Loren

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Consiglio a tutti i lettori di rileggere i capitoli precedenti contrassegnati con una ✔️. Sono state fatte modifiche e aggiustamenti.

L'incantatrice di serpenti; Henri Rousseau

L'incantatrice di serpenti; Henri Rousseau

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-Loren Mason, diciassette anni. Precedenti sedute psicologiche hanno dimostrato l'incapacità di vivere nel reale. Distaccata dal presente, il soggetto potrebbe aver compiuto un crimine efferato che il suo subconscio seppellisce nei meandri più oscuri della psiche. Intrattiene un rapporto intimo con Edward Johnson nel periodo precedente alla sua morte, è minacciata di essere denunciata da Theodore Williams- Kyla si sfila gli occhiali e smette di leggere.

Loren le siede davanti, un flutto spumoso di capelli le lambisce l'occhio destro. Nell'iride gocciola l'immagine fluida di quella stanzetta spoglia.

-Io e lui eravamo intimi, ma questo non mi rende una possibile sospettata. Mi sono portata altri ragazzi a letto, non mi sembra che qualcuno di loro sia invischiato in un caso di omicidio.-

-In verità abbiamo convocato anche Andrew Evans.-

-Touché. Sono oltremodo intelligente, non ucciderei qualcuno solo per non essere denunciata alla polizia postale. I lavori socialmente utili sono umilianti, ma non equiparabili all'ergastolo. State prolungando le indagini inutilmente e lei ha la faccia di una persona annoiata, che per divertirsi inventa dei problemi inesistenti. E viene a criticare la mia scarsa attinenza alla realtà.

Ed era un pazzo piromane, è complicato fare due più due e capire che è stato lui l'assassino? Non era dotato di un'arguzia particolare: non mi sorprende che abbia combinato un pasticcio e sia morto. Patetico fino alla fine.

Non sono incapace di vivere nel presente e la psiche non mi nasconde nulla. L'inconsistenza dei miei rapporti umani non riflette un'incapacità di ragionamento, bensì un pragmatismo svincolato da ogni legame superfluo.

Io sono come il mare, non ho né forma né patria. Inconoscibile, nessuno rimane in vita per svelare quali tesori si celano sul fondale. Menzognero, tradisce anche le fasi lunari. La sua solitudine è proporzionale all'infinita estensione delle acque. Dove vanno a finire le onde quando muoiono?-

-Non abbiamo tempo per queste domande superflue. Sei qui per...-

-So perché sono qui, ma è poco gentile da parte sua definirle domande superflue. La morte delle onde, quella di Edward e Theodore... non c'è differenza. Nessuno se ne accorge.-

Kyla Powell pensa che quella ragazzina farebbe perdere la pazienza all'investigatore più serafico. Disquisire di un argomento lontano da quello principale, distrarre l'interlocutore e trarlo in inganno quando meno se l'aspetta. Altro che lontana dalla realtà: sulle braccia incrociate regge le menzogne degli altri sei accusati.

-Dalle 20:00 alle 21:16 sei stata con Joseph in pizzeria. Ha accennato a una lite in famiglia, dovuta a cosa?-

-Suo padre gli ha tirato uno schiaffo e gli ha detto di essere un fallimento. In pratica, abbiamo parlato al telefono per l'intero pomeriggio. Lui si è chiuso in camera sua e non voleva uscire. Ogni volta che passava i suoi genitori esprimevano il loro disappunto.

"Ti giuro, mi guardano come se fossi una delusione ambulante. Alla fine sono loro i degenerati che mi hanno cacciato di casa, ma che ci vuoi fare, non saranno mai abbastanza empatici da comprenderlo."

Abbiamo riattaccato e io ho guardato la televisione con mia madre, fino a quando una notifica non mi ha distratta.

Mi sono tagliato

Come hai fatto?

Non ha risposto, poi ho capito cosa intendesse.

Vuoi chiamarmi?

Se non ti dispiace, uscirei

Ci siamo incontrati. Aveva gli occhi arrossati a causa del pianto e sull'avambraccio sinistro spiccavano due tagli.

"Una pizza la mangerei volentieri" ha esordito.

"Anche io" gli ho preso la mano "cosa è successo?"

Sembrava una normale chiacchierata. Con la mano nascosta nell'incavo del gomito, gli accarezzavo la pelle scorticata.

"Sono andato a prendere dei biscotti in cucina. Mio padre è entrato e mi ha cacciato, stavo facendo troppo rumore. Era stanco e io, con il mio respiro, intralciavo il suo riposo. Stringeva la sedia come se me la avesse voluta scagliare contro. Mi sono ritratto, mia madre e mio fratello erano lì e non hanno fiatato. Gli ho detto che non c'era bisogno di fare tutta quella tragedia. Allora lui ha risposto va bene, facciamo casino. Ha acceso il computer e ha messo una base da karaoke. Mi stava umiliando. Gli ho chiesto perché dovesse farmela pagare così e lui ha sputato una risata. Non te la sto facendo pagare per niente, tu sai quello che sei. E io ho urlato perché, cosa sono? Lui mi ha dato uno schiaffo e mi ha detto che sono un fallimento. Mi sono sentito stupido."

So la verità che si cela dietro la riammissione di Joseph in famiglia. In pubblico lo trattano con l'amore che si riserva al figliol prodigo, in privato lo vessano in ogni maniera.

Lo sa come si sono comportati quando ha tentato il suicidio? Suo padre ha intavolato qualche battutina di spirito, sua madre si lamentava di aver guidato troppo a lungo e suo fratello giocava con il cellulare.-

-Non credi che Joseph meriti questa indifferenza?-

Loren si accinge a rispondere avvelenata, ma la porta della stanza viene spalancata indelicatamente.

-Oliver Webster è qui- annuncia un poliziotto.

L'indagata scorge un ragazzo dietro il vetro. Alto e magro, il collo sottile come uno scheletro sorregge un volto incorniciato da una cascata di ricci. Con l'indice segna un tragitto orizzontale lungo la gola, inclina la testa di lato, rotea gli occhi indietro e caccia la lingua. Si ricompone non appena Kyla si gira per accertarsi della sua presenza.

-Fallo entrare.-

Lo scheletrino fa capolinea sulla soglia. L'angolo delle labbra si protende fino all'occhio, come se volesse strappargli la faccia.

-Ciao, Loren. Alzati, ora tocca a me- con lo stesso indice che aveva simulato lo sgozzamento, le solleva il mento –Quanto dovremmo inseguirci ancora, io e te?-

Profilo Instagram:
@lorennnmason

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