Danzano le streghe

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Ogni mese, il licantropo tornava al Kryos con sempre più entusiasmo. Amava quell'hotel e l'accoglienza che gli veniva riservata, ora che avevano capito che era un lupo mannaro e gli lasciavano spazio a sufficienza da impedirgli da far danni. Ogni luna piena era lì, pronto a pagare cifre piuttosto importanti pur di rimanere tra quelle mura per quei pochi giorni. Helel lo considerava un suo traguardo di cui andar fiero. Perfino il re, mesi prima, si era complimentato per come i giovani stessero gestendo la situazione.
Assieme ai licantropi, perché il loro ospite aveva sparso la voce, alla Luna piena comparivano sempre anche le streghe. A capo della congrega vi era Selene, la giornalista dipendente dal frutto del nuovo mondo. Riusciva sempre ad averne qualcuno da condividere con le sue consorelle e alla fine della serata erano tutte in uno stato di trans estatico in cui sognavano di venir concupite dal Diavolo o da chiunque altro sognassero. A volte si univa a loro Lilith con altri demoni, trovando quei raduni divertenti. Helel era orgoglioso anche di quei raduni, sempre più numerosi, vedendo come portassero nuove anime.

Fuori, tra gli alberi ormai spogli dalla neve, i gemelli giocavano e cercavano pigne. Sophia vide il gruppo di streghe arrivare e fissò con un certo fastidio i frutti che si scambiavano, pronte per raggiungere il folto del bosco al tramonto.

"I frutti del mio mondo per plagiare anime?!" sbottò, storgendo la bocca in una smorfia.

"Mamma, è il vostro mondo. Non il tuo" la corresse Helel, salutando le ospiti dalla reception "E poi sei la Sapienza, lo sai da un pezzo che vengono usati".

"Prego?".

"Il mondo lo avete creato assieme, perciò quei frutti sono tanto tuoi quanto suoi. E non puoi pretendere che lui smetta di lavorare, non trovi?".

Sophia richiamò i gemelli, facendoli allontanare dalle streghe a cui mostravano le pigne.

"Non sono pericolose" la rassicurò Helel "Puoi lasciare che i piccoli ci giochino".

"Preferirei di no".

"Mamma, davvero. Dovresti calmarti un pochino".

"Una volta mi chiamavi Madre. Ora è sempre Mamma".

"Cambia davvero qualcosa? Comunque se non vuoi  che vengano usati i frutti del nuovo mondo, dovresti parlarne con Lucifero".

"Sta sempre all'Inferno".

"Puoi andarci anche tu. Che problema c'è? Lasci qui i bambini, se è quello il problema".

"Qui? In mezzo a streghe, licantropi e anime perdute?!".

"Chiedi a Gabriel. O portali in Paradiso. Tanti problemi ti fai...".

"Anche tu raccogli quei frutti e li porti qui, Helel. Lo so!".

"E non smetterò, finché Lucifero non me lo ordinerà. Mi spiace ma al momento lavoro per lui".

"Ma io sono tua madre!".

"E pretendi che il Diavolo non faccia più il Diavolo. È una cosa idiota, mamma! E non so perché fai così".

"Non avrei mai dovuto permetterti di restare qui. Sei cambiato".

"Anche tu. Ma nemmeno te ne accorgi".

"Sei come tuo padre!".

"Non ho un padre!".

Sophia prese per mano i gemelli, portandoli verso i giardini interni. Helel sospirò, ruotando gli occhi. Provò a chiamare Lucifero, ma nessuno rispose. Ma perché gli adulti erano così assurdamente fastidiosi?



Michael camminava per il corridoio del palazzo reale. Non era mai stato all'Inferno, non aveva alcuna intenzione di andarci, ma Carmilla lo aveva supplicato. Era successo qualcosa e Lilith lo aveva cercato, senza convincerlo.

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Where stories live. Discover now