Alla corte del re

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Solitamente Lucifero si fidava dei sottoposti a cui aveva affidato le città infernali ma ultimamente preferiva verificare alcune dinamiche di persona. Si era recato alla capitale dell'Antenora assieme ad Asmodeo e un gruppo di soldati, senza troppo preavviso, preceduto da Azazel in funzione d'araldo. Il viaggio non era stato lungo ma quella regione era tra le più fredde dell'Inferno e il generale storceva il naso in mezzo al gelo.

"La Caina sarà un viaggio più impegnativo" borbottò Asmodeo, riflettendo sul fatto che da quella regione non erano giunte scuse o tributi a seguito dell'attacco alla capitale.

"Diplomaticamente parlando, suppongo di sì" rispose Lucifero, scendendo dal carro su cui aveva viaggiato "Ma ultimamente non sono molto diplomatico".

"Buono a sapersi".

"Sua Maestà Lord Lucifero" urlava Azazel, richiamando l'attenzione della popolazione e del padrone del palazzo di quella cittadina, che subito mandò dei soldati ad aprire le porte.

Lucifero vede con soddisfazione tutti inchinarsi e rimase qualche istante a godersi quello spettacolo. Suonarono le trombe e le porte si spalancarono. Il re entrò, camminando lentamente e incutendo un certo timore solamente con lo sguardo. Indossava un abito lungo con il mantello che si trascinava dietro di lui lungo il corridoio. Ad ogni passo, un tintinnio di catene rompeva il silenzio e decoravano la veste facendole emettere lievi scintillii. Asmodeo lo seguiva pochi passi più indietro, in divisa miliate, consapevole che il suo capo non avesse alcun bisogno d'una scorta armata.

"Benvenuto, Vostra Maestà" lo accolse uno dei sottoposti dei signori di quel luogo "Lord Leviathan vi attende. Per di qua".

Lucifero entrò in una stanza e fece cenno a chiunque altro di lasciare da soli lui e il resposabile di quella regione.

"Maestà!" lo salutò Leviathan, alzandosi dal suo seggio e inchinandosi "Una visita così, senza preavviso! Avremmo potuto preparare un degno benvenuto!".

"Va bene così" rispose Lucifero, notando a fianco del governatore un bambino poco più grande dei suoi gemelli.

"Lui è il mio unico figlio maschio" spiegò Leviathan, mentre il bambino si inchinava.

"Sapevo che ne avevi altri. Ho ricevuto notizie sbagliate?".

"No, Maestà. Avevo due maschi ormai grandi, oltre alle mie meravigliose femmine. Purtroppo gli eventi recenti me li hanno sottratti".

"Sono morti nella recente battaglia?".

"Si sono uniti all'esercito ribelle e non sono mai tornati".

Lucifero rimase qualche istante in silenzio. Era stato lui a sterminare quell'esercito, senza pietà alcuna.

"Hanno avuto quel che meritavano, dico bene?" continuò il governatore "All'Inferno vince il più forte e non il più stupido. E loro sono stati stupidi".

"Sono comunque dispiaciuto che dei ragazzi giovani siano morti per seguire chi li ha erroneamente consigliati e plagiati".

"Ma a quel verme avete mozzato la lingua, giusto?".

"E lasciato libero di vagare per il regno per mostrare cosa accade a chi complotta contro il regno".

"Spero di incontrarlo, così da portergli strappare qualcos'altro".

"Sarei lieto di assistere".

Leviathan annuì e invitò il re a sedersi a un tavolo. Come nell'ufficio del re, anche lì si poteva vedere un'antica piantina della città e molti documenti firmati e da firmare.

"Il tributo che ho inviato, e personalmente preparato, è stato appropriato?" domandò il governatore, offrendo un alcolico dalla sua scrivania "C'è forse qualche problema?".

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Where stories live. Discover now