Da 'Debutto'... Kaname125

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D: Ciao Antonella, prima di tutto grazie per aver accettato la nostra intervista e ancora complimenti per il premio!

Sappiamo che hai all'attivo un libro pubblicato tramite casa editrice, perciò vorremmo chiederti se, per quella che è stata la tua esperienza nell'editoria, l'essere donna è un fattore che può influenzare la propria carriera . Che trattamento ti è stato riservato? C'è stato qualche episodio specifico che hai voglia di condividere con noi? 

R: Grazie a voi per aver avuto un pensiero così carino nei miei riguardi.

In realtà la pubblicazione non è ancora avvenuta, ho solo preso accordi e firmato il contratto. La collaborazione vera e propria deve ancora arrivare. Non credo che, almeno in certi ambienti (che dovrebbero essere "acculturati" per definizione) essere donna piuttosto che uomo possa fare la differenza. Perlomeno lo spero. Finora posso dire che sono stati estremamente gentili e disponibili, nessun riferimento sessista.

D: Passando alla tua vita quotidiana, se stata mai vittima o hai assistito a un un episodio misogino o antifemminista? Se sì, come hai reagito in quella circostanza?

R: Devo dirti che no, per fortuna non ho mai avuto esperienze simili. Sono molto lontane dalla mia quotidianità, nonostante si creda che al sud siamo ancora un po' all'antica. Come unica figlia - ho due fratelli - sono sempre stata viziata in maniera particolare da mio padre ma molto anche da mia madre. E, ora che ho una famiglia mia, sono ancora l'unica donna. In pratica, la regina di casa, il loro punto di riferimento. Quindi, in realtà, il mio essere donna in un "mondo di uomini" è stata una benedizione.

D: Come influiscono le tue convinzioni nel tua vita di tutti i giorni? Come insegni/insegneresti ai tuoi figli il rispetto per la parità di genere? Come speri che cambi il mondo in questo frangente?

R: Le mie convinzioni... in realtà affronto il tema in maniera diversa. Cioè, per me è naturale e spontaneo eliminare le differenze di genere. So che esistono, so che in molte si sono trovate ad affrontare situazioni spiacevoli - e parliamo di paesi occidentali, in cui la parità esiste almeno sulla carta - soprattutto in certi ambiti lavorativi. Però, non essendomici mai trovata, faccio fatica a immaginare come dev'essere sentirsi discriminati per qualcosa che non esiste. Davvero, di che stiamo parlando?

Ai miei figli - tre maschi, tanto per cambiare - insegno semplicemente che gli uomini, intesi come genere umano, sono tutti uguali. Maschi e femmine, bianchi e neri, biondi o bruni, cattolici, buddhisti o atei. Tutti. Che se trattano qualcuno in maniera diversa solo per un aspetto superficiale, rischieranno di perdersi tante cose. Che devono sempre pensare a come vorrebbero essere trattati loro a ruoli invertiti.Credo fermamente che la parola "differenza" dovrebbe avere un valore solo positivo, un significato che aiuti a crescere e cambiare, a scoprire il mondo da diverse prospettive, a mettersi in discussione. Le differenze dovrebbero unire, non separare.Mi piacerebbe che il mondo lo capisse.

D: Hai consigli per i lettori e scrittori per scrivere su qualcosa che tratti il nostro tema?

R: Il mio consiglio per la scrittura è sempre quello di non forzare la mano e lasciarsi trasportare dalla fantasia e dall'ispirazione. Ma se si vuole affrontare questo tema, di documentarsi bene, perché purtroppo - e come ho detto capita anche a me - spesso non vediamo le ingiustizie che si nascondono tra le pieghe sociali. O ignoriamo quella lontana, di culture a cui non ci avviciniamo. Perché quando si scrive, ci vuole anche coscienza.

Contiamo la vera storia dell'uomo da quando è nata la scrittura. Questo perché è il mezzo più potente che esista per cambiare davvero le cose.

Grazie mille per il tempo che hai speso per noi Kaname, ti auguriamo mille di questi Wattys e 10 collane in pubblicazione, magari una tutta all'insegna di WritHer!


E, voi ragazzi e ragazze,non vi sentite ispirati come noi dalle sue parole? Beh che aspettate allora, correte a leggere e scrivere!


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