56. Segreti e accordi | Merlin

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Buonaseeeeera
Non wattpad che ha offerto questa storia per i wattys 2022 quando ha letteralmente 55 capitoli slegati e molti pure smut?! Okay
Honoured but I will not partecipate.
Ora godetevi questa ff ispirata ad un video con Dark Merlin C:

-♥️-

Categoria: What if
Fandom: Merlin
Ship: Merlin e Arthur
Spoiler: Non credo? Anzi sì, su uno dei personaggi femminili, ma non guardo Merlin da anni e non ricordo quando

-♥️-

Le prigioni non erano mai state così silenziose. In genere quando erano piene, si udivano sempre dei gemiti o delle urla, che fossero di supplica o di rabbia.

Merlin però non ne udiva mentre scendeva i gradini. Quando finalmente scese l’ultimo gradino superò la porta d’accesso, un tempo vigilata dalle guardie. Non c’era nessuno al momento, non era necessario.

Per un momento rimase in piedi ad ascoltare. Sentiva alcuni respiri regolari di gente addormentata, poi finalmente udì un altro rumore: uno sferragliare di catene, debole ma comunque percepibile.

Sorrise e avanzò verso la fonte del rumore. C’erano molte persone in quella prigione e una sola non era stata addormentata magicamente.

Raggiunse quindi la cella più nascosta, una di quelle dove si mettevano i prigionieri da dimenticare, o quelli che erano troppo pericolosi.

Dentro c’era un prigioniero che ancora indossava gli abiti regali di qualche giorno prima. Aveva le braccia incatenate contro al muro, separate, le catene abbastanza lunghe da permettergli di muoversi all’occorrenza, anche se non abbastanza da arrivare alla porta. Non avrebbe mai costretto qualcuno fisso al muro, senza potersi spostare: sarebbe stato disumano.

In quel momento però il prigioniero gli serviva così. Gli occhi pizzicarono leggermente, poi con un solo gesto le catene iniziarono a ritirarsi, prima lentamente e poi velocemente finché il prigioniero non fu a braccia spalancate, la schiena costretta contro il muro.

Fu allora che il prigioniero vide che aveva una visita.

«Chi diavolo sei?! Lasciami andare!» sbottò Arthur Pendragon.

Merlin aprì la cella senza dire nulla, Se la chiuse alle spalle appena fu dentro, poi si abbassò il cappuccio.

Rimase affascinato dall’espressione di puro sollievo che comparve sul volto del principe quando lo riconobbe. «Merlin.»

«Principe.» rispose Merlin, un lieve sorriso sul volto.

«Per una volta sono davvero felice di vederti. Merlin, c’è un mago nel castello, ha stregato tutti, io sono qui… Presto, liberami, dobbiamo fermarlo!»

Non riuscì a trattenere una risata. Arthur era sempre stato cocciuto, non doveva stupirsi se ancora non aveva capito.

«Liberarti? Con tutta la fatica che ho fatto per metterti lì? Non direi. Sei pesante.»

Arthur per un momento aprì e richiuse la bocca, come non sapesse cosa dire o da dove iniziare. Alla fine indurì l’espressione e disse: «Merlin, liberami. È un ordine.»

«No.»

«Sei il mio servitore e io sono il principe, non puoi rifiutarti!»

«Perché, altrimenti che fai, principe? Mi trafiggi?» chiese Merlin inclinando leggermente il capo.

Arthur divenne paonazzo, ma Merlin non lo lasciò proseguire: «Inoltre sei un prigioniero. Sei sicuro che il tuo titolo valga qualcosa adesso? Rispondo io per te: assolutamente niente. E non definirmi servitore: non sono il tuo maledetto servo. Mi sono stufato di dover correre a destra e a manca per qualcuno che a stento ricorda il mio nome.»

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