Elsa

225 16 4
                                    

-Dov'è Joseph? Vuoi farmi credere che anche questa volta non disponi di alcuna informazione? Non si rilevano sue tracce da più di quarantotto ore.-

-È qui che si sbaglia, agente, io ho ricevuto il messaggio delle sue ultime volontà, usi il termine che più l'aggrada.

Papà ha trovato una scatola di scarpe fuori la porta di casa. Era pitturata con smalti di diverso colore e chiusa da dello spago. L'ho agguantata rapacemente e sono entrata nella mia camera, l'ho aperta e ci ho trovato sette lettere chiuse da un sigillo in cera.

Su ognuna di esse spiccava, in elegante grafia, un nome: Elsa, Drew, Zoe, Jake, Lukas, Loren. In fondo, giaceva una pergamena arrotolata con un fiocco rosso.-

Elsa porge la pergamena a Kyla, che la legge ad alta voce:-Carissima Elsa,
ti affido un compito di massima importanza: è tuo dovere consegnare queste lettere ai loro destinatari. Naturalmente, ce n'è una anche per te. Dovrete aprirle solo quando sarete tutti insieme. Ti conviene sbrigarti, se mi troverete in tempo, mi salverete la vita; in caso contrario sarete i miei assassini. Senza affetto e con molta rabbia,
il non tuo,
Jo.-

Kyla si ferma per qualche secondo e poi aggiunge –Ha disegnato un cuoricino sotto la firma.-

—Quindi? Si può essere più megalomani di così? Ho incontrato il resto della banda per eseguire i dettami di quello psicopatico. Sono già stata accusata di un omicidio, grazie, mi basta.

Li ho avvertiti e circa un'ora e mezza dopo ci siamo ritrovati da Oliver. Persino Drew e Zoe, scappati chissà come dal centro di riabilitazione, erano seduti sul divano dai cuscini stirati del padrone di casa.

Oliver, per inciso, giocava con l'abaco sul tavolo in vetro e non ascoltava una parola. L'ho guardato trucemente, Loren ha gettato sul pavimento l'oggetto e ha accavallato le gambe "Prego, parla pure."

Ho spiegato loro la faccenda e ho consegnato le lettere. Questo ruolo da postina infelice non mi si addiceva affatto.

Abbiamo sciolto il sigillo e abbiamo letto il contenuto. Nella mia c'era scritto: "In quel castello dove Cenerentola si è innamorata del criminale. Ecco dove mi troverai."

Era un indizio che avevo prontamente decifrato. Quindi, senza aspettare altro, mi sono fiondata fuori dall'appartamento e ho chiamato un taxi. Avevo paura, lo ritenevo capace di fare qualsiasi cosa perché mi assomigliava. Odio le persone che mi somigliano.

Ho comunicato l'indirizzo all'autista, che mi ha scarrozzata fino al palazzo ottocentesco in cui, non molto tempo fa, la mia famiglia e quella di Drew avevano organizzato una delle loro cene fasulle di beneficenza.

Il tassista se n'era andato e io ero sola. Non riconoscevo più il posto, oscuro e non addobbato a festa mi comunicava una certa inquietudine.

Kyla, mi arresti pure, ma sono stata costretta a violare un domicilio: sono spudoratamente entrata di nascosto.

Ho salito le scale nere che si aggrovigliavano manieristicamente, avevo l'impressone di star proseguendo nel nulla e che per quanto mi sforzassi, quei gradini fossero destinati a duplicarsi all'infinito. Senza fiato e neppure più con la paura di inciampare, sono arrivata all'ultimo piano, la terrazza dove si era tenuto il ricevimento.

Ho spinto la porta antincendio che collegava l'interno del palazzo con l'esterno, trovandola aperta.

Sono sbucata fuori e un fiotto di aria fredda mi ha raggelata, ma non quanto il sontuoso e macabro spettacolo che si offriva di fronte a me.

Nel mezzo del terrazzo, sotto la tettoia di archi a tutto sesto, c'era un tavolo circolare riccamente apparecchiato. Ogni tipo di cibaria si affastellava in una scenografia curata nei minimi dettagli: dal pesce alla carne, dalla frutta alla verdura, dai dolci allo champagne. Al centro un segnaposto in ferro, su cui era stato inciso il mio nome. Attaccato al segnaposto, una nuvola di palloncini dai colori dell'arcobaleno.

Li ho tirati giù a fatica, erano tantissimi e resistenti e su ognuno di essi c'era una frase del Ritratto di Dorian Gray.

Tra un "avrebbe ucciso il passato, e una volta morto il passato, sarebbe stato libero" e un "Era la vivente morte della propria anima che lo ossessionava"; ho individuato il suo messaggio:

"Elsa, ti ho ingannato e me ne dispiaccio, sei molto lontana da me e a questo punto hai davvero pochissimo tempo per raggiungermi. Non sono in quel palazzo in cui avrai vagato per una buona mezz'ora prima di trovare questo biglietto. Sotto ti allego l'indirizzo in cui mi trovo. Ti prego, sbrigati."

Beh, a quel punto speravo davvero che non mi stesse prendendo in giro: il luogo da dover raggiungere era distante venti chilometri.-

Instagram:
@elsaabianco

StayWhere stories live. Discover now