GIRASOLE.

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Sentii lo strillo della sveglia perforarmi i timpani.
"Zitta cazzo."
Dico sbattendo un pugno sulla scatoletta che continuava a emettere suoni fastidiosi.
Mi alzo dal letto e ancora mezza addormentata vado in cucina.
Quando decisi di trasferirmi in un monolocale a Milano, non avevo tenuto conto di quanto potesse fare schifo la città.
Il silenzio qui è solo una leggenda, a qualsiasi ora del giorno e della notte, rumori di motori di auto sfrecciavano per le strade.
Odio questo posto ma, è l'unica casa che ho trovato vicino al posto in cui lavoro.
"Buongiorno Lincon."
Dico al mio gatto, prima o poi mi risponderà.
Lavoro 5 giorni su 7, ma per me non c'è pace nemmeno nel weekend, dato che studio online.

Mi faccio una tazza di caffè e mi metto sul divano a guardare la TV.
"Il caldo afoso di Milano..."
Che noia, dico cambiando canale.
"Avevi giurato di amarmi oltre ogni..."
Che stronzate.
"Il cantante Marco Mengoni abbandona il mondo della musica per..."
Fine.
Spengo la televisione, ormai non mi interessa nemmeno più sapere cosa succede nel mondo.
Sento il telefono squillare.

"Ciao madre."
Dico quando rispondo.
"Summer hai sentito al TG?"
Alzo gli occhi al cielo.
"No, e non mi interessa."
La sento sbuffare.
"Ricordi quel cantante che ti piaceva? Il ragazzo uscirò da XFACTOR."
'Mi ha chiamata per questo!?'
"Si, e allora?"
"Ha abbandonato il mondo della musica."
Seguii quel ragazzo per poco tempo, mi sono sempre piaciute le sue canzoni ma, avevo ormai altro per la testa.
"Ah si?! Buon per lui."
"Ma non sai il perché!?"
Smettila di parlare, ti prego.
"Perché mamma?!"
Dico con tono svogliato.
"Lo hanno arrestato!"
Corrugo la fronte.
Per quanto breve io abbia seguito Mengoni