Stay

Zoe

-Sono chiusa in una clinica per pazzi. Dopo che i miei genitori hanno scoperto il blog, mi hanno sequestrato ogni apparecchio elettronico e mi hanno spedita in riabilitazione. Non sto migliorando, continuo a rifiutare il cibo e a ficcare le unghie negli occhi delle infermiere. Desiderano vedermi infelice e grassa come una balenottera, ma non darò loro questa soddisfazione.

L'unica componente positiva è la presenza di Drew e, di conseguenza, di Elsa e Lukas che lo vengono a trovare.

Non conoscevo Drew se non per fama, sapevo che lanciava i banchi dalla finestra e rigava le macchine dei professori: fine. Adesso condivido lo spazio e il tempo con lui. Sono affine a quel ragazzo da cui mi sono tenuta a debita distanza, ci accomuna una qualità particolarissima: non abbiamo un futuro.

La mia camera è a fianco alla sua e, dopo uno dei miei scatti di rabbia, è venuto a trovarmi. Io giacevo in posizione fetale sul letto, la temperatura corporea era di circa quaranta gradi. Avevo rivoluzionato la clinica nel giro di un'ora e adesso annaspavo sui vestigi dell'ira.

"Di questo passo finirai per perdere i polmoni, non ti addormenti? Sento la tua asma di là."

"Non volevo darti fastidio."

"Non mi dai fastidio, mi preoccupavo" bazzicava intorno la camera, poi si è fermato davanti al letto.

Oltre alla mancanza di futuro ci accomuna anche la dipendenza. Lui dalla droga, io dal controllo. Dopo una seria valutazione di costi e benefici, durata all'incirca trenta secondi, sono giunta alla conclusione che mi sarebbe convenuto fare amicizia con lui.-

-Fare amicizia con il potenziale assassino del tuo fidanzato morto? L'hai superata in fretta.-

-Non ero innamorata di Ed e Drew non è l'assassino, il fatto che sia un ragazzo difficile non comporta questa squallida deduzione da romanzo giallo d'appendice.

"Guarda cosa sono riuscito a rubare all'infermiera" ha estratto un pacchetto di sigarette dalla tasca della felpa. L'ha aperto e ha sfilato un accendino, come se fosse un prestigiatore che tira fuori i conigli dal cilindro.

"Non possiamo usare gli accendini!"

"Lo so, ma mi andava di fumare e sono troppo orgoglioso per farlo sotto la loro supervisione. Tanto io non sono un suicida e non credo che tu voglia morire bruciata viva. Ti va?"

Sono rimasta zitta, non avevo mai fumato e non sapevo farlo. L'ha capito subito e si è messo a ridere.

C'era un non so che di affascinante in quel ragazzo rovinato, con la sigaretta nella bocca ghignante e gli occhi arrossati.

"Che figlia di papà."

Mi sono seduta a gambe incrociate e lui si è posizionato qualche centimetro dietro di me, mi ha scostato i capelli sulla spalla destra e mi ha infilato il filtro tra le labbra. Non volevo tossirgli il fumo in faccia come una novellina, ma è stato più forte di me.

"Ci farai l'abitudine" si è steso con le mani dietro la nuca "Con me farai l'abitudine a un sacco di cose."

"Disturbo?"

Mi sono staccata da Drew dopo aver sentito la voce di Lukas. Sono avvampata.

"E anche se disturbo, entro lo stesso perché è orario di visite."

Aveva un'espressione sibillina, il suo sorriso splendeva di una furbizia innocente.

"Guastafeste" Drew ha sbuffato.

"Io la festa la creo, mica la guasto."

A volte ha quel modo di fare che si dissocia totalmente dalla persona che mostra di essere. Mi chiedo quale sia la sua vera faccia. Si è messo tra noi due.

"Drew ha insegnato a fumare anche me" si è messo una sigaretta tra le labbra e ha sfilato l'accendino dalle mani di Drew "devi fare così" ha schiuso la bocca e l'ho imitato. Mi ha sbuffato il fumo dentro, poi mi ha strizzato l'occhio. Le sue dita lunghe incastravano il filtro. Cominciavo a capire cosa ci trovavano tutti in lui.

"No, sei un guastafeste e basta" Drew gli ha morso la spalla. Lukas non ha mostrato sofferenza, ma ha riso.

"Scommetto che Zoe è d'accordo con me" si è sollevato verso la mia faccia "dillo che le feste le creo e non le guasto."

"Sì, Lukas, te lo dico" gli ho baciato la spalla morsa da Drew.-

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