Elsa

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-La consapevolezza di star sbagliando tutto è un'epifania. Ti metti steso sui binari e un treno ti maciulla il corpo, non rimane niente se non ossa strappate dalla carne. È questa la sensazione devastante della lucidità.

Le persone non cambiano: la sicurezza fideistica di poter rendere una cloaca un hotel a cinque stelle è ridicola.

Per Drew ho fatto dell'anima una merce di scambio.-

-Cosa è successo dopo quella sera? Hai deciso di allontanarti da lui?-

-No. Lo avrei aiutato, lui era la mia scommessa e non potevo perderla.

Seppur scioccati dal voltafaccia di Lukas, ringraziavo il cielo che ci avesse abbandonati. Qualcuno dovrà pur salvarsi.

"È finita, sono morto" ha sussurrato in macchina, con gli occhi sul volante.

"Non essere drammatico. Lukas non ci aiuterà? Poco male, ce la caveremo da soli. Ho già un'idea: a casa c'è un cassetto del comò dove mio padre conserva circa cinquecentomila dollari di orologi, la chiave è nel suo ufficio. Mi basterà rubarla, a quel punto avrò il tesoro in mano. Dovrai impossessartene e sbarazzartene con la stessa velocità, nessuno deve sospettare di me."-

-Mi dispiace, ma ho sentito troppo. Avevo già intenzione di denunciarti alla polizia, la seduta di oggi non cambia niente.-

-Fermati, Theodore. So bene che hai intenzione di denunciarmi e quasi non mi dispiace. Basta menzogne, basta illusioni: ho il vomito. Ma prima, non vuoi sapere come è andata a finire? Lo so che sei curioso.-

-Non è curiosità, è paura.-

-Alla fine gli orologi li ho presi e Drew ha saldato il debito. Era pronto per una nuova vita; un piccolo sacrificio per una grande rinascita.

Il giorno dopo avevo voglia di vederlo per celebrare la nostra liberazione.

Potevamo tornare ad essere due adolescenti che si dannano la vita per delle stronzate. Indovina come l'ho trovato? Non parli, vero? Inorridisci al solo pensiero.

La porta di casa era aperta, segnale stranissimo. Ho salito le scale e mi sono affacciata in camera sua: i vetri erano coperti da due strati di giornali; una lampadina a neon, avvitata male al lume sul comodino, ronzava e si spegneva a intermittenza; il materasso sul pavimento, seppellito da vestiti e lattine vuote; la parete antistante il letto schizzata di sangue. A causa del buio non sono subito riuscita a individuare Andrew, imbalsamato nelle coperte sotto la scrivania. Dal cumulo di stoffa sporgeva solo il braccio magro, avvolto all'altezza del gomito da una fascia elastica. Ho dovuto accendere la torcia, perché volevo autolesionarmi con lo spettacolo dei dettagli: per terra un cucchiaio e una bustina vuota, mentre infilato nella pelle penzolava l'ago della siringa. Nel tentativo di cercare una vena ancora utilizzabile per iniettarsi la dose, si sarà bucato ovunque, spruzzando sangue come una fontanella.

Era in un trip terrificante. La bocca sgangherata in un urlo muto, gli occhi bianchi senza pupille, la bava sul mento.

Ho ritenuto opportuno andare via prima che si pisciasse addosso dalla paura.

Ecco per chi ho messo a repentaglio tutta me stessa.

Avvertivo una strana pulsione contro la cassa toracica: erano le parti di me che si stavano rivoltando. Si scagliavano voraci, viscide e squamose, cibandosi del cuore.

È con quello spirito che ho assistito all'incontro, il giorno seguente. Lui mi aveva distrutta, Edward doveva fare la stessa cosa con lui.

Non mi ha chiamata per chiedermi scusa, di sicuro non si era reso conto della mia presenza.

Intanto, tornavo a casa.

Il sole tramontava e io non lo amavo più.-

-Tu meriti di meglio ed è per questo che andrò dalla polizia. Puoi scegliere se venire con me e confessare di tua spontanea volontà.-

-Mai.-

Profilo Instagram:
@elsaabianco

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