'La vita normale' di Paola Paolina

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Titolo: La vita normale

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Titolo: La vita normale

Autore: Paola Paolina

Genere: Narrativa Generale

Stato: In corso

Classificazione dei contenuti: PG

Tematiche forti/Contenuti per adulti: In alcuni punti potrebbe parlare di violenza e toccare argomenti sensibili

Consenso Social: Si   

Trama: È la storia di Paola, apparentemente una giovane donna che ama vestire alla moda, uscire e divertirsi con gli amici.

Paola ha un rapporto difficile con la madre, in realtà ha vissuto la sua natura di femmina come un peso, un ostacolo, per essere apprezzata al di là del suo aspetto fisico e considerata una ragazza intelligente, che avrebbe potuto studiare e realizzarsi. Paola ha dovuto farsi largo nella vita difendendosi dalle persone sbagliate, dalle ingiustizie sociali, dagli eventi dolorosi della vita ed infine dalla malattia. Ma ha sempre avuto il coraggio di lottare, di amare incondizionatamente. Questo suo atteggiamento le ha permesso di essere a sua volta amata, capita e sostenuta. Oggi Paola, nonostante la malattia, sta bene, ha trovato il suo equilibrio, riesce finalmente a vivere una vita felice, una vita 'normale '.   

Cos'è per te il femminismo? Come questa storia contribuisce all'iniziativa?

Secondo me il femminismo consiste indubbiamente nella parità dei diritti. Significa vivere a testa alta la propria condizione di donna sfatando il mito del gentil sesso. Camminare guardando avanti verso il proprio obiettivo lasciandosi alle spalle i pregiudizi, lottando senza paura contro gli atteggiamenti maschilisti del sistema. Femminismo significa educare e crescere i propri figli insegnando loro a rispettare le donne e a collaborare con loro, perché si è tutti uguali.  

Paola sono io. Ho deciso di scrivere la mia storia al fine di comunicare un messaggio positivo a tutte quelle donne che vivono o hanno subìto un evento drammatico. Io sono riuscita a superare tutto e vorrei essere un esempio di speranza e di vittoria.  

Estratto:

Dal capitolo "28 anni"  

"...Nonostante il periodo estivo, l'aria era piuttosto fresca.
Indossai quindi una maglietta rossa, un jeans lungo e una giacca: stavo bene, mi sentivo pronta ad affrontare la mia giornata alla ricerca di un lavoro.
Passeggiavo per le vie del centro, entravo nei negozi e chiedevo se ci fosse bisogno di una commessa . Vista l'assenza di un diploma, non potevo fare nemmeno la segreteria e il lavoro in un negozio di abbigliamento moda era l'unica cosa che sapevo fare vista l'esperienza con l'attività commerciale dei miei.
Fu proprio in quel frangente, mentre per l'ennesima volta maledivo mia madre perché non mi permise di frequentare il liceo, che mi si fiondò addosso un uomo ubriaco: in un istante mi trovai le sue mani strette ai polsi , mi fece lo sgambetto e caddi a terra. Mi stava sopra paralizzandomi con il peso, così, in pieno giorno, in mezzo a via Garibaldi, ripeteva di volermi stuprare:
"Ti fotto puttana!"
Mi soffocava col suo alito puzzolente, il suo sudore mi colava addosso...ero del tutto inerme, le urla mi si soffocarono in gola, la testa girava e proprio mentre pensavo che il mio cuore sarebbe scoppiato in preda a una tachicardia insopportabile, sentii delle grida..."  



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