Elsa✔️

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-L'ansia costante di vivere sotto i riflettori mi giova. Sono molto più reattiva e ho acquisito la capacità di sgattaiolare via dai giornalisti. Mio padre e il signor Evans hanno affrontato un processo: dovranno restituire ogni singolo centesimo e pagare una somma salatissima per non finire in gattabuia.

Il danno non è solo economico: nessuno si presenterà più ai cantieri Bianco per una nuova commissione e i ristoranti degli Evans sono stati chiusi.

Lo scandalo ha avuto un forte impatto sulla nostra immagine, per la prima volta mio padre ha fatto rinunciare Dana alla sua sessione di shopping settimanale. Lei ha reagito bene: ha messo le sue cose dentro una valigia e se n'è andata. Ora mio padre trascorre la giornata al telefono, diviso fra il supplicarla a tornare e il contattare vecchi clienti che non gli rispondono più.

L'età dell'oro è finita. Poco male, le grandi crisi sono il preludio di grandi rinascite. E, a proposito di rinascite, la mia vita ha preso una piega piuttosto inattesa.

La "relazione" con Jake va quasi a gonfie vele. Lui è il ragazzo perfetto, stiamo insieme tutti i giorni e la gente non capisce come possa andare avanti tra di noi. Effettivamente, tra un palestrato vanaglorioso e un'adolescente polemica non sembrano intercorrere affinità. Ma stiamo bene comunque, è solo quando ci spingiamo oltre che manca la sincerità.

C'è qualcosa che ci nascondiamo e che non vogliamo ammettere.-

-Se sei arrivata a questa conclusione, vuol dire che sei riuscita ad ammetterlo. Cos'è che non ti permette di essere sincera?-

-Non credo di essere pronta ad andare avanti. Jake è la cosa migliore, ci vuole qualcuno che mi faccia ridere e mi renda felice: lui è bravissimo in questo, abbiamo una complicità unica nel suo genere.-

-Sembra che tu stia descrivendo un'amicizia.-

-Gli amici non si baciano.-

-Allora smetti di baciarlo.-

-Escluso. Non è facile deporre immediatamente un amore durato a lungo, ma devo farlo, che ne sia capace o meno. Questa è l'unica via per guarire. Potrei ammettere a me stessa verità che mi costerebbero care, ma a che fine? Confessare che i miei occhi marciscono tra le lacrime per la sua mancanza.

Lui inquina i miei sogni. Ha smesso di sorridere ed è più aggressivo. Ieri ha alzato un banco in aria e l'ha gettato addosso a uno studente: credeva che lo stesse guardando male.

Non volevo aprirgli la porta quando è venuto fuori casa mia. Aveva gli occhi rossi, ma giurava di essere in possesso di piene facoltà mentali.

"Ti stai chiudendo in una gabbia, e una rondine sotto chiave muore di rabbia" passeggiavamo sul marciapiede del viale. Se influenzato dai fumi della droga leggeva Ariosto, allora lo sballo non era totalmente negativo per il suo cervello.

"Fingerò di non capire ciò che stai dicendo. Sono felice, devi lasciarmi libera di rifarmi una vita. Io e te abbiamo distrutto tutto, per qualcosa che non è mai esistito. Abbiamo fatto del male a Lukas e con le mie manie suicide ti ho spinto ancora di più nel baratro. Tu sei violento e hai bisogno di un altro tipo di ragazza al tuo fianco. Non siamo in grado di salvarci a vicenda."

"Io non voglio essere salvato. Non importa che siamo entrambi a un piede dalla fossa. Se domani dovrò morire in uno squallido cesso, con l'ago in una vena, voglio fare l'unica cosa che può illuminare per un secondo questa vita nera, che senza di te vita non è."

Mi ha baciata, ma l'ho spinto via. Non ho capito se fosse arrabbiato o deluso "Va bene, come preferisci, ma non assurgere alla mia violenza come scusa. Jake è violento il doppio di me, ma ci stai insieme. Fingi di non sapere ciò che fa a Lukas? Non ti morde la coscienza a baciare l'aguzzino del tuo ex fidanzato? Quelli della moralista non sono panni che ti si addicono. Sei più falsa di quanto lo siano i miei genitori."

La coscienza mi ha morsa eccome. Lui se n'è andato e la mia coscienza stava salando il mio cuore per uno spuntino di mezza notte. Mi sono seduta sul mio pianerottolo.-

-Andrew non va errato. Se c'è una cosa che non gli manca, è la sincerità. Non è capace di mentire. Lukas soffre giornalmente a causa di Jake, ma mai una volta che tu ti sia intromessa.-

-Perché Lukas sa difendersi da solo. Le persone sono convinte di fargli del male, ma in realtà, col tempo, si accorgono di aver ferito solo se stesse. Ironico che una visita del genere illuminasse il mio passato con Lukas. Sarebbe stato consono pensare a Jake o, per coerenza, Drew avrebbe dovuto annuvolare la mia mente. Invece, c'era solo Lukas nel mio cervello. L'immagine dei lividi sul suo viso, i sorrisi pallidi e timidi, la furbizia nel colorito delle sue guance. Lukas ha una perla di ambiguità in sé. Sei convinto di conoscerlo, ma i riflessi della perla sono di infinite sfumature e risucchiano le immagini del mondo che colorano. Non è possibile non innamorarsi di lui, è naturale come avere paura di ciò che non si conosce. Quando pensavo di averlo fatto mio e dominato, scoprivo che mi era sfuggito l'ennesimo riflesso. Dopo averlo conosciuto, è diventato il mio compagno di giochi, il mio ascoltatore, il mio referente d'arte. Se scrivevo o disegnavo qualcosa, mi rivolgevo a lui per un giudizio imparziale e sapiente; se leggevo un libro di uno scrittore contemporaneo, chiedevo il suo parere sulla sua valenza letteraria. Un giudizio negativo, un cenno di dissenso e mi spingeva a divorare quel libro per poterci trovare il salvabile e contrastarlo. Ma Lukas ha il privilegio di parlare poco e capire molto. Bastava un sopracciglio piegato in modo diverso, un angolo delle labbra contratto, un dito arricciato convulsamente...

"Cosa c'è che non va?" e la sua perla sfumava i colori del mondo.

Capitò che me lo domandò in chiesa. Stava sistemando i ceri in ordine di grandezza. Dato che mi ero preparata in anticipo per il nostro appuntamento, aspettavo a braccia conserte sulla panca della prima fila. Mi piaceva osservargli i polpastrelli arrossati per le fiamme, i vestiti semplici, la cura con cui spazzava intorno all'altare. Dopo avremmo fatto sesso e quelle dita sarebbero state dentro di me.

"Stasera ho una cena galante e si danzerà. Anche io dovrò farlo, con mio padre."

"E con Drew?"

"Non so se lui ci sarà."

"Oh, certamente. E tu non vuoi danzare?"

"Io non so danzare. Ti sembro la tipa?"

"Ti insegno."

"No, non m'insegni un bel niente. Finisci le faccende."

"No, ti insegno" con me era dolce e testardo. Andò nell'angolo in fondo alla chiesa, dov'era collocato il coro e collegò il cellulare alle casse. La Primavera di Vivaldi.

"L'acustica in questa chiesa è eccezionale, ora spegni."

"Zitta" mi fece alzare. Mi cinse la vita e volteggiai tra le sue braccia. Era elegante, toccavo i suoi muscoli morbidi e flessibili. Le sue gambe sfioravano le mie, faceva combaciare le nostre ginocchia con gusto "segui la musica, lasciati andare" sussurrò al mio orecchio. Dovette notare la pelle d'oca sul collo, perché lo baciò e mi serrò in una morsa sul suo petto.

"La melodia è troppo allegra, non ci riesco."

"Sentili, sono i fiori. Quanto adoro la vita che sboccia, Elsa."

Avrei preferito che dicesse quanto ti adoro, Elsa. Mi ha stretto il polso. Contro il suo palmo soffice le croste dei miei tagli erano più ruvide.

"Cosa provi quando lo fai?"

"A volte sto male, altre non provo niente. È un'abitudine. Come chi mette i cereali prima del latte o lascia le chiavi sul tavolino d'ingresso. E tu cosa provi quando lo fai?"

"Ti riferisci a quando prego?"

"Sì. È strano associarlo al tagliarsi."

"Non più di tanto. Provo ciò che provi tu. A volte sto male, a volte niente. È un'abitudine. Come chi infila i calzini prima dei pantaloni o chi piega le lenzuola in orizzontale."

"Ma almeno ci credi?"

Eravamo al III Allegro. Lukas mi abbassò la manica e fece combaciare i nostri avambracci. Le nostre dita si intrecciarono e la sua gamba si insinuò tra le mie "Non ci ho mai creduto, nemmeno per un attimo."

Ho trascorso un'ora a strappare fili d'erba e a pensare a Lukas. Mi sono spolverata i pantaloni del pigiama e sono tornata a letto. Non ho dormito più.-

Profilo Instagram:
@elsaabianco

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