'Vittima o colpevole' di Tamara Di Marco

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Titolo: Vittima o colpevole?

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Titolo: Vittima o colpevole?

Autrice: Tamara Di Marco (TamaraDiMarco)

Beta: /

Genere: Storia breve

Stato: Completa – Autoconclusiva

Classificazione dei contenuti: G

Tematiche forti/Contenuti per adulti: è trattato il tema dello stupro, ma in modo non diretto, in quanto la storia si sviluppa dopo l'atto e non è incentrata direttamente sulla vittima

Consenso social: Sì

Trama: Blake Jefferson esce di casa, diretto nel solito bar che frequenta ogni singola mattina da ormai anni. Lungo il tragitto, compra un giornale, la cui testata recita: "Springfield avvolta dal terrore". Lui ed altre persone all'interno del locale si cimentano nell'esprimere le proprie opinioni su vari crimini avvenuti, rendendo meno sicuri i confini tra l'essere vittima e l'essere colpevole. Quando, però, arrivano all'ultimo crimine, uno stupro, sembrano avere tutti la stessa idea. 

Perché la mia storia dà il proprio contributo alla causa?

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Perché la mia storia dà il proprio contributo alla causa?

Per molto tempo ho seguito una pagina su Facebook dedicata al femminismo. Sono giovane (ho sedici anni), quindi leggerla mi ha davvero aperto gli occhi. In particolare, ero scandalizzata da come le persone addossassero spesso la colpa di uno stupro a quella che, in realtà, era la vittima di tale reato. "Eh, ma cosa indossava?", "Eh, ma lo ha provocato!", "Eh, ma poteva prepararsi in qualche modo!" sono alcune tra le più usate.

Così ho deciso di scrivere questo racconto proprio dal punto di vista di tali persone, più quello di un femminista inconsapevole di esserlo. Il concetto è semplice: un uomo compra un giornale e si reca in un bar, dove, con altri clienti, commenta i fatti che sono riportati sul quotidiano (un furto, vandalismo, un omicidio ed uno stupro). Riguardante i primi tre crimini, i clienti hanno opinioni diverse: alcuni addossano la colpa alla vittima, altri al colpevole e ne discutono: ciò pare abbastanza distorto, in quanto, di solito, è raro dare la colpa alla vittima di un assassino. Quando, però, arriva lo stupro, tutti sono d'accordo sul fatto che la colpa sia della ragazza, compresa una donna: l'unico che, invece, non la pensa così è un uomo che conosce la vittima, ma non sapeva di ciò che le era successo, scoprendolo da un articolo di giornale. Ho voluto fare questa sorta di accostamento per provare a far vedere quanto sia effettivamente illogico dare quasi sempre la colpa alla vittima nei casi di stupro.

Il racconto, però, si chiude nel peggiore dei modi, mostrando come, spesso, la visione di tali persone possa finire per essere condivisa dalla vittima stessa.

Cos'è per me il femminismo?

Per me, il femminismo è stato una scoperta. In fondo, sono sempre stata una femminista senza saperlo, ma dopo aver scoperto quella pagina Facebook a cui ho accennato prima mi sono resa conto di come, spesso, i segni di disparità di genere siano molto più subdoli e piccoli di quanto ci si aspetti, quasi invisibili agli occhi di chi non ne è consapevole. Credo fermamente nella parità di genere e non sopporto sopra ogni altra cosa il fatto che la gente pensi che il femminismo voglia la supremazia della donna e sia contro gli uomini. Io voglio l'uguaglianza per entrambi i generi!

Si chiama femminismo solo perché, durante la storia umana, è stato il genere femminile ad essere messo da parte. Ecco un esempio: immaginate una scala. Il genere maschile è al piolo 2, quello femminile è al -2. Il femminismo non vuole "alzare" il genere femminile su quella scala perché lo vuole al di sopra di quello maschile, ma perché, da quel -2, lo vuole far arrivare al 2.

Se fosse stato il genere maschile quello "messo da parte", il femminismo – o meglio, la ricerca della parità di genere – avrebbe avuto un altro nome, ma comunque lo stesso obiettivo!

Dunque, concludo affermando che, a mio parere, il femminismo è un traguardo per il mondo, un obiettivo che dovremmo raggiungere per vivere meglio fra di noi.

Estratto:

Il barista passò all'ultima notizia. «Infine, la "settimana del terrore" si è conclusa con un evento tanto macabro quanto il precedente. Venerdì notte, la sedicenne...». Si fermò un attimo, come se fosse incapace di continuare. Gli altri uomini lo guardavano, interrogativi. Robert fece un respiro profondo, poi riprese la lettura. «Alissa Davis è stata stuprata da Mike Miller, uomo di quarantacinque anni già noto alla polizia a causa di precedenti penali per guida in stato di ebbrezza, tentato furto e possesso di sostanze illecite».

Seguì un lungo e pesante silenzio, in cui nessuno tra di loro osò fiatare. Gli unici rumori udibili erano le risate dei bambini, seduti più lontano, che avevano finito la loro torta e ora stavano parlando allegramente tra di loro.

Fu solo un minuto e mezzo dopo, che qualcuno formulò la tanto attesa domanda: «E che cosa indossava?»

Robert osservò Jack senza dire nulla, lo sguardo indecifrabile.

La libreria di WritHerWhere stories live. Discover now