Drew

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-Lei non può essere certa al 100% che il fax non sia stato mandato da Theodore. Le sue potrebbero essere solo congetture.-

-Quindi tu credi che chi manda un fax, dopo si premunisca di disinfettare con l'alcol la tastiera del computer? La scientifica ha concluso le analisi della casa di Williams una settimana dopo l'omicidio, ma è stato ora che, analizzando accuratamente i parametri rilevati da ogni oggetto, mi sono resa conto di una stranezza. Sul computer e sulla scrivania non c'erano impronte digitali. Non è strano? Superfici che dovrebbero pullulare di tracce personali della vittima, ne sono invece prive.-

-Forse Theodore era un maniaco della pulizia.-

-O forse qualcuno è stato obbligato a cancellare tutto per eliminare anche le sue impronte digitali.-

-Non posso saperlo. Lei crede me capace di uccidere, quando ha sotto mano altre persone ben più propense a compiere un delitto?-

-E quali sarebbero queste persone? Puoi dirmelo, rimarrà tra queste mura. Hai intenzione di accusare Oliver? Loren? O peggio, Joseph?-

-No, Joseph meno degli altri. Mi detesta, ma non a torto. È un suo diritto scegliere di non perdonarmi, per lui io ero un idolo: la mia distruzione comportava la sua crescita.

Quando è venuto a trovarmi io ero steso sul mio letto, con una bacinella per il vomito sul pavimento. Avevo appena superato una crisi. Dopo essermi contorto e aver cercato di soffocare l'infermiere, mi hanno legato al letto. Avevo i segni delle fasce sul torace, tremavo dal freddo, ma al contempo non sopportavo nessun indumento. Ero nudo sotto le lenzuola e pendevo con la testa nella bacinella.

"Devi soffrire molto" si è seduto nello spazio della mia pancia infossata e il materasso.

Dato che i miei occhi non si spostavano dal fondo azzurro della bacinella, l'ha presa e me l'ha sbattuta in faccia. Sono rimasto inerme, mi ha stretto i capelli come se volesse svitarmi la testa dal collo. Mi ha tirato un pugno sul petto, ho tossito un fiotto di sangue e mi ha spinto la fronte sullo spigolo del comodino.

Non riuscivo a provare dolore, la crisi d'astinenza mi aveva sfiancato a tal punto. Gli ho distanziato le mani e le mie braccia nude sono sbucate fuori dalle lenzuola. I lividi stavano guarendo, ma c'erano i segni delle unghie e dei morsi con cui cercavo di dissolvere il mio persistente prurito.

Dovrò avergli fatto pena, perché si è fermato. Allora l'ho guardato, dimenticandomi del fondo azzurro della bacinella. Ho visto un bambino triste e arrabbiato che piangeva. Potevo ascoltare il suo cuore pompare veleno.

"Non mi chiedi perché sono qui?!"

"Non urlare, l'infermiere potrebbe tornare."

"Sono qui per dirti che sto benissimo senza di te. Che da quando sei chiuso in questa clinica di merda va alla grande e che spero tu muoia strozzato dal vomito, perché odio le persone inutili."

"Sei sfortunato, pare che abbia esaurito le scorte di vomito per stasera."

Silenzio.

"Cosa c'è che non va?" ho domandato, come se non fosse successo nulla e ci fossimo teletrasportati a due anni fa, quando ci raccontavamo i problemi e ci bevevamo una birra per dimenticarli.

"Niente. È nella mia testa e non so come farlo uscire" ha appoggiato le spalle alle finestra e si è nascosto nell'incavo del gomito.

Ho indossato i pantaloni e l'ho raggiunto. Mi reggevo appena.

"Non devi farlo uscire, è parte di te" non sapevo cosa stessi dicendo, ma lo sapevo. È una sensazione strana, non puoi spiegare perché ti senti connesso a una persona "lo è sempre stato. E se cercherai di ucciderlo, finirai per uccidere te stesso."

"Non voglio essere così" si è girato verso i vetri, parlava col mio riflesso "ovunque andrò, porterò solo distruzione. È per questo che non riesco a staccarmi da te, perché sei simile a me."-

-Come sei profondo, per riempire i tempi morti ti sei messo a leggere i libri di psicologia di Elsa?-

-Lei crede che in sette siamo in combutta per occultare le vicende, ma come potremmo se tra noi non c'è la minima complicità? Se qualcuno sapesse qualcosa, non aspetterebbe un minuto a mettermi alla berlina.-

-E per te è lo stesso?-

-Sì, lo è, tranne con le persone che difenderei a oltranza. Elsa, Lukas, Zoe... ma se io, ad esempio, avessi delle prove contro Loren, mi vendicherei.

È un'arpia e gode nel vedere gli altri soffrire. Le interessa solo di se stessa e se Oliver le facesse del male, io non lo fermerei.

Si è presentata in clinica la sera della visita di Joseph. Io e Zoe stavamo costruendo il modellino di una villa con le stecche dei ghiaccioli: attività potenzialmente rilassante, ma che a me mandava fuori dai gangheri.

"Buon pomeriggio, che festival della tristezza qui! Ma quanto vi divertite a giocare ai pazzi?" si è seduta sul ciglio del letto, ha frapposto l'indice tra i bastoncini di legno, distruggendo la scultura. Sulle ginocchia aveva una guantiera incartata da un nastro dorato.

"Ops, scusatemi."

"Perché sei qui?" Zoe si è asciugata le dita appiccicose per la colla.

"Ecco, ho organizzato una festa meravigliosa con Oliver e ho pensato di invitarvi. Nella mia classica ingenuità sono andata a riferirlo a Oliver, ma lui mi ha spento l'entusiasmo, ricordandomi la vostra miserabile condizione. Non temete, però, io ho un cuore caritatevole e sono qui per farvi assaggiare cosa vi perderete."

Ha sciolto il fiocco del pacchetto, poi ci ha alzato la guantiera sotto gli occhi. Pullulava di pasticcini di ogni sorta. Zoe ha arricciato il naso.

Ho preso il piatto di plastica e ho ammirato i dolciumi "Grazie, come faremmo senza di te?" Poi gliel'ho scaraventato in faccia.

Zoe si è messa a ridere in modo incontrollato, Loren ha stretto i pugni "Lo spirito del demente non ti abbandona, Evans" ha fatto dietro front "vi consiglio di essere più mansueti, siete voi quelli rinchiusi qui dentro. Chi vive nel mondo reale non ci metterebbe niente a farvi fuori."

"Sparisci" ha sbottato Zoe.

Quando Loren ci ha concesso la benedizione della sua assenza, mi sono chinato per aiutare la mia amica "Scusa, non volevo sporcare."

Si è messa a ridere. Non l'avevo mai vista così, è molto più bella.

"Tranquillo, hai fatto bene, ci voleva una lezione. Lei dà per scontato che ci annoiamo, dimostriamo il contrario. Organizziamo una festa."

"Io e te?"

"Sì, solo io e te. Un pigiama party. Possiamo scendere nelle cucine del personale e recuperare una bottiglia di vino, non ci mancherebbe nulla."

"Andata."-

Profilo Instagram: @dreweevans

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