Loren

501 70 15
                                    

Lady Lilith; Dante Gabriel Rossetti

Io posso inventarmi qualsiasi cosa, posso prendermi gioco della gente, dar vita a mistificazioni e ragazzate

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Io posso inventarmi qualsiasi cosa, posso prendermi gioco della gente, dar vita a mistificazioni e ragazzate... e non ho la sensazione di essere un bugiardo e non ho la coscienza sporca; quelle bugie, se vuoi chiamarle così, quelle bugie sono me, così come realmente sono, con simili bugie io non fingo, con simili bugie in fondo dico la verità. Ma ci sono cose nelle quali non riesco  a mentire. Ci sono  cose nelle quali sono penetrato, delle quali ho compreso il senso, cose che amo e che prendo sul serio. E lì non è possibile scherzare. Se mentissi, umilierei me stesso, e questo non va, non me lo chiedere, non lo farò.
-Milan Kundera; Amori ridicoli

-Parliamo di te, Loren. Quello che è successo deve averti destabilizzata. So quanto tieni a Joseph e il suo tentato suicidio è stato un colpo per tutti. Come stai affrontando la cosa?-

-Mi dica, qual è la risposta esatta? Io sono triste, scoraggiata e vorrei vendicarmi, ma ammettendolo il mio profilo psicologico sarebbe arricchito negativamente. Ne consegue che la mia libertà di espressione è fortemente limitata.

In base a questo semplice sillogismo è pressoché impossibile che le dica la verità.-

-Non sono qui per giudicarti.-

-Ma per favore, cosa crede, che non sappia che mi reputa la mela marcia di questa allegra banda di squilibrati mentali? L'apatica che tenta il suicidio perché ha rotto col fidanzato, il paladino delle donzelle in pericolo, l'eroinomane patetico e schizzato, l'anoressica con problemi di megalomania, il gay represso e violento, il prete che pratica messe nere e quell'altro lì, che ha decantato i fasti del suo orgoglio, finendo a tagliarsi le vene perché il migliore amico lo rifiuta.

Io amo Joseph come un fratello e non sono ancora riuscita a perdonarlo. Ha messo a repentaglio la sua vita, che è anche la mia. Non si accorge che a ogni sua azione soffrono troppe persone. Sa essere un egoista.

Sono andata a trovarlo tutti i giorni in ospedale.

Non ci siamo mai parlati apertamente.

Mi guardava come fossi un'estranea, qualcuno da cui si cercherebbe compassione perché è solo questo che può darti.

"Lo stanno facendo perché si sentono in colpa." ha esalato un pesante sospiro carico di consapevolezza, ho risposto con lo spirito di una madre che deve sfatare il mito di Babbo Natale e della sua generosità incondizionata al figlio, ancor vergine di cattiveria.

"Non voglio mentirti, perciò sì, probabilmente è così."

Il soffitto bianco della stanza assorbiva i nostri pensieri, stesi sul letto lo dipingevamo con i colori della nostra anima.

Rosso: il fegato attanagliato da scottanti vampate d'ira, gli occhi neri di Joseph come carboni ardenti e il suo corpo fremente come se il fuoco gli avesse donato nuova vita, un motivo per alzarsi da quel letto d'ospedale.

Mi chiedevo come facesse a restare tanto deluso da un egoismo che conoscevamo bene entrambi.

"Non meritano questo sguardo, lo sai?"

Arancione: i connotati di Joseph erano più rilassati, fuoco e fiamme cedevano il posto ad un malinconico ma suggestivo tramonto d'estate, un orizzonte che rischiava di non sorgere più dalle tenebre perché, se sai che sarà l'ultimo, diventa subito più bello.

"Ti ho fatta soffrire?"

"Non troppo, ho visto Elsa con la ricrescita oggi, direi che è un bel testa a testa."

Giallo: alla fine il sole era sorto e non sarebbe stata l'ultima volta. Rischiarava i nostri visi con un flebile sorriso, li investiva di luce levandosi in un limpido cielo di mezzogiorno.

"Noi non ci siamo mai detti di volerci bene" ha osservato.

"Perché io sono una bugiarda e tu non lo diresti neanche sotto tortura."

Azzurro: l'immenso, la sovrastante grandiosità della volta celeste, che ci rendeva piccoli e insignificanti.

"Ti voglio bene."

"... Anche io."

Verde: sotto un cielo sereno, c'è sempre un giardino rigoglioso; quello era il giardino su cui Joseph e io solevamo giocare da bambini, il giardino della complicità e delle speranze per il futuro. Si impregnava di inedia, angoscia ed estenuazione, tratteneva bugie maligne e a fin di bene.
Da quei semi della vergogna, il prato avrebbe tratto linfa per la fioritura.

"Non era così difficile." ci siamo uniti in un abbraccio talmente sincero da risultare strano.

Viola: una distesa di orchidee sbocciava su un prato non più spoglio.

"Tu pensi ne valga la pena, di vivere questa vita?"

"Devo venir meno al mio iniziale proposito di non volerti mentire e ti dirò: sì Jo, ne vale la pena. Ne vale la pena se questo ti convincerà a restarmi a fianco."

Indaco: le lacrime avrebbero annaffiato i fiori, guarito gli steli recisi e perdonato le menzogne.

Joseph Taylor e Loren Mason: un Mostro di Capolavoro, olio su tela.-

-Molto commovente, vedo che avete lavorato sulla comunicazione. Ti avrà certamente parlato della mia decisione.-

-Ah, sì, certo! Quell'accusa diffamatoria che ci ha rivolto. Io non so davvero come lei possa pensare una cosa così orribile di noi due. Noi, ragazzi per bene e con la sofferenza nel cuore, non potremmo mai compiere atti simili. Ci è capitato di avere nelle mani una conversazione tra i genitori di Elsa e Andrew? Nostro malgrado, la verità è sempre sconcertante. Se abbiamo foto, video e pezzi di quotidianità altrui non è certo dovuto a un sistematico impegno di raccoglierli e utilizzarli a nostro vantaggio. Le persone si fidano di noi, che non diremmo mai niente a nessuno.-

-Ottimo esercizio di retorica, Loren. Potrai sfruttarlo in vista del verdetto della polizia. Hai qualcosa da dire anche della relazione tra Joseph e la professoressa?-

-Oh, Santissimo Dio! Perdonami!- la ragazza alza e congiunge le mani, guardando in alto –Il mio amico fraterno raggirato e abusato da una donna adulta e consapevole del misfatto compiuto. Sì, la prego, denunci, ma mi prometta di starmi vicino e ad aiutare Joseph a superare questo ennesimo trauma. Io non ne ho più le forze.-

Lo psicologo la guarda spazientito. Si alza e apre la porta, gesto esasperato e inusuale –Ne parleremo in tribunale, puoi uscire.-

Profilo Instagram:
@lorennnmason

StayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora