Capitolo 24

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Il quindici febbraio del 1943, Shimon ci ha lasciati.

Ad Alexander ancora non è stata comunicata la notizia, eppure deve aver fiutato qualcosa nell'aria.

Quanto agli orfanelli, nessuno è più sconsolato di Orly, la quale oramai passa le giornate nella sua camera con la bambola di pezza, rigorosamente al buio, considerando che, di comune accordo e sotto i consigli di Zen, abbiamo preso delle precauzioni: saracinesche abbassate, tende chiuse, silenzio tombale.

L'unico momento di pace è la sera: stanchi e sconfitti, abbiamo imparato ad arricchire e valorizzare i momenti di condivisione che ci accomunano.

A tavola, le preoccupazioni della giornata svaniscono, e ognuno cerca di tenere banco come può.

Ad esempio, ho avuto modo di capire che Aaron è un affezionato della filosofia epicurea, mentre Alexander, che cerca di tenere i problemi per il resto della giornata, da giovane correva come una scheggia.

Io, invece, ho provato ad aprirmi, nonostante cerchi di tenere la mia identità nascosta con tutti i ragazzi che ancora non conoscono i miei segreti.

Parlo dei libri che scribacchio, delle mie pessime esperienze in fatto di ragazze e della mia loquacità che, ultimamente, è venuta a mancare.

Nessuno allude alla nostra condizione, e parole come "guerra" o "morte" non fanno parte del nostro vocabolario.

La morte di Shimon ha lasciato un segno profondo nelle nostre anime, eppure ci stiamo rialzando, tutti insieme.

L'ultima conversazione con il mio amico è avvenuta una settimana fa.

Mi ricordo indistintamente ogni singola parola.

«Ho paura...»
«Santo Cielo, Shimon, un po' di positività! Non sono venuto qui per sentire i tuoi piagnistei!»

«Saul, non sento più la gamba. Ieri mi hanno operato, ma la situazione è peggiorata. Non la sento, e non ho il coraggio di toccarla.»
«E allora non farlo. Potrebbe farti male, pertanto rimani fermo. Adesso ci vuole un po' di riabilitazione.»

«Ho i giorni contati, me lo sento. Ho la febbre, sudo, sono indolenzito. È il volere di Dio? E sia. Lo sopporterò, purché questo supplizio finisca subito.»
«Ti alzerai, a costo di farti girare per il mondo con un bastone. E ora riposa. Io devo fare una cosa...»

«Saul, abbiamo capito che è molto pericoloso girare per Berlino. Stai fermo, non sfidare il Fato. Sei un amante della letteratura, dovresti sapere di cosa sto parlando.»
«Tu non preoccuparti. Lo faccio anche per trovare tua sorella.»

«Fa' come vuoi. Io ti ho avvisato. Ci vediamo in un'altra vita, "Ach". Ma prima devo rivelarti una cosa, i sensi di colpa stanno divorando il mio stomaco.»
«Dovrei darti una sberla per la tua affermazione, ma sono curioso. Va' avanti.»

«Sarah... beh, Sarah non è mia sorella.»
«Come, scusa?»

«Non lo è. Io sono solo uno di quei ragazzi che hanno tentato di corteggiarla, ma il suo cuore era già di un altro.»
«Perché diamine mi hai mentito?»

«Io ti ho sempre ammirato, Saul, insomma, la tua audacia, la tua astuzia... Volevo essere tuo amico, e come vedi le vicende degli ultimi mesi ci hanno avvicinati. Di certo hai notato che io non sono così antipatico con gli altri, e questo è perché non fa parte della mia natura. Presentandomi come un ragazzo geloso, di certo non ti avrei fatto una buona impressione.»

«E dimmi, come fai a sapere che è malata?»
«Mio fratello (è morto nel "rifugio", ne avrai sentito parlare) ha preso spesso lezioni di musica dalla madre, ed è così che io l'ho conosciuta. Capirai che, dopo un po' di tempo, la situazione è diventata talmente insostenibile da comportare la sospensione delle classi. Ero diventato un po' come un confidente per lei, mentre aspettavo che mio fratello finisse l'ora, e, prima del vostro litigio, spesso mi lasciava da solo per venire da te. Ti vedevo dal balcone o dal portone, ma tu non ci hai mai fatto caso.»

«Sono afflitto per le bugie che sono uscite dalla tua bocca, ma apprezzo la tua sincerità.»
«Capirai che la prospettiva della morte rende necessaria una sorta di redenzione. Non sono un Santo e né tanto meno un martire, ma di certo non merito di finire all'Inferno, e pertanto mi è risultato spontaneo raccontarti tutto. Speravo però in una reazione diversa: una rissa, ad esempio, così da rendere la pena più rapida e accelerare il mio destino.»

«Sei maledettamente cretino, Shimon, eppure ho imparato a volere bene anche a questa parte di te. Io vado, a domani.»
«Saul, io ho questo peso sul petto. Sento che non passerò la notte. La gamba ha bisogno di medicazioni. Io ho bisogno di medicazioni.»

«Togliti queste sciocchezze dalla testa. A domani, amico.»

Le sue parole si sono rivelate maledettamente profetiche: la mattina dopo il suo letto era vuoto.

Anja non ha saputo darmi notizie più esaustive circa il luogo in cui è stato portato, ma tutto quel che so è che ci ha lasciati con una prospettiva positiva della morte, e un'anima candida, leggera e serena.

Il suo esile corpo sarà stato destinato ad una fossa comune? Ebbene, io sopravvivrò alla guerra con il solo e unico scopo di onorare la sua memoria, e tenere vivo il suo ricordo.

In tutto questo, io ho ignorato le sue parole: ho ripreso a spostarmi dal rifugio al centro, e, nonostante le ricerche non si siano mostrate proficue, ho perseverato.

Alexander ha accettato la situazione con remissione: d'altro canto, non è un male se, oltre alla mia inestimabile compagnia, riporto qualcosa da mettere sotto i denti.

In tutto questo, ho incontrato diverse volte la bella infermiera tedesca, la quale si è mostrata solidale e gioviale.

Il lavoro è tanto, e il suo corpo quasi non riesce più a reggere lo sforzo fisico ed emotivo, eppure, dice, non c'è niente di più soddisfacente che vedere coppie che si ricongiungono e conoscenti che tornano a respirare.

Mi piace che si confidi con me, ed è una gioia per gli occhi vedere come cambia espressione alle mie battute e come muove le labbra quando parla.

Giusto poco fa le ho raccontato le motivazioni che mi spingono a fare un tragitto tanto lungo verso il centro, onde evitare fraintendimenti vari: anche lei non condivide la mia scelta di vita, ma non può nulla in confronto alla mia cocciutaggine.

Sapete, è incredibile come si possa passare in maniera repentina da una fetta di gioia al puro terrore.

Mentre torno a casa, presumibilmente vicino al rifugio esplode una bomba.

In mezzo al sospiro del ventoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt