XXV - Ossidiana di Sangue (pt.2)

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La diciassettenne indietreggiò, gli occhi spalancati, mentre frammenti di immagini dardeggiavano tra i suoi ricordi

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La diciassettenne indietreggiò, gli occhi spalancati, mentre frammenti di immagini dardeggiavano tra i suoi ricordi. Rosso. Una tomba collassata. Rosso. Un affresco distrutto, custodito in una nicchia di un corridoio pieno di cadaveri. Una singola ciocca di capelli dipinta sul muro, due iniziali di argento su un libro di cuoio scuro. Rosso sangue.

Kala stritolò l'opale gelido. No, per tutti gli dei! Il Succubo era stato solo un sogno — un incubo — magico, e quel mondo di sabbia non era che un inganno. Un inganno! La ragazza ripeteva frenetica quei pensieri, aggrappandosi convulsamente ad essi come se fossero una silenziosa preghiera. Sobbalzò quando uno sbuffo di sabbia le passò attraverso, ricomponendosi davanti a lei. E l'ombra di un uomo si fiondò come un'aquila sul ragazzo.

«Av? Av!» lo sconosciuto chiamò angosciato, scuotendo con forza la spalla del giovane dai capelli di sangue. Un sinistro schiocco tra gli alberi lo fece girare di scatto, e un verso strozzato morì nella gola della ragazza quando i bagliori delle fiamme illuminarono il giovane volto distorto dalla paura. Un volto ancora imberbe, di neppure venti inverni, eppure già delineato da quei rapaci tratti da predatore che l'adolescente ben conosceva. «Av, dobbiamo andare! Av?»

«Sta bruciando tutto, Elathain», mormorò il giovane, la voce spezzata appena udibile tra il lontano crepitio delle fiamme, lo sguardo ancora fisso sulle torri che si stavano sbriciolando tra le fiamme. «La nostra casa, la nostra valle... Tutto.»

Elathain afferrò il braccio del ragazzo, illuminato dall'improvviso bagliore vermiglio di una stella cadente. «Maledizione, riprenditi! RIPRENDITI, AVAL—»

Un boato scosse la montagna alle loro spalle, spazzando la notte con la luce abbacinante di mille soli. Solo per un istante un immenso fiore di fuoco sbocciò sul pendio, espandendosi verso il cielo e la valle. Poi i petali crepitanti diventarono scie di fumo, e frammenti di roccia e alberi ancora avvolti dalle fiamme precipitarono nel vuoto, verso di loro.

Con un grido Kala scattò verso gli alberi, zigzagando. Intorno a lei una pioggia di detriti incandescenti si schiantava sull'erba, riempiendo l'aria con scintille roventi e fiamme. Mag Mell, era l'ira divina! Che Saiph la proteggess—

Un violento strattone al petto e la ragazza si trovò con la schiena per terra, sotto l'ombra del piccolo macigno che stava precipitando verso di lei. Dabih! Con un urlo la giovane nascose la testa tra le braccia, cercando di rotolare di lato. Il masso la attraversò, un'ombra di buio e sabbia, e si schiantò a terra con un'esplosione di piccole schegge.

La diciassettenne abbassò lentamente le braccia, guardando con respiro ancora tremante le sue mani passare attraverso la roccia con piccoli sbuffi di sabbia. Era solo un'illusione. Era solo un'illusione, dei! Il suo cuore tuttavia si dimenava ancora come un animale preso al cappio, e quando si puntellò sui gomiti per alzarsi i suoi arti erano percorsi da violenti spasmi. Nulla era reale, per Mag Mell. Nulla!

I Lacci dell'Araldo  [Il Libro di Alethia, vol. I]Where stories live. Discover now