Fiori d'arancio e un crisantemo -parte seconda-

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"Sei a casa" ripetè Lucifero per l'ennesima volta.

Nonostante gli eserciti angelici, era riuscito a portare Sophia con sé in Cielo. Lì, ne era certo, tutto si sarebbe risolto. L'adrenalina lo faceva muovere molto più in fretta di quanto le sue ferite lo permettessero ma la sua priorità era salvarla. Era priva di sensi fra le sue braccia dopo quel fulmine, ne percepiva a malapena il respiro, ma sapeva che Lui non l'avrebbe mai fatta morire.

"Te l'ho riportata!" urlò il demone, rivolto al grande portone della torre centrale "Lei è qui! Aiutala!".

La porta non si aprì e Lucifero testardamente tentò di entrare a suon di calci. Una volta dentro, quasi cadde a terra ma riuscì a restare in piedi e sorresse lei, chiamandola ancora.

"Sei a casa" le ripetè, accarezzandole la testa e vedendola impallidire sempre di più "Andrà tutto bene".

L'adrenalina iniziava a scemare e il dolore a farsi sentire.

"Hai mantenuto il tuo patto" pronunciò una voce "Più o meno...".

"Aiutala!".

"Tranquillo. Starà bene molto presto. Non era mia intenzione ucciderla".

Tra l'immensa luce apparve l'uomo che un tempo anche Lucifero chiamava Padre. Sfiorò Sophia e lei spalancò gli occhi, come destandosi da un incubo.

"Sophia!" la chiamò ancora il demone.

Lei si guardò attorno, sempre in braccio al Diavolo, e sorrise debolmente.

"Hai di nuovo rischiato la vita per me?" mormorò la Sapienza "Stupido. Stupido mio demone".

"Ti ho riportata al giusto posto. Ora io devo tornare al mio".

"È forse un addio questo, Lucy?".

"Spero che nessuna circostanza avversa ti costringa ad avere di nuovo a che fare con me...".

Sophia tentò di reggersi sulle sue gambe, con l'abito da sposa stracciato e logoro, e lui la sorreggeva.

"Circostanza avversa?" iniziò  a piangere lei, con le braccia attorno al suo collo.

"Lui ti aspetta" le sussurrò il demone.

"Sei ferito...".

"Quelli come me non muoiono mai. Ora vai...".

Sophia lo salutò con un dolce bacio sulle labbra, prima di sciogliersi dall'abbraccio.

"Perdonami" gli riuscì a dire.

"Addio" rispose lui, mentre la Sapienza si faceva abbracciare da suo padre.

"Potresti rimanere" invitò Lui "Hai dimostrato di poter essere di nuovo degno del Cielo".

"Grazie per l'invito. Ma non fa per me. Per favore, fate che a Sophia non manchi mai niente e sia sempre felice".

"Abbiamo un patto. Il tuo cuore sarà presto sereno".

"Ci credo poco. Ma va bene così. Per favore, non cercatemi più".

Lucifero si voltò, girandosi verso l'uscita e iniziando a ridiscendere lungo gli scalini. Gemette quando si sentì stringere e tirare e sé. Le ferite bruciavano e trattenne un grido, ritrovandosi di nuovo avvolto dalla luce. Non riusciva a ribellarsi, non riusciva a fuggire da quelle braccia e da quello strano calore. Si era fatto tutto impalpabile. Le ferite non dolevano più, stavano guarendo, e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, era in spiaggia, al buio, da solo. Gli addobbi del matrimonio erano sparsi ovunque, vedeva la luce del salone principale accesa. Controllò attentamente il proprio corpo, toccandosi il petto, notando che le ferite erano scomparse. Fisicamente era impeccabile, nonostante il sangue che aveva imbrattato tutto l'abito che indossava.
Camminò solo per qualche passo, prima che Lilith lo raggiungesse.

"È tutto finito, vero?" parlò lei "E stai bene, vero?".

"È tutto finito" confermò Lucifero "Lei è tornata in Cielo ed è là che rimarrà".

"La più bella notizia che tu potessi darmi! Meno male!".

La tentatrice lo abbracciò forte.

"Ora andrà tutto per il meglio" parlò ancora "Ti dai una bella ripulita, una sistemata e sarà tutto come prima. Senza più problemi!".

"Senza più problemi" ripetè Lucifero, percependo ancora la forte aurea che lo aveva guarito e rispedito in spiaggia "Dove sono i miei bambini?".

"Dentro. Lailah li ha fatti giocare per distrarli. Erano molto spaventati".

Rientrando, i bambini lo raggiunsero e lui subito li rassicurò dicendo loro che la loro mamma stava bene e che presto avrebbero potuto andare da lei. Nel salone tutti si sentirono sollevati nel vedere il demone in piedi e nel sapere che Sophia fosse salva.

"Speravo fosse morta" confessò Lilith "Ma il fatto che non ti rompa più i coglioni mi basta".

"Fratello..." si avvicinò cautamente Michael, seguito da buona parte dell'esercito angelico.

"Non sono in vena" storse il naso il Diavolo, immaginandosi le solite prediche.

"Volevo scusarmi, a nome dei soldati del Paradiso".

"Volevi... cosa?".

"Chiederti scusa. Non avevamo compreso che il tuo desiderio era solamente quello di aiutare Santa Sophia e seguire un ordine dell'altissimo. Tutti noi domandiamo perdono e chiediamo in quale modo fare ammenda".

Lucifero era senza parole. Si stavano inchinando! Forse sognava ma Lilith gli aveva appena dato un pizzicotto piuttosto energico quindi era la realtà! Si inchinavano per davvero!

"Ammenda?" riuscì a dire, perplesso "Ma che potrei mai chiedervi? Diciamo che già a vedervi così mi provoca un brivido di soddisfazione non indifferente. Ci penserò. Per ora tornate a casa...".

Gli angeli si congedarono e il Diavolo chiamò attorno a sé tutti i dipendenti dell'hotel.

"Avete svolto un ottimo lavoro" si complimentò "È stato un periodo stressante, difficile e con tantissime rotture di palle. Ma è tutto finito. E vorrei premiarvi in modo appropriato per tutto l'aiuto che mi avete dato. Oltre a una sorpresa in busta paga, vorrei che ognuno di voi riflettesse su cosa chiedermi. Quel che volete. Un premio per voi. Pensateci e, quando mi vedete in giro, chiedete pure. Ora andate tutti a riposare, gli umani dormiranno fino a mezzogiorno! Ottimo lavoro".

Lucifero si congedò, seguito dai bambini. Aveva urgente bisogno di una doccia e di un cambio d'abiti, perché l'odore di Paradiso lo irritava terribilmente!

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora