XIV - Crocevia (pt.1)

262 26 284
                                    

La volpe avanzava sicura, facendo oscillare a ogni passo la folta coda color fiamma

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

La volpe avanzava sicura, facendo oscillare a ogni passo la folta coda color fiamma. Trotterellava senza fretta e a ogni falcata percorreva mille e nessun miglio al tempo stesso. Le distanze non esistevano in quel non-luogo, in quello spazio vuoto che non apparteneva a nessuno strato di realtà, in quel non-mondo di transizione. Le morbide zampe della creatura si posavano senza suono nel nulla, tracciando nell'aria inesistente scie simili a quelle delle stelle comete. Tutt'intorno al piccolo animale, distanti e al tempo stesso vicini, fiorivano intrecci di luci, forme e colori, che punteggiavano con il loro tripudio di bellezza le tenebre come le galassie avrebbero fatto con il freddo dello spazio.

D'un tratto una costruzione di marmo cangiante apparve davanti agli occhi ambrati della bestiola, la quale con un solo poderoso balzo raggiunse il bordo del pavimento. Il lieve raschiare degli artigli sulla pietra echeggiò squillante nel silenzio fino ad allora ininterrotto. Il luogo che la volpe aveva raggiunto aveva l'aspetto di un vecchio tempio in rovina: maestoso, sfigurato da crepe e intriso di una solennità che solo un posto sacro poteva avere. Quel posto, tuttavia, era assai di più di qualsiasi costruzione eretta dai mortali. Sulle lastre intarsiate che coprivano il suolo spiccava un intrico di cerchi concentrici e stelle: una rosa dei venti. Ciascuna delle quattro punte di quel simbolo sfiorava la base di una colonna massiccia, in cui erano stati ricavati due troni adiacenti. Per ognuna di quelle coppie di scranni ce n'era uno decorato magnificamente e uno ridotto solo a un cumulo di macerie, incatenato dalle volute di sigilli di pura energia. Tre di quei simboli arcani brillavano sicuri; uno - quello che imbrigliava la metà rovinata del pilastro settentrionale - era invece spento, lacerato da una profonda crepa dai bordi marci.

Otto seggi, otto esseri che un tempo lì si riunivano: metà ora caduti e sconfitti, metà invece ancora rigogliosi e vittoriosi.

Fu su uno dei troni integri - quello che germogliava dal pilastro più a oriente - che l'animale si accomodò, maestoso come un re. Con il muso appuntito esplorava le vaste profondità del nulla colmo di tutto che circondava quell'isola solitaria di roccia iridescente. A ogni movimento del collo la pelliccia color fuoco si piegava incandescente e pareva sprizzare piccole scintille dorate, mentre di tanto in tanto nelle iridi arancioni apparivano guizzi di un luminoso vermiglio. Le orecchie appuntite si muovevano a scatti, pronte a intercettare ogni suono che avrebbe potuto infrangere il silenzio.

Un fruscio impercettibile, un lieve tintinnare di squame metalliche contro la roccia. Poi una calda voce pacata, simile al cadere di granelli di sabbia in una clessidra, parlò: «Eccoti, fratello caro.»

La volpe si girò verso sinistra, verso la colonna a meridione, dove il suo sguardo venne ricambiato dagli occhi cobalto della creatura sinuosa che aveva preso posto su uno dei troni. «Dov'è nostra sorella?» domandò con irritazione al nuovo arrivato, sbattendo la coda crepitante sulla roccia per sottolineare il suo nervosismo. «Avrebbe già dovuto essere qui.»

L'altro essere fece dardeggiare la lingua bifida, mentre le sue spire dorate scivolavano con calma sul seggio di pietra. Le fauci, in quel momento socchiuse, erano abbastanza grandi da inghiottire un bambino umano, mentre il lungo corpo avrebbe potuto senza sforzi avvolgersi più volte attorno al tronco di una robusta quercia. Nonostante il suo aspetto minaccioso, tuttavia, il serpente pareva il meno pericoloso dei due animali presenti. «Impaziente come sempre, Destino», sibilò senza rimprovero, posando la testa triangolare sul ventre squamato come se si stesse apprestando a sonnecchiare. «Prima o poi lei arriverà: devi solo aspettare.»

I Lacci dell'Araldo  [Il Libro di Alethia, vol. I]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora