Jake

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-Che cosa rappresenta per me Joseph?

Che domanda assolutamente sfacciata e irrispettosa.

Io vedo la vita come una sequela di rapporti di forza, i cui protagonisti siamo io e il mio nemico. Pertanto, Joseph attualmente ricopre quel ruolo.

Questa inimicizia sfoggia un corredo di contraddizioni interne, per cui sono costantemente proteso tra l'impulso omicida e la contemplazione amorevole. Io lo ammazzerei, ma poi giacerei col suo cadavere per non lasciarlo andare.

Ho ricevuto una lettera come gli altri, breve e coincisa:
"Mio Jake,
non a caso utilizzo questo termine per designarti. Quanto mi appartieni, lo sappiamo solo noi due.
Ti prego, salvami: ho paura di morire tanta quanta ne ho di rimanere senza di te.

Cercami e trovami dalla Sodoma in cui Adone ha perso la dignità."

Come un automa mi sono diretto alla metro, il treno mi avrebbe portato proprio davanti all'albergo in cui, qualche mese fa, solevo prostituirmi.

Se ha ascoltato le cassette, saprà che una sera un cliente meno gentile mi ha picchiato e che dopo, Jake e Lukas sono venuti in mio soccorso.

Da allora ci sono tornato varie volte, proprio con Joseph.

"Trovo molto eccitante" mi ha detto "scopare sul letto dove hanno giaciuto i tuoi clienti. Portamici."

Non ha voluto sentire storie, mi ha letteralmente obbligato a pagare una camera per due per la notte.

"Spogliati" mi ha imposto imperiosamente, una volta chiusici dentro.

"E perché dovrei? Non ascolto i tuoi ordini."

"Perché non dovresti spogliarti? Andiamo, con i tuoi clienti lo fai. Cosa cambia con me?"

"Va bene, ti tratterò proprio come un mio cliente. Fare la puttana è quello che mi riesce meglio" mi sono allontanato e ho iniziato a sbottonarmi la camicia "Ti infastidisce?" le dita vibravano sulla stoffa, Joseph divorava ogni millimetro di pelle che veniva scoperto "Sei geloso?" una volta a petto nudo ho allargato le braccia e ho oscillato verso di lui.

Ha afferrato stizzito il colletto della camicia e mi ha tirato contro il suo corpo "Non posso essere geloso di qualcosa che mi appartiene. Io ti uso quando mi pare."

"Ti piacerebbe" ho appoggiato la lingua sulla sua tempia e ho proseguito per la dolce curva del viso. Ho ingoiato il suo sudore perché niente del suo corpo venisse sprecato, evaporando nel ladro etere.

Ha cercato di slacciarmi i pantaloni come un animale. Gli ho afferrato le mani e l'ho schiaffeggiato "No."

"Ma io voglio."

"E io ho detto no."

La tortura più orribile era quella di privarlo del controllo. Ho sfilato la cinghia e calato la zip dei jeans. Joseph ha mosso i fianchi in avanti, invano. Stava sbocciando come un fiore che spalanca la corolla grondante di miele appiccicoso. E io non lo stavo nemmeno sfiorando.

"Inginocchiati" ha ficcato le unghie nelle coperte del letto . Era un tiranno tenerissimo, mi avrebbe aperto il petto in due perfette metà con amorevole cura "Per favore" ha aperto di nuovo le gambe e ha inclinato la testa. I suoi ricci abbracciavano il buio in soffici spirali.

Mi ha sorriso e le mie ginocchia si sono piegate senza volontà. Sono caduto sul pavimento ai suoi piedi. Mi aveva vinto ancora una volta e lo sapeva.

"Non posso essere geloso di qualcosa che mi appartiene" ha ribadito infilandomi il pollice in bocca. L'ho aiutato a sollevarsi dal tavolo per spogliarsi dei pantaloni.

La lampada emanava una luce giallastra e soffusa, a cui il mio sguardo era escluso dalle spalle di Joseph, che si contraevano in muti singulti ad ogni mio tocco. Volevo estrarre da quel corpo tutto quello che aveva da offrirmi, prelevare sangue e sostanze vitali e farle giacere eternamente col sudore dapprima ingoiato.

Mi sentivo agganciato da un legame ambiguo e sinistro. Io ero per lui il docile servitore, il fratello fedele e l'amante segreto.

Una volta finito si è alzato ancora tremante e spossato, oscenamente sporco gocciolava per tutto il pavimento.

"Sei stato proprio bravo, quanto ti devo?"

Mi è sembrato sentire l'eco della sua voce quando sono entrato in quella camera vuota e fredda. Sui cuscini piatti e spiegazzati era posato un biglietto.

"Se sei arrivato fin qui, vuol dire che hai seguito le mie istruzioni, anche se invano.

Ti sono grato per questa dedizione, ma ora sono in pericolo di vita, molto più di prima e se non ti affretterai, non so cosa rimarrà di me.

Se non desideri essere colpevole della mia morte, affrettati nel cercarmi all'indirizzo che ti allego infondo alla pagina."

Neppure il tempo di rendermi conto della lontananza del posto designato, che mi sono catapultato fuori l'albergo. È lì che ho trovato anche Lukas.-

StayWhere stories live. Discover now