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L'umana Sarah era stata vista molte volte attorno all'Amartìa, dove Asmodeo si occupava della sicurezza. Giravano vari pertegolezzi a riguardo, ma nessuno aveva il coraggio di parlare apertamente con il demone più grande e grosso dell'Inferno. Soltanto Lucifero lo aveva osservato da lontano e lo aveva ammonito, tra un sigaretta e un'altra.

"Attento a quel che fai" gli aveva detto, in una delle tante serate invernali in cui si trovava in quell'hotel "A qualcuno non piace se si va troppo oltre con gli umani".

"La sto solo tentando. Come facciamo tutti" si era giustificato Asmodeo.

"Sicuro? Gli ultimi di noi coinvolti sentimentalmente con i mortali non hanno avuto il lieto fine".

"Non sono coinvolto sentimentalmente!".

Lucifero si limitò ad alzare un sopracciglio e non aggiunse altro. Attendeva l'arrivo di Lilith assieme ad Ahriman: era un giorno importante. Il bambino stava per iniziare il suo addestramento lontano da casa, per capire quale sarebbe stato il suo ruolo futuro. Non sembrava molto interessato a diventare tentatore come la madre, ma solo l'addestramento avrebbe svelato certe cose. Questo significava non vederlo per un bel po'. Lilith era abituata, aveva avuto molti figli e vissuto molti addestramenti, ma per Lucifero era una sensazione nuova.

"Ma sei obbligato?" aveva chiesto Lailah.

"Ovviamente. Sono il re. Non posso proprio io fare favoritismi di sorta. E poi lui sembra entusiasta!".

"È solo un bambino!".

"Che cresce a una velocità invidiabile, segno che il suo potere sta aumentando e ha bisogno di imparare a incanalarlo nella giusta direzione".

"E non puoi insegnargli tu?".

"Nessuno all'Inferno addestra il proprio figlio. Funziona in modo diverso".

"Ma tu sei il re! Cambia le cose!".

"Certo. Stranamente l'anno in cui tocca a mio figlio cambio le cose. Hai idea del casino che salterebbe fuori?!".

Lailah capì che era inutile discutere. Si limitò ad osservare da lontano il piccolo Ahriman che si dirigeva, con zaino sulle spalle, verso il gruppo di chi si sarebbe addestrato con lui. Lilith lo aveva abbracciato, orgogliosa. Il re aveva fatto fatica a lasciargli la mano. Il bambino aveva sorriso, girato verso i genitori per l'ultima volta e poi l'intero gruppo si era allontanato, scortato dai maestri.

"Fatti onore, piccolo mio!" gli aveva urlato Lilith.

Che giornata impegnativa, pensava Lucifero davanti alla porta della torre di Sophia. Assieme a Lailah, aveva chiesto udienza a suo padre ma, nell'attesa che le porte della torre principale si aprissero, Sophia aveva chiamato entrambi al suo cospetto.

"Lei è la più vicina a Dio" era stata l'ipotesi di Lailah "Forse avremo una sorta di pre colloquio con lei".

Lucifero aveva storto il naso, infastidito. Espero stava tranquillamente leggendo nel salottino, mentre Najira correva attorno alla torre provando nuove evoluzioni con le ali.

"Benvenuti" salutò Sophia "Venite pure. Vi offro un tè".

"Perché siamo qui?" rispose Lucifero "Cosa vuoi?".

"Come sei scorbutico...".

"Sono prevenuto".

"Siediti e bevi il tè" si accigliò leggermente Sophia, mentre Lailah prendeva posto senza protestare.

Il demone era sospettoso ma alla fine sedette. Lailah si complimentò per il tè e i biscotti.

"Grazie, cara" sorrise Sophia "Mi diletto a cucinare chiusa in questa torre".

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Where stories live. Discover now