Ed✔️

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-Non ero mai stato a una festa del genere prima d'ora. Avrei continuato volentieri a farne a meno, se Jake non mi avesse letteralmente obbligato ad accompagnarlo. Lui ama questo genere di cose, ma io sono un solitario, fuggo dai branchi.-

-Una festa non è necessariamente sinonimo di "fare branco". È un'opportunità per socializzare e per non avere pensieri.-

-Di certo non quella festa, con quegli invitati. Ma lei ha idea di cosa succede quando si chiudono in una stessa gabbia degli animali feroci? Finiranno per scannarsi.

Di mattina sono andato ad allenarmi nella stessa palestra in cui mi sono iscritto per combattere. Il proprietario ha assistito alle mie capacità ed è rimasto colpito, sapeva di avere un vincente tra le mani. Dopo avermi chiarito il giorno e il luogo in cui si sarebbe svolto il mio primo incontro, mi ha dato una lista di nomi stampati, talmente lunga da occupare due pagine.

"Questi saranno alcuni dei tuoi possibili sfidanti. Gli ultimi che vedi sono quelli ritenuti imbattibili. Se sei valido come penso, non passerà molto tempo prima di affrontarli" mi ha spiegato.

Ho dato un'occhiata veloce e, tra i nomi in fondo alla lista, spiccava in inchiostro nero quello di Andrew Evans. Non sono riuscito a trattenere un sorriso. L'avrei fatto a pezzi.

Una volta a casa mi sono seduto al tavolo e ho iniziato a giocherellare con un accendino, con davanti un vasetto di yogurt. Amo la sensazione di vedere la fiamma guizzare e bruciacchiarmi i polpastrelli.

"Dove sei stato?" Jake è entrato in cucina e mi ha preso l'accendino dalle dita. Mi monitora da quando ci siamo trasferiti, mi aveva costretto a giurare che non mi sarei più immischiato in certi giri. Io gliel'avevo giurato, certo, però non ero mica sincero.

"In palestra ad allenarmi" ho risposto, riappropriandomi dell'accendino.

"Ad allenarti? Quando dici bugie, sorridi."

"Non farmi domande per cui non vuoi una risposta sincera."

Jake ha stretto lo schienale della sedia con due mani, ai lati delle mie spalle, immobilizzandomi "Anche qui? Finirai ucciso. Non puoi trovare un lavoro normale?"

"Un lavoro normale non basta per sostenerci entrambi."

"Io non ho bisogno del tuo sostegno. Ce la faccio da solo, ora. Smettila di metterti in pericolo, di comportarti come se dovessi dimostrare di essere il più forte di tutti. Non sei un super-eroe, un giorno troverai qualcuno che ti fregherà, che ti farà male sul serio."

"Non scherzare, nessuno mi farà male sul serio. Lo sai perché?" l'ho acciuffato per il colletto della maglia e gli ho fatto poggiare il petto sul mio "perché sono invincibile" e dopo ho riso per la mia stronzata. Magari quello che voglio è trovare qualcuno che mi freghi, correre un vero pericolo. Non voglio rischiare di non aver vissuto.

Jake non mi conosce sul serio, lui di me sa ciò che gli voglio far sapere. Come tutti quelli che mi stanno intorno. C'è solo una persona che sa cosa mi passa per la testa, ma è lontana e lo sarà ancora per molto. Fino ad allora, sono tranquillo. Se nessuno mi conosce davvero, sono proprio invincibile.-

-Credi che sia così? Non ti rende più debole?-

Ed schiaccia la lingua tra i denti, pigia il mento sul petto, solleva le pupille e fissa Theodore –Debole? No, d'altronde è facile essere il più forte tra queste cimici insicure. Chi potrebbe ferirmi? Sono l'unico che può innamorarsi senza temere di essere spezzato. A nessuno conviene spezzarmi.-

-Sembra che cerchi di salvare le persone solo per autocompiacerti, come se di loro non ti interessasse realmente.-

-Una volta Jake mi ha rinfacciato che l'ho aiutato per legarlo per sempre a me. Avrebbe dovuto sentirlo, era così arrabbiato, mi ha fatto passare per un mostro.

"Aiuti le persone per sottometterle. Non vuoi amici, ma debitori. Tu adori che la gente abbia un debito non saldato con te."

