Punire

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L'inconfondibile scalpiccio delle calzature di Lucifero si espandeva per il corridoio del palazzo. Camminava svelto, con quei tacchi che producevano un eco inquietante, e tutti si scansavano per fargli spazio. I feriti erano stati medicati e riportati alle proprie case e la servitù tentava di sistemare i danni provocati dalle battaglie come bruciature, sangue e vetrate in frantumi. Il sovrano passava e ignorava tutti. Aveva lasciato le sue stanze, dove si era cambiato, e si stava dirigendo verso la sala del trono. Lì ad attenderlo c'era Asmodeo con uno dei prigionieri delle segrete, inginocchiato e incappucciato, con pensanti catene ai polsi. Lucifero sedette, scostando leggermente il mantello con la coda, sapendo già di chi si trattasse.

"La capitale ha subito danni importanti?" chiese il re.

"No, vostra Maestà" scosse la testa Asmodeo "Il vostro intervento ha evitato il peggio. Solo qualche crollo in alcuni punti delle mura".

"Il numero dei feriti?".

"Abbastanza rilevante ma sono stati tutti medicati e controllati dai nostri dottori".

"I morti?".

"Sono ancora in via di conteggio".

"Tuo figlio è ora un soldato reale. Spero non rientri nel gruppo dei sovversivi o dei feriti".

"Turek sta bene, maestà. Qualche botta ma passerà. Ha combattuto al mio fianco".

"Come hai capito chi è la causa di tutto questo?".

"Mi fido dei soldati a mio servizio. Mi hanno raccontato quanto successo e indicato con certezza i nomi dei traditori".

"Bene. Scopri questo stronzo...".

Lucifero sapeva chi era. Riconosceva l'odore di quell'essere e lo trovava rivoltante. Ringhiò nel vederne il viso, che aveva sempre trovato fastidioso. Chi aveva di fronte ghignò divertito.

"Buon pomeriggio, maestà" sorrise l'incatenato "Che piacere vedervi seduto sul trono, almeno ogni tanto".

"Silenzio. Limitati a rispondere alle mie domande. Mi irrita sentirti parlare".

Il prigioniero rise ancora e Asmodeo lo zittì con un calcio sulla schiena e mandandolo a terra.

"Belzebù" sospirò Lucifero "Di nuovo tu. Ogni volta mi pento sempre di più di non averti disintegrato la prima volta che ti ho visto".

"Troppo buono, maestà".

"Zitto. Oggi ho davvero la pazienza limitata".

"Maestà illustrissima, lasciatemi spiegare il perché di certe mie azioni. Dopotutto agiamo tutti per una ragione, più o meno. Ho cercato di agire per il bene del regno".

Asmodeo stava per colpirlo di nuovo, questa volta più forte, ma il re lo fermò con un cenno della mano.

"Parla, mosca. I tuoi deliri mi fanno capire quanto io sia sano di mente in realtà...".

"Maestà grandiosa, tutto il regno è venuto a conoscenza del vostro patto con il Cielo. E molti istintivamente hanno iniziato a chiedere se per caso ci stiate lasciando, avvicinandovi di nuovo al Paradiso".

"Se volessi tornare in Paradiso, avrei accettato la proposta che mi fu fatta quel giorno. Mi fu data la possibilità di tornare in Cielo e rifiutai".

"Ma per meritare il Paradiso, forse il vostro atteggiamento non è stato molto demoniaco. Dico bene?".

"Non vedo in che modo la cosa debba riguardare te".

"Magari vi è una via anche per altri...".

"Se altri anelano al Paradiso, che seguano il proprio percorso e ci provino. Ma certi discorsi spettano ai figli del Cielo. Tu non rientri in questa categoria, tu non eri un angelo. Tu dicono sia nato dai frammenti dei miei fratelli morti durante la caduta. Sei una specie di zombi che parla. Non sei un nobile, non sei un caduto, non sai nulla del Cielo. Perciò non dovresti aprir bocca a riguardo".

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Where stories live. Discover now