Odio et Amo

27 3 0
                                    

Dopo alcune ore di lezione con Lucifero, di lettura e scrittura, i tre bambini si erano messi a giocare in spiaggia assieme a Lailah. Gabriel era uscito in barca con il tritone e sarebbe rietrato solo al tramonto. Lilith era partita per una lunga crociera in solitaria, lasciando Ahriman dal padre.
Il bambino giocava volentieri con i suoi fratelli, i gemelli, e sorrideva all'idea di passare altri giorni a divertirsi in hotel.
Il Diavolo era perso nei suoi pensieri, seduto a uno dei tavolini del pergolato che dava sulla spiaggia. Fumava, cosa che ultimamente faceva più del solito, e fissava i suoi tre figli mentre giocavano a palla assieme a Lailah.

"Ciao, fratello" si sentì salutare.

"Ciao, Raphael" rispose, arrendendosi al fatto che lo avrebbero sempre chiamato "fratello".

"Come stai?".

"Le domande di circostanza le puoi saltare? Che cosa vuoi?".

"Sono un medico. E l'ultima volta che ti ho visto non stavi decisamente bene. Ho saputo cosa è successo. Ora stai meglio? Le emicranie e le perdite di controllo sono svanite?".

"Già. Sophia ha smesso di trattarmi come un bambolotto da personalizzare".

"Lieto di saperlo".

Sul tavolo era aperto un quaderno pieno zeppo di numeri, indici e parole spuntate. L'Arcangelo lo fissò con curiosità, non sapendo leggere la lingua demoniaca.

"Pensavo che alla burocrazia ci pensasse Azazel" commentò.

"Queste sono faccende di cui devo occuparmi di persona, essendone io la causa. Questo è l'elenco di tutti i danni che ho provocato ad ogni attacco di follia momentanea".

"Sembra che l'elenco sia tutto spuntato. Hai rimediato".

"Ho abbattuto dei palazzi" rispose il demone, espirando profondamente una grossa nuvola di fumo "Ci viveva della gente dentro. Ho distrutto vite, ricordi, progetti... Non posso rimediare a questo. Non potrò mai".

"Il tempo può...".

"Il tempo un par di coglioni! E anche Lilith...".

"L'ho vista, prima che si imbarcasse. L'hai guarita".

"L'ho stuprata, Raphael".

"Non eri te stesso. Non è stata tua la causa".

"Cazzate. So come funzionano certe cose. Uno può spingerti a fare tutte le cose che vuoi, come quando tento le persone nel mio lavoro, ma quando cedi e commetti un errore la colpa è tua. Solo tua".

"Questa volta è diverso. Lei ti ha cambiato il cervello e...".

"Come fanno droga, alcol o altre sostanze negli umani. Dovevo ascoltare Lilith. Dovevo stare lontano da lei e nulla sarebbe successo".

"Questa è follia. E tu lo sai. Tu ami Sophia. Lei ama te. Avete affrontato dogmi e pericoli assurdi, rischiando la vita, per...".

"Io ho affrontaro dogmi, pericoli e rischiato la vita. Io sono morto. Io non potrò mai perdonarla. Mai".

"Non esagerare. Tu...".

"Io ho sempre amato me stesso" riprese il Diavolo, accendendo una nuova sigaretta con quel che restava di quella vecchia "Anche quando sono caduto, deformato e sfigurato rispetto a ciò che ero, mi sono sempre amato. Sono sempre stato un narcisista egocentrico e in parte riflettevo questo mio amore in Sophia, essendo lei la mia copia con le tette e la fede nel divino. Ma ora mi guardo allo specchio e... mi detesto!".

"Questo mi pare eccessivo".

"Mi odio, Raphael! Mi guardo e provo ribrezzo per quel che ho fatto e per averle permesso di farmi quel che mi ha fatto. E rivedendo lei, queste sensazioni si amplificano".

"Tu hai bisogno di terapia, fratello. È comprensibile. Tuttavia, con un adeguato percorso, sono sicuro che tra te e Sophia possa risoversi tutto. Non pensi ai bambini? Loro ne sarebbero felici".

"I bambini non...".

La palla con cui giocavano i gemelli cadde proprio sul tavolo del demone, interrompendo la conversazione e facendo sobbalzare i due.

"Scusate!" si affrettò a dire Lailah, correndo a recuperarla "Colpa mia!".

Riprese il pallone, salutò Raphael e tornò a giocare.

"Com'è sorridente qui Lailah" notò l'Arcangelo "In Cielo è sempre un po'... tenebrosa".

"Governa la notte, Raphy!".

"Lo so ma è sempre sulle sue. Qui diventa un'altra, credo sia molto più felice".

"Probabilmente perché non ha nessun cazzone stile Vehuya o Sandalphon che rompe perché non è abbastanza angelica e cagate simili".

"Può darsi. O forse qui ha trovaro buona compagnia".

"Può darsi...".

"Senti... tornando a quella faccenda di prima... se hai bisogno di parlare di...".

"Non ho bisogno di parlare di niente, grazie".

"Ci tenevo comunque a dirti che siamo tutti concordi nel pensare che Sophia ha agito in modo assurdo e sconsiderato. Non doveva fare quel che ha fatto. Però è la Sapienza, saprà rimediare".

"Poteva fare a meno di fare quel che ha fatto, dato che è la Sapienza! Ora scusami ma ho un bel po' di lavoro arretrato da fare".

"Ma se si dovesse creare l'occasione per perdonarla, tu...".

"Mettila così. Tu sei un guaritore, vai sempre in giro con la tua borsetta piena di unguenti e cure. Metti che uno a te molto vicino, decidi tu chi, d'un tratto pensi che non gli va tanto bene che tu faccia il guaritore e saboti i tuoi attrezzi di lavoro. Metti che avveleni una delle tue medicine. Tu continueresti a fare il tuo lavoro ma facendolo provocheresti la morte di ogni creatura che intendevi aiutare. Come ti sentiresti?".

"Io... devastato!".

"Ecco. Ora io non so se nel tuo grande cuore d'Arcangelo potresti perdonare una cosa del genere, probabilmente sì, ma io no. Io no! Mai. Perciò basta discorsi del cazzo e migra. Apprezzo la buona volontà, ma non c'è nulla che possa fare per me".

Raphael stava per rispondere quando arrivò di nuovo la palla. Questa volta Lucifero la afferrò al volo e l'Arcangelo si aspettava che la bucasse o le desse fuoco. Invece sorrise, guardando Ahriman che volutamente l'aveva calciata verso quella direzione.

"E adesso la tengo io" furono le parole del Diavolo, che subito fu assalito dai tre bambini urlanti.
Lailah rise, osservando la scena da poco distante. Raphael rise a sua volta. Certo, magari lui non poteva fare molto ma di certo qualcun'altro ne era in grado!

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Donde viven las historias. Descúbrelo ahora