Il sangue mi colava sulla faccia. Avevo combattuto e vinto, lui aveva assistito alla sfida. Il mio rivale era quasi morto sul ring, fu portato in ospedale. Il giorno dopo seppi che non aveva superato la notte, quella stessa notte in cui Jake mi diede addosso come se avessi picchiato lui. Era terrorizzato, non voleva perdermi.

Forse è vero, mi piace creare debitori.-

-E tu, Edward, sai cosa significa essere debitore?-

Ed oscilla la testa, i capelli rossi seguono i suoi movimenti –Quella notte ho abbracciato Jake con tutto il mio amore. Gli ho sussurrato di non piangere, perché io non sarei morto a meno che non l'avessi voluto. Che avevo ancora tante cose da fare, tanti perdenti da umiliare, tante vittorie da ingoiare. Mi ha portato a casa in macchina, poi mi ha seguito.

"Tu non torni? Tuo padre potrebbe arrabbiarsi" gli ho chiesto, sulla soglia della porta.

"Voglio stare con te" era così vicino che lo sentivo respirare sul mio collo.

Ho appoggiato la fronte sul legno della porta, gli ho stretto la mano e siamo entrati. In bagno, mi sono seduto sulla tavoletta del water abbassata e Jake ha fatto scorrere l'acqua del bidet. Si è bagnato i palmi e me i ha passati sulla faccia, lavandomi via il sangue. Mi sono sentito amato.

"Mi prenderò cura di te" ha detto dolcemente, asciugandomi con la carta igienica.-

-Sembri innamorato di un ricordo.-

Ed svuota i suoi occhi sognanti –Ognuno di noi ha dei ricordi.-

-Alla fine Jake ti ha convinto a partecipare alla festa?-

-Sì.

"Cosa indossi stasera?" mi ha chiesto.

"Le mutande per dormire.

"Molto divertente. Con il fisico che ti ritrovi devi assolutamente indossare qualcosa di aderente. Alla festa ci guarderanno tutti" mi ha lanciato addosso una maglia bianca, con la stampa di una rosa dietro.

Gliel'ho ridata gentilmente "Non metto questo genere di cose, e poi non andrò a nessuna festa."

Cinque minuti dopo Jake mi stava costringendo a mettermi i pantaloni in un corpo a corpo sfiancante. Mi ha spinto contro la porta di casa e io mi sono aggrappato alla gamba del tavolo. È stata una vera e propria sommossa. Alla fine mi sono arreso e ho preteso almeno di indossare una maglia normale.

Siamo usciti e siamo arrivati fuori la discoteca in moto. Mentre guidavo pensavo che quella aveva le premesse per essere una serata calma. Lo vede che ci provo ad essere ottimista?

Jake non ha aspettato un attimo per entrare, lo avrei seguito se non avessi visto Drew parlare animatamente con Loren. Conosco ormai quella ragazza per fama: tutti i giorni viene a scuola, piange e ha attacchi di ansia. Io credo che sia solo un modo per saltare le lezioni e chiacchierare con le amiche in bagno e che Drew non l'abbia mai toccata.

Non sminuirei mai una violenza sessuale, ma in questo caso non c'è stata. Però lei è divertente. L'ho sentita parlare al telefono con qualcuno dello shopping sfrenato che aveva fatto con i soldi del risarcimento.

Drew non mi è particolarmente simpatico, e i nemici del mio nemico sono miei amici.

Aveva alzato la mano in aria per colpirla, gli ho afferrato il polso e l'ho tirato via "Ora picchi anche le ragazze? Ti tieni allenato, sei un ottimo giocatore" gli ho lanciato una frecciatina, ma non volevo che sapesse che sto per essere inserito nel suo stesso giro di combattimenti.

Non era lucido, mi ha sbattuto contro il muro e mi ha urlato in faccia, una vena gli pulsava sul collo in procinto di scoppiare. Gli ho afferrato il viso, avevo il proposito di fargli tanto di quel male che avrebbe dimenticato il suo nome.

"Ma quella è Zoe?!" una domanda concitata mi ha obbligato ad alzare gli occhi in aria.

Non ho subito realizzato la gravità del fatto che Zoe fosse in piedi sul cornicione del palazzo.-

Profilo Instagram:
@edwarddjohnson

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