Incubi

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Il piano di Lucifero era relativamente semplice. Per convincere Sophia che non stava mentendo, voleva farle avere un incubo spaventoso in cui vedeva se stessa come regina degli Inferi. Voleva farle paura e aveva chiesto a Lailah di farle avere questo incubo. Per poter creare un sogno il più realistico possibile, calcolando che Sophia aveva visto l'Inferno, Lailah si era fatta accompagnare agli Inferi e osservava ogni dettaglio con attenzione. Tentava di ricordare ogni cosa, mentre fissava i soffitti della sala del trono. Le guardie alla porta si erano inchinate davanti a Lucifero, così come chiunque avessero incontrato lungo il tragitto fra portale e stanza.

"Dovrei fare anche io così?" sussurrò Lailah.

"A tuo piacimento" rispose il demone, con le mani incrociate dietro la schiena.

"Se lei fosse regina, che vestito indosserebbe? E che corona?".

"Posso mostrarti la corona. Il vestito dovrai inventarlo, mi 'spiace".

"Non c'è problema".

Lailah si era avvicinata al trono, osservandone ogni dettaglio e intarsio. Era di legno nero, con i braccioli riccamente decorati e uno schienale di broccato color del sangue.

"Potrei farla incatenata a questo luogo. Oppure inchiodata..." cominciò a immaginare.

Tentò di immaginare un abito adatto, fissando anche quello che indossava il re in quel momento. Aveva piccole catene sul petto e sul fianco, che emettevano un inquietante tintinnio, tra la stoffa nera a ricami argentei. Sulle spalle, un mantello con uno strascico che si agganciava a due spalline con componenti in metallo che scintillava ad ogni mossa.

"Posso vedere la corona?" chiese lei "Qui credo di aver visto abbastanza".

Lucifero le fece strada, fra gli inchini delle guardie del palazzo che non si aspettavano una visita del sovrano quel giorno. Con una chiave, il re aprì la porta della stanza dei tesori dove stava custodita la corona imperiale. Era ben protetta sotto una teca di vetro al centro della stanza, fra tesori e abiti preziosi. Lailah rimase incantata a fissarla e fu tentata di allungare le mani ma Lucifero la bloccò.

"Ha un allarme!" le spiegò, tenendole il braccio "Vuoi perdere la mano?!".

Quella teca rispondeva solamente al tocco del re e si aprì appena vi poggiò un dito su uno specifico punto. Tolse il vetro e la corona si mostrò in tutta la sua bellezza.

"Ora posso toccarla?" chiese timidamente lei e lui annuì.

Era argento, con diamanti brillanti e pietre color sangue con delle forme che ricordavano stelle incastonate tra un complicato intreccio simile alle spine delle rose. Spuntoni argento incorniciavano tutto il gioiello, come raggi.

"È pesante!" commentò lei "Non la indossi mai?".

"Solo in certe occasioni".

"Come regina userebbe sempre questa?".

"Suppongo di sì. Non mi sono mai posto il problema".

Lei gliela porse, invitandolo a metterla sul capo.

"Senza corna è davvero fastidiosa" ammise Lucifero "Ma lei avrebbe le corna, dato che ha riavuto l'aureola".

Lailah continuò ad osservare e Semeyaza entrò nella stanza, inchinandosi rispettosamente.

"Maestà! Non ci aspettavamo una vostra visita! C'è forse qualcosa che non va?".

"Non preoccuparti, siamo qui per compiere una missione" spiegò il Diavolo.

"Posso fare qualcosa?".

"No, tranquillo. Alzati".

Semeyaza si rialzò e fissò Lailah, stupendosi di vederla lì con addosso la divisa bianca e oro dell'hotel. In mano teneva un piccolo quaderno e prendeva appunti, pronta a creare il peggiore degli incubi.

Satan's Speech 2 -L'Angelo della Notte- ☆completa☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora