Brucia

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Silenzio. Uno strano silenzio. Una realtà ovattata avvolse Lucifero quando riaprì gli occhi. La decapitazione di Sophia aveva provocato una scarica di energia che aveva travolto tutti i presenti, gettandoli a terra assieme a calcinacci e quel che restava del lampadario di cristallo. Il sovrano tossì un paio di volte e sospirò: detriti e polvere non erano certo peggio dell'aria infernale! Appena quella sensazione di stordimento mentale iniziò a svanire, fu travolto da sensazioni poco piacevoli. Per primo arrivò il dolore, lancinante. Poi l'aria si riempì di voci, urla, tonfi provocati dai muri che cedevano. Trattenne un grido, di dolore e fastidio, sforzandosi di rialzarsi. Si guardò attorno. Vi erano dei feriti a terra, alcuni privi di sensi.

"Helel" chiamò, vedendolo steso poco più in là "Mi senti?".

"Sto bene. Più o meno" mormorò il giovane, alzandosi a sedere "Per fortuna Naji ha dato a tutti l'ordine di uscire".

Lucifero guardò fuori, verso la spiaggia privata, e vide la figlia che con serietà e giudizio stava tranquillizzando i presenti e organizzando i soccorsi ai feriti. I demoni la ascoltavano, senza protestare.

"Ti aiuto ad alzarti?" propose al giovane ed Helel lo fissò in uno strano modo.

Il re non comprese subito quello sguardo ma poi si ricordò di aver perso un braccio e inaspettatamente sorrise.

"Dove sono tutti gli angeli?" domandò il giovane, toccandosi la testa dolente.

"Immagino siano tornati ai piani alti. A quelli bastano pochi minuti in Paradiso e tornano come nuovi...".

Socchiudendo gli occhi, sentendo gli scricchiolii emessi dall'hotel, Lucifero richiamò l'ultimo barlume di energia che aveva per impedire all'edificio di crollare.

"Forse facevi meglio ad aggiustare te stesso..." commentò Helel.

Lucifero non rispose. Fece cenno di rientrare a tutti coloro che se ne stavano fuori al freddo. L'hotel era sicuro, non avevano motivo di restare al gelo. Si stupì quando notò che gli angeli, rinvigoriti e forti, stavano tornando dal Paradiso per aiutare i feriti.

"È tutto finito" tranquillizzò Najira "Possiamo rientrare al caldo".

"Riposatevi" ordinò il sovrano "Siamo tutti molto stanchi. Recuperate le forze".

Si guardava attorno cercando qualcuno, purtroppo invano. Si avvicinò alla figlia,  complimentandosi per il suo comportamento esemplare. 

"È una gioia per gli occhi quel che vedo" le disse "E un orgoglio del cuore. Ci sono tutti? Abbiamo avuto delle perdite?".

"Ci siamo tutti" annuì Najira "Tutti stanchi e molti feriti ma ci siamo tutti. Non so dirti dove siano Espero e Lailah, purtroppo. Li ho visti allontanarsi subito dopo la decapitazione".

"Pensavo fossero tornati in Paradiso".

"No, non credo. Espero è scappato via e Lailah lo ha seguito. Non so dirti altro perché ero decisamente impegnata, mi 'spiace".

"Non potrei chiedere di più. Ora però riposati, sei ferita anche tu".

"Io sono tutta intera, Papànsia. Non ti preoccupare. Tu piuttosto hai l'aria di chi ha bisogno di una dormita e un superalcolico. E magari un'aggiustatina...".

"Forse dopo...".

Ignorò Furcas e altri che volevano medicarlo e accertarsi che stesse bene. Accettò solo un mantello, odiando il freddo, che avvolse attorno al collo e lasciò cadere sul lato destro. Se Espero e Lailah non erano in Paradiso, aveva solo un'altra opzione in testa e sperava fosse quella giusta, anche perché non aveva le forze mentali e fisiche per gironzolare più di tanto.

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Where stories live. Discover now