V - Segreti d'inchiostro (pt.3)

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«Mik!» La ragazza si voltò, lasciando cadere il taccuino

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«Mik!» La ragazza si voltò, lasciando cadere il taccuino. «Oh, dei!» si portò la mano alla bocca. Dove istanti prima c'era il bibliotecario, si ergeva ora una catasta di volumi e rotoli di cartafoglia da cui spuntavano rimasugli dello sgabello spezzato dall'impatto.

L'immagine del corvo appollaiato sul palco le baluginò ancora in mente, quella volta accompagnata anche dal suo verso gracchiante. Un presagio di morte. Guardò il mucchio di pagine e copertine, paralizzata dal fatto che non sapesse cosa fare, come reagire. Avrebbe dovuto provare a togliere qualche tomo, nella speranza che il sessantenne fosse ancora vivo? Mentre si avvicinava cauta all'ammasso, deglutì al pensiero del cadavere che avrebbe potuto trovare. Eppure, nonostante cercasse di convincersi del contrario, lei era relativamente calma: l'idea di aver appena assistito a una morte non la turbava neppure lontanamente quanto avrebbe dovuto.

Fu solo per un istante, ma con la coda dell'occhio vide una piccola ombra scattare tra i ripiani dello scaffale quasi vuoto che pendeva minacciosamente sul mucchio disordinato. Un topo, forse. Se Mik avesse scoperto che i suoi preziosi tomi erano minacciati da un roditore... Il cigolio del legno ancora precario la riportò alla realtà, in quel silenzioso piazzale immerso nell'odore di pergamena e nel silenzio.

Il cumulo di macerie venne improvvisamente scosso da un tremito, poi da esso emerse una mano color del bronzo. I volumi sulla sommità scivolarono di lato, liberando prima le braccia e poi il busto dell'uomo. «Sto bene, sto bene», borbottò Mik massaggiandosi il capo calvo. Si guardò intorno e gemette: «Spero che i miei piccoli non si siano rovinati gli angoli.»

Kala respirò a fondo, sollevata eppure anche inquieta. Sentiva che c'era qualcosa, come se un istinto si fosse appena svegliato e stesse cercando di farle vedere qualcosa che le sfuggiva. Non era come la sensazione profonda che aveva provato quando la sera di Samahian aveva incontrato An e che le suggeriva di non abbassare mai la guardia in presenza della donna, ma era pur qualcosa. Non ha importanza: grazie a Mag Mell, Mik è vivo e vegeto.

Tese la mano per aiutare il bibliotecario, ma quello evitò il contatto con un guizzo. «Non sono così vecchio», borbottò, poi rialzò da solo. «Se vuoi ancora cercare qualcosa, sai dov'è la sezione sulle leggende. Ora, devo mettere a posto questo disordine per i miei amati volumi.»

Il tono di voce freddo dell'uomo lasciò completamente spiazzata la giovane, abituata a un comportamento ben diverso. Aspettò che il sessantenne iniziasse a snocciolare storie o la chiamasse storpiando il suo nome, tuttavia tutto ciò che ottenne fu un silenzio chiuso. «Hai bisogno...»

«No!»

È ancora scosso dalla caduta, cercò di giustificarlo. Sì, deve esserlo. «Credo che ci sia un topo, Mik.»

Il bibliotecario continuò a raccogliere i libri da terra, ostinandosi a non incrociare lo sguardo azzurro della ragazza. «Certo, certo», disse, ma quelle erano solo sillabe pronunciate senza essere state infuse con un vero significato.

I Lacci dell'Araldo  [Il Libro di Alethia, vol. I]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora