'L'undicesimo re' di Irene Sartori (ErinWingsK)

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Titolo: L'undicesimo re

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Titolo: L'undicesimo re

Autore: Irene Sartori (ErinWingsK)

Genere: Fantasia

Stato: In corso, primo di quella che dovrebbe divenire una saga

Classificazione dei contenuti: NC- 17

Tematiche forti/ Contenuti per adulti: violenza descrittiva, morte, presenza di scene sessuali non troppo esplicite. Non adatto a chi cerca un fantasy zeppo di creature fantastiche.

Consenso Social:

Trama:

È il 143° anno del Regno del Nord quando re Kigan Krown muore di malattia lasciando il trono al figlio Magett, di diciotto anni. Durante il primo anno da regnante, Magett comincia a mostrare i primi sintomi della stessa malattia del padre, che lo porterà inevitabilmente verso la morte entro pochi anni. Non avendo ancora né una moglie né suoi eredi decide di dare in sposa la maggiore delle sue sorelle a colui che poi diverrà il suo successore. La principessa Mey quindi parte dalla rocca dei Ruyn, dov'era vissuta dall'età di sei anni, per raggiungere la capitale. Sia lei che il fratello però non sanno che oscuri nemici tramano nell'ombra per spodestare il potere dei Krown e instaurare un nuovo regime di sangue, come il loro fratellastro Liam, che brama la corona e cospira con loschi personaggi per distruggere la vita del re.

Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell'immaginazione dell'autrice e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone è del tutto casuale.

Copyright ©2015-2016 Irene Sartori, tutti i diritti riservati.

Cos'è per me il femminismo? E perché la mia storia può dare il contributo alla causa?

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Cos'è per me il femminismo? E perché la mia storia può dare il contributo alla causa?

Mi faccio da parte e lascio la parola a Mey Krown:

Fuori dalla finestra la vita mi sembra più semplice. Non per le povere donne che vedo affaccendate attorno al pozzo, e nemmeno per gli uomini che noto nei campi a vangare terra e sudore, quanto per chi, in questo momento, vedo impegnato in un duello amichevole, più divertente che faticoso.
Anche a me piacerebbe, come a molte altre donne a cui purtroppo non è concesso. Come ad esempio alla cara Matilde, un tempo balia di mio fratello che ora è re Magett. Lei è una donna forte, che vorrebbe combattere per la sua terra, invece che patire per i suoi cari mentre cuce davanti al fuoco dei caldi bracieri.
Gli uomini lì sotto urlano, giocano, si divertono, vengono istruiti nell'arte della guerra, se pur si può chiamare arte, che dovrebbe essere sinonimo di bellezza. A loro è concesso di leggere libri, quelli avventurosi ma anche quelli utili e interessanti che io nemmeno posso tenere fra le mano.
A noi donne, povere, ricche, giovani, vecchie, solo il piacere di cucire, un ago in mano e una tela per i nostri uomini, di dare al mondo bambini, che dovrebbe essere il piacere più bello. Ma come possiamo accudire in nostri piccoli nuovi uomini se siamo avvolte dall'ignoranza? Infatti lo fanno i maestri per noi, sempre uomini, mentre le balie allattano. A noi madri ricche e di rango non è permesso allattare. Dobbiamo perdere il latte per poter essere pronto al più presto ad infornare un nuovo erede; e che sia maschio, altrimenti son guai!

Gli allenamenti continuano, a discapito della mia intelligenza. Vedo mio fratello cadere a terra e per un attimo mi preoccupo. Gli voglio bene, perché è la mia famiglia, e lui non è come loro. Magett non disprezza noi donne, potrebbe divenire un re migliore, e forse dare una nuova luce di speranza a noi poveri oggetti discriminati sin dalla nascita. So che lui non tratterebbe così sua figlia, se dovesse nascere una femmina. Oramai non può fare molto per me, poiché sono pronta per andare in moglie a un qualche lord che non avrà pietà di me, e questo mi rattrista.

Vago con lo sguardo per il cortile, getto i miei occhi lacrimosi lontano verso l'orizzonte. Sono alla ricerca di vita, della vera vita. Sono alla ricerca di amore, liberà e uguaglianza.

Estratto:

«Quando arriveremo ser Rudolf?» Mey volse lo sguardo verso di lui, per cogliere la sua reazione a quella domanda.
«Quando gli dèi ce lo concederanno, Altezza». Con un'alzata di spalle il cavaliere scrutò il cielo rosso. «Sempre che abbiano intenzione di farlo, prima o poi». C'era una sottile vena d'ironia nella sua voce, come se nemmeno lui credesse a quelle parole.
«Tu non hai fede negli dei, ser?».
«Al contrario, principessa» s'intromise una voce, «lui ha troppa fede nei suoi dei».
Mey si voltò, sorpresa, fermando per un attimo la giumenta. Si accorse che a parlare era stato un giovane cavaliere dai capelli biondo oro e l'aria altezzosa. «I suoi dèi?». Che lei sapesse non e esistevano altri. O forse anche questa conoscenza le era stata negata senza neppure dirglielo?
Il giovane rise, affiancandosi a loro con il suo cavallo: «Sì, principessa, i suoi. Non sono i miei di dei», precisò con una smorfia.
«Ora basta Nolan!» lo rimproverò ser Rudolf. «Non osare dire un'altra simile bestemmia in presenza della principessa».
«E va bene, non serve agitarsi». Il giovane alzò le mani in segno di resa, strappando a Mey un sorriso.
«Voi chi siete, ser?» chiese cercando di mantenere un tono serio.
«Nolan Bastian, mia signora» si presentò con un sorriso malizioso. «Per compiacerti».
«Compiacermi?»
«Sono al tuo servizio, principessa».
«Pensavo fossi un cavaliere di Forte Valore». Mey aveva studiato tutte le casate del regno, durante la sua lunga permanenza nella rocca dei Ruyn. Le casate erano una delle poche cose che era permesso di studiare, persino a una principessa. Ricordò che Forte Valore era un piccolo fortilizio, sede della casata dei Bastian, ma altro non le era stato detto. Era sempre così per ogni donna, anche per quelle poche che, come lei, avrebbero voluto una migliore istruzione.

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