Famiglia reale

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Per Michael era quasi divertente notare il cerimoniale che i demoni minori riservavano al loro re. Le gerarchie infernali erano molto complesse, ben più di quelle angeliche, e ogni diversa categoria doveva comportarsi in un determinato modo dinnanzi a un reale. Era sempre strano vedere Asmodeo, grande e grosso com'era, che si inchinava.
Espero si sentiva a disagio dinnanzi a tutti quei "vostra altezza", inchini e riverenze che gli rivolgevano. Che riservassero a suo padre tutte quelle moine! Attendevano di parlare finché non avevano il permesso, mangiavano solo dopo un cenno del re, non gli voltavano mai le spalle e non lo guardavano mai negli occhi. Le ultime due cose probabilmente per paura. Il principe sapeva che suo padre poteva distruggerli tutti con una certa facilità. Per Michael era ridicolo però si sforzava di non commentare, durante quella convivenza forzata. Si stava esercitando con il suo spartito ma ammetteva di essere in difficoltà: lui era un guerriero, non un musicista o un cantante!

"Tutti gli angeli sanno cantare" aveva tagliato corto Lucifero, quando l'Arcangelo aveva provato a protestare.

Fosse vero o meno, doveva solo verificarlo! Da giorni padre figlio scrivevano spartiti e li facevano consegnare agli interessati. Il Natale era prossimo, qualcuno aveva decorato il salone. Lucifero si era perso a fissare suo figlio, che scriveva con passione e con un sorriso soddisfatto. Il ragazzo, terminato un foglio, alzò gli occhi e fissò con aria interrogativa suo padre.

"Ho fatto qualcosa che non dovrei?" chiese, guardandosi attorno.

"Oh, no. Perdonami. Pensavo al fatto che tra poco è il tuo compleanno".

"Già. Il giorno di Natale. Buffo...".

"Vuoi chiedermi qualcosa in particolare?".

"Non ci ho pensato, sinceramente. Forse Naji ha le idee più chiare".

"Naji...".

Naji. Najira. La principessa. La primogenita. Nata qualche istante prima del gemello Espero e di Ahriman, era diventata rapidamente una star infernale.

Tutto era iniziato quando aveva accompagnato il padre agli Inferi, tentando di capire come rendersi utile. Si era sentita davvero insignificante dinnanzi alla potenza sprigionata dal Diavolo per risistemare la capitale. Si era chiesta perché anche l'Inferno risentisse della morte di Sophia e aveva capito: Lucifero e quel luogo erano legati, così come lo era il mondo nuovo. Se qualcosa non andava in lui, si rifletteva anche sugli inferi. Ma cosa non andava in lui? Non lo capiva. Lo vedeva piuttosto tranquillo, con ogni cosa sotto controllo e senza fastidi di sorta se non quell'occhio mancante.
Tentando di rendersi utile, si era messa a distribuire beni di prima necessità in quella città danneggiata. Vi erano morti e feriti e il popolo la fissava con una certa diffidenza. Era normale, si disse. Fino a poco tempo prima era una bambina! Stava aiutando una famiglia a ripulire i calcinacci di casa quando si udì un forte boato e tutto iniziò a tremare. D'istinto aprì le ali ed accolse alcuni bambini sotto di esse. Era spaventata, vedeva crollare le pareti, e urlò "Basta!".

Si fermò tutto. E tutti la guardarono.

"Continua" la pregò uno dei bambini "Non permettergli di ricominciare!".

"Io sono la principessa Najira" scandì la ragazza "Figlia dell'imperatore Lucifero, signore degli Inferi. E ordino agli Inferi di obbedire ai miei comandi".

Il terreno mugugnò e si placò. Lei alzò lo sguardo, verso il palazzo reale. Si diresse verso di esso, cercando suo padre e trovandolo affacciato a una delle terrazze.

"Sono stata io?! L'ho fatto io?".

"Che cosa, bambina mia?" era stata la risposta di Lucifero.

"Ho fermato il terremoto. L'inferno mi ha obbedito! O sei stato tu...".

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Onde histórias criam vida. Descubra agora