31. Acrostici | Good Omens

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Buonaserissima.
La scorsa ff non mi soddisfaceva e l'ho tolta. Questa invece mi è venuta estremamente bene ed è la versione originale di una ff che pubblicherò altrove.
E niente, enjoy

-♥️-

Categoria: Missing Moment
Fandom: Good Omens
Ship: Aziraphale e Crowley
Rating: Verde
Spoiler: Nessuno

-♥️-

Le librerie, soprattutto quelle non molto frequentate, prendono facilmente polvere. Le librerie di grandi acquirenti avevano anche pile di libri un po’ ovunque: i libri erano sempre ben tenuti, ma sparsi che costituivano torri, che creavano stretti corridoi e, in generale, disordine.

Questi erano i motivi per cui ogni tanto Aziraphale, proprietario di una libreria poco frequentata, lettore devoto e collezionista, doveva dedicare una giornata alla pulizia.

Va detto che la libreria di Aziraphale si suddivideva grossomodo in due parti: quella dei libri a cui teneva, e quelli a cui teneva un po’ meno. I primi erano accessibili solo a lui, i secondi anche al pubblico, sebbene fosse più probabile ne entrassero di nuovi che ne uscissero in mano ad altri.

Aziraphale era geloso dei suoi libri, erano come figli per lui. Ci teneva.

I secondi erano anche gli unici in cui era possibile trovare della polvere, e sebbene i tomi fossero numerosi, Aziraphale si armò di panni puliti e si mise al lavoro, pulendo ogni volume e ogni armadio in cui trovavano alloggio.

Trovava estremamente divertente poi doverli risistemare. Metterli sui vari scaffali, uno vicino all’altro, in base alla data di uscita, alla lingua, ai colori, alle case editrici, alle edizioni, o semplicemente per le dimensioni. Non sempre li sistemava per genere letterario, e lo faceva perché meno gente cercava di comprare i suoi libri, meglio era.

Le pile di libri accumulate sui tavoli e accanto agli scaffali sparirono, rimesse nei loro posti. A volte mancavano pochi centimetri per farci stare dei libri e allora si poteva udire anche la voce del libraio mormorare: «Sarebbe un vero miracolo se ci fosse il posto per questo libro.»

Se si girava e controllava poco dopo, miracolosamente il libro trovava il suo posto e Aziraphale poteva proseguire. I suoi colleghi avrebbero odiato un simile utilizzo delle sue doti, ma a lui non importava ciò che pensavano loro. Non abbastanza, almeno.

Appena finiva di sistemare quei libri - e gli poteva portare via una mattinata come un giorno -, poteva procedere con la seconda parte della sua collezione. Prima di procedere si assicurava di indicare sulla porta che la libreria era chiusa: non voleva interruzioni mentre si dedicava ai libri a cui era più affezionato.

Dopo aver chiuso la libreria, si ritirava sul retro e, prima ancora di pulire, passava sempre una mano ad accarezzare i dorsi dei libri lì presenti. Ce n’erano alcuni del ventesimo secolo dopo Cristo come alcuni papiri del ventesimo avanti Cristo. Era una collezione vasta, curata, conservata immutata nel tempo.

Era un altro miracolo per preservare dei pezzi che anche solo lo scorrere del tempo avrebbe potuto distruggere.

Erano stati congelati così come quando Aziraphale li aveva trovati. Alcuni erano freschi di stampa, altri cadevano a pezzi già quando era riuscito a trovarli o quando qualcuno glieli aveva portati.

Nessuno di loro aveva polvere. Nessuno di loro aveva bisogno di una pulita. Alcuni avevano bisogno di una sistemata, ma li avrebbe rovinati ai suoi occhi anche solo riparare delle piegature negli angoli. No, quella sezione aveva bisogno solo di essere costantemente sistemata, perché era sua abitudine prendere quei volumi, rileggerne dei pezzi particolarmente apprezzati o ogni capitolo presente, traducendo senza sforzo ogni lingua, ogni grafia, ogni illustrazione.

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