Jake

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a volte mi capitano dei momenti di una tale angoscia, di una tale angoscia... perché in quei momenti già inizia a sembrarmi che non sarò mai capace di cominciare a vivere una vera vita; perché ho già avuto l'impressione di aver perso ogni misura, ogni senso della realtà, della autenticità; perché, infine, ho maledetto me stesso; perché dopo le mie fantastiche notti mi capitano ormai momenti di ritorno alla realtà che sono terribili! Nel frattempo senti rumoreggiare e turbinare in un vortice vitale una folla di gente intorno a te, senti, vedi la gente vivere, — vivere nella realtà, vedi che la vita per loro non è proibita (...) E ti chiedi: dove sono mai i tuoi sogni? E scuoti la testa, dici: come volano in fretta gli anni! E di nuovo ti chiedi: cosa hai fatto dei tuoi anni? Dove hai sepolto il tuo tempo migliore? Hai vissuto o no? Guarda, ti dici, guarda come il mondo è diventato freddo.

Dostoevskij; Notti bianche

-Ognuno scappa da qualcosa. Quella sera io sono salito su un taxi con Ed e Zoe e fuggivo dal tentativo di rimettere insieme i pezzi della mia reputazione infranta. Pensavo agli avvenimenti dell'ultima ora.

Ero entrato in discoteca, separandomi quasi subito dal mio amico. Mi sono avvicinato al solito gruppetto e abbiamo iniziato a bere e a ballare. Le ragazze mi stavano appiccicate come le api al miele e mi sentivo il re della festa. Ci ho provato ad essere un cliché.

C'era qualcuno che non pensavo avrei visto: Lukas sedeva in un angolo con un bicchiere colmo fino al'orlo. Discuteva animatamente con Joseph, che poi lo aveva lasciato solo. Non era un posto fatto per lui, si sentiva un pesce fuor d'acqua e mi ha ricordato il me stesso del passato.

È proprio questo ricordo che mi fa sempre salire la rabbia, che mi spinge a prenderlo di mira e torturarlo.

Mi sono avvicinato a lui e ho notato che sul viso aveva ancora dei segni dovuti alla mia violenza. Lui non si è smosso più di tanto e mi ha guardato con rassegnazione e dolcezza.

Si arrendeva a me prima di cominciare la battaglia.

Ha appoggiato la fronte sulla mia spalla e mi sono scostato subito. Gli ho tirato uno schiaffo con il dorso della mano.

"Sei rimasto solo? Vedo che i tuoi amici non perdono un momento per abbandonarti. Perché sei venuto?"

Non mi ha risposto. Lui e quel dannato mutismo selettivo. Gli ho spinto la testa contro il muro e gliel'ho fatta rimbalzare in avanti. Umiliarlo stava diventando deleterio anche per me. Quei suoi occhi azzurri e tristi mi scrutavano in cerca di un gesto gentile.

La musica è stata fermata improvvisamente. Lo schermo a led su cui erano trasmesse delle immagini psichedeliche è diventato bianco e poi è stato avviato un video.

Sono sbiancato quando ho riconosciuto la mia vecchia scuola. C'ero io, in ogni scena. Ero più piccolo e mi tormentavano, mi appendevano all'asta della bandiera, mi lasciavano nudo, mi affogavano nei gabinetti.-

-La tua voce si sta rompendo, Jake. Se non te la senti di raccontare puoi fermarti.-

-E perché? Lo hanno visto tutti ormai. Mi tenevano fermo contro la porta, mi avevano abbassato i pantaloni. Le ragazze ridevano e riprendevano, un ragazzo mi schiacciava con il bastone della scopa premuto contro la schiena, un altro mi obbligava ad ingoiare dell'aceto. Mi urlavano che ero un frocio di merda.

Quando lo schermo si è spento, l'attenzione era puntata su di me. Mi sono alzato e sono letteralmente scappato via.

Sono uscito nel giardino del retro del locale, non riservato alla festa. Non avrei potuto essere lì, questo mi garantiva di stare da solo. Mi sono seduto su un divano in vimini e ho portato le mani alla testa. Ero talmente scosso che non riuscivo a piangere. Ho sentito la porta aprirsi e mi sono girato di scatto. Lukas stava venendo verso di me a passo svelto.

"Mi dispiace per quello che ti è successo, per ciò che hai dovuto subire... nessuno... nessuno merita... e non devi preoccuparti perché io..." parlava in modo sconnesso. Si è gettato in ginocchio davanti a me e mi ha avvolto in un abbraccio. Per la seconda volta mi stringeva in una prigione d'amore, nel tentativo di sciogliere il mio odio.

Non penso di averlo mai colpito con tanta forza come quella sera. L'ho staccato e gli ho tirato un calcio sotto il mento, l'ho fatto volare dall'altro lato del giardino e mi sono alzato per infierire. Volevo mandarlo in coma. Ma lui continuava a fissarmi, aveva teso una mano verso di me, come se si aspettasse che lo aiutassi ad alzarsi.

Lo credeva con tanta fermezza che mi ha convinto a farlo. L'ho sollevato e ho permesso che si accasciasse sul mio petto. Piangeva per me che non ci riuscivo.

Ha sollevato il viso e ha premuto le labbra sulle mie, con un gesto insicuro e maldestro.

Anche quella volta mi fissava come se si aspettasse che ricambiassi.

E anche quella volta, lo credeva con tanta fermezza che mi ha convinto a farlo.-

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@jakeeeallen

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