Zoe

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-Essere una persona fedele costituisce la percentuale più alta dei guai della mia esistenza. Mi sarei sottratta volentieri alla ricerca di quel pazzo, io e lui non abbiamo niente da condividere, ma la lettera era chiara: se non avessimo partecipato alla caccia al tesoro, si sarebbe ammazzato.

Dopo che Elsa aveva finito di distribuire le lettere, era stata intavolata una discussione su Joseph.

Joseph di qua, Joseph di là... mi aveva scocciata. Per un attimo ho provato il desiderio che si uccidesse, che nessuno andasse a salvarlo. È stato incredibile come Oliver abbia colto i miei pensieri.

Ero andata in cucina e lui mi aveva seguita.

"Un po' di pazienza, al giorno d'oggi non sono più le principesse a venir salvate. Il femminismo ci sta conducendo alla deriva."

Sapevo scherzasse, ma mi disturbava il fatto che nella sua frase non riuscissi a cogliere alcuna sfumatura di ironia.

"Non ho detto nulla."

"Appunto, il silenzio è dissenso."

"Veramente, il proverbio era l'opposto..."

Ha annuito come se la mia considerazione fosse molto intelligente. Mi irritava, ma al tempo stesso mi metteva a mio agio. Era una sensazione viscida è vergognosa, ma al contempo piacevole.

"Sei molto coraggiosa per essere scappata dalla clinica. Qualcuno ipotizzerebbe che non ti conviene che sia la polizia a trovare Joseph prima di te. Ma io non sono un qualcuno così sciocco e insensibile. So che lo fai per Drew. Sei una ragazzina adorabile e a modo, spero risolverai i tuoi problemi. Sarebbe bellissimo vederti rinascere. Nelle videocassette incutevi timore, ma ogni notte, quando andavo a dormire, immaginavo il tuo volto sconvolto dal pianto, le tue unghie ficcate nella scrivania di Theodore... e sai cosa frullava nella mia mente? Che ragazza eccezionale, che forza d'animo. Eri e sei quella più decisa, quella che non si fa scrupoli per raggiungere un traguardo. Drew è un pezzente, sono ansioso che te ne separi."

Le parole che uscivano dalla bocca di Oliver erano ragionate. Seguivano un flusso morbido e delicato.

"Non avverrà."

"Oh, per favore, non dire in questo modo. Solo perché hai perso la persona che amavi, non devi cercarne un'altra per riempire il vuoto. Sei ambiziosa, Drew è la conquista che ti farà sentire superiore alla tua amichetta del cuore, ma passerà presto. E sai perché? Perché non puoi controllarlo e tu odi ciò che non sottostà alle tue regole. Saresti disposta a sacrificare il posto in Paradiso per eliminare una pieghetta che non si stende sotto le tue dita. In questo ci assomigliamo molto" mi ha accarezzato la schiena e il suo labbro inferiore ha sfiorato il lobo del mio orecchio. Era gelido come un cadavere "ma non solo per questo siamo similissimi. C'è anche Ed: il puro e candido Ed. L'amico e l'amore di una vita. Eppure, se avessimo dovuto sacrificarlo per il nostro tornaconto... noi..."

"Levami le mani di dosso" l'ho spinto "non c'è nessun noi. Tu non mi assomigli. Io non mi insinuo nella vita altrui perché non riesco ad averne una mia."

"Zoe, andiamo?" Drew è arrivato in quell'istante. Ha radiografato Oliver con gli occhi "che ci fai con lui?"

"Parlavamo" ha risposto Oliver "sono un fan delle chiacchiere notturne" e se n'è andato.

In conclusione, per me Joseph poteva finire sotto un treno, ma ho cercato di salvarlo perché altro dolore negli occhi di Drew sarebbe stato insopportabile. A discapito di ciò di cui mi aveva accusato Oliver.

Mi ha insegnato a trasgredire le regole e scappare dai problemi. Lui mi piace e non ho intenzione di indugiare. La vita è ora, non domani. Com'è finita con Ed? Ho giocato a fare la sostenuta e lui adesso è morto. Avrei preferito dichiarargli il mio amore senza starci tanto a pensare.

Io e Drew siamo rimasti soli sotto la pensilina dell'autobus, ancora indecisi sul da farsi. Lui ha chiamato un taxi e intanto ha cercato la mia mano. Gliel'ho stretta senza storie. Siamo rimasti immobili ad aspettare un pullman che non sarebbe mai venuto, con le dita intrecciate.

Solo quando è andato via, mi sono decisa ad aprire la mia lettera.

"Dolcissima Zoe,
ti prego di partecipare alle ricerche assieme ai tuoi compagni di sventure e di affrettarti. Ho paura di morire.

Mi troverai dove Alice, in bilico, per poco non è caduta nella tana del Bianconiglio."

Tipico di Joseph rinfacciare un tentato suicidio non andato in porto. Il luogo designato era il palazzo della festa durante la quale stavo per buttarmi giù.

Quel pullman che non sarebbe dovuto passare, ha superato le mie aspettative e si è materializzato davanti alla pensilina proprio nel momento in cui stavo per chiamare un taxi. Sono salita e ho aspettato la fermata giusta.

Non sapevo che la discoteca fosse andata in fallimento, sulle porte in metallo c'era un desolante cartello con su scritto CEDESI. Ho guardato in aria per accertarmi che il cornicione su cui avevo esercitato la pratica da funambola fosse ancora lì.

Sono salita per le scale retrostanti al palazzo. Ho rivissuto le sensazioni che quella notte mi avevano accompagnata al patibolo. Ero il boia e la vittima di me stessa, Ed mi ha salvata, rallentando il processo di disfacimento a cui non posso sottrarmi.

Oltre al venticello fresco e a uno scrigno sul cornicione, non c'era altro. Ho contemplato meglio l'oggetto: un cofanetto placcato in oro, con il manico impreziosito da gemme rosa. L'ho aperto e lì ho trovato un secondo biglietto.

"Se sei giunta fin qui, vuol dire che non mi hai trovato e hai fallito.
Io, tuttavia, rimango in pericolo. A questo punto della tua ricerca, sono in procinto di recidere definitivamente l'ultimo legame che ho con questa vita.
Se riuscirai ad arrivare in tempo, forse mi salverai. In caso contrario, ti obbligo a sentirti colpevole della mia morte.
In basso allego il vero indirizzo presso cui mi troverai."

Scioccata e agitata ho riconosciuto il nome della strada scarabocchiato in fondo al biglietto. Era lontanissimo da lì e ci avrei impiegato molto per arrivare, ma non mi sono data per vinta.

Joseph doveva morire, ma io non sarei stata la colpevole.-

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