Lucy attraverso lo specchio

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La vanità era uno dei peccati che Lucifero preferiva. Ci si perdeva nella vanità, osservandosi e rimirandosi, consapevole di essere stato l'angelo più bello e di non aver smarrito quel fascino con la caduta. Si rimirava davanti a quello specchio, provando l'abito che avrebbe dovuto indossare da sposo e meditando su quali modifiche far apportare. Si sentiva strano e non riusciva a spiegarlo. Si ammirava ed Astaroth, l'autore del vestito, sorrideva soddisfatto.

"Cosa ne pensate, vostra maestà?" domandò il demone dai vertigionosi tacchi a spillo.

"Hai fatto un ottimo lavoro, come sempre" rispose Lucifero, notando moltissimi dettagli curatissimi fra i ricami e i bottoni cesellati.

"Eppure la vostra faccia non riflette un grande entusiasmo. Cosa posso modificare per rendervelo più gradito?".

"Nulla. Dico davvero. Va bene così".

"Ma non c'è la scintilla nel vostro sguardo! Quel legame che subito si crea e che vi fa dire che è quello l'abito giusto".

"Non sono una sposa, Astaroth. È un abito. Bello ma credo che quel giorno il mio unico pensiero sarà levarmelo una volta da solo con la mia consorte".

"Ottimo pensiero. Però...".

"Ho molto altro per la testa".

"Capisco. Ci state ripensando?".

Lucifero si limitò a lanciargli una breve occhiata infastidita.

"Posso sapere cosa vi spinge a sposarvi adesso? Intendo, dopo tutto questo tempo, perché proprio ora?".

"Per proprio ora che intendi? Ora che sono vecchio? O che?".

"No. Perché proprio adesso. Per fare un dispetto a Sophia?".

Il re guardò il suo riflesso, accigliandosi.

"Peggio di come è andata con Sophia non può andare, giusto?" si limitò a rispondere, sistemando una delle catene che decoravano l'abito.

"Me lo auguro" ridacchiò Astaroth.

Lucifero non trattenne un mezzo ghigno, soffermando lo sguardo su quell'occhio che aveva provato a ricreare ma non era venuto ancora come voleva.

"Posso sistemartelo io" parlò una voce e il sovrano rispose con una smorfia, mentre l'immagine che si rifletteva allo specchio iniziava a cambiare e rivelava Sophia.

Astaroth sobbalzò e il riflesso della Sapienza non ci fece caso, non distogliendo gli occhi da Lucifero.

"Cosa vuoi?" chiese il Diavolo, mentre Astaroth si allontanava preventivamente.

"Una sorella non può vedere la prova d'abito del fratello? Ero curiosa. Ti sta bene, anche se non è il mio stile".

"Guarda che se vuoi un invito,  devi parlare con Lailah. Io, fosse per me, chiamerei solo gli sposi e chi celebra".

"Neanche della festa ti importa? Ma che ti sposi a fare?".

"E a te che frega?!".

"Niente. Voglio solo farti notare la velocità con cui riesci a creare casini".

"Di che parli?".

"So che cosa hai fatto questa mattina. Nemmeno lo nascondi quel morso sul collo. Credi non si noti?".

"Lo so che si nota. Non mi interessa".

"Ma non è stata di certo Lailah a morderti. E non solo sul collo...".

Lucifero ghignò soddisfatto, dandole della "puritana" e notando come quel morso fosse davvero molto appariscente.

"Sarei curiosa di vedere il tuo sguardo quando lei capirà quanto sei stronzo e ti riempirà di insulti".

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu