chiedo alle altre e torno a farti sapere.»

La risposta della ciurma gli arrivò un paio d’ore dopo. Vide Inej appollaiata sulla finestra e chiese: «Qual è stato il verdetto?»

«Puoi venire con noi, ma ci saranno delle condizioni da rispettare. Te le diremo domani.»

Lui annuì. Non gli piaceva dover scendere a patti per una vacanza, ma gli sembrava meglio che rischiare un esaurimento nervoso.

Il giorno dopo si presentò al molo con il bastone in una mano e una valigia nell’altra. Non fu Inej a venirgli incontro, bensì una donna dello stesso incarnato scuro dello Spettro ma più alta e muscolosa. Squadrò Kaz come valutando di buttarlo in mare prima ancora di farlo salire a bordo e il corvino si sentì leggermente minacciato.

Salì sulla nave. Ovviamente sapeva che la ciurma di Inej era di sole donne, ma non si era affatto preparato a così tante giovani nello stesso posto. Giovani dall’aria pericolosa, pure.

Il capitano apparve davanti a lui come si fosse materializzata e sorrise. «Benvenuto sulla mia nave, Kaz.»

«Mi sento onorato ad essere potuto salire a bordo.» rispose il corvino. Doveva essere una frase di pura cortesia, ma si ritrovò a prendere per vere quelle parole nel giro di due secondi.

«Fai bene, non accogliamo uomini a bordo di solito.» disse la donna che lo aveva scortato a bordo.

«Stiamo facendo un’eccezione solo perché il capitano tiene a te e perché ci ha detto che l’hai liberata dal destino di schiava di piacere.» aggiunse una ragazza formosa dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Gli occhi di Kaz si soffermarono sui due pugnali che aveva nella cintura.

«Come ti ho anticipato, per stare con noi ci sono delle condizioni. Fosse stato per me non te le avrei messe, ma ascolto la voce della ciurma. Janine, illustra pure.» disse Inej con un sorriso, facendosi da parte per un’altra persona.

Janine era la donna robusta che aveva portato Kaz a bordo. Gli andò di fronte (lo superava in altezza di pochi centimetri, ma per Kaz fu abbastanza insolito dover alzare lo sguardo per guardare in faccia qualcuno) e disse: «Il capitano ha detto che volevi una vacanza. Beh, non la otterrai, non siamo una nave da crociera. Se vuoi stare su questa nave lavorerai come chiunque altra. Seguirai i nostri ritmi, e ringrazia che non ti facciamo fare turni più lunghi. La seconda condizione, forse anche ultima, è che questa è una ciurma di donne e la reputazione del capitano non verrà macchiata dalla tua presenza. Tradotto, è il momento di un bel cambio di look. Siamo d’accordo?»

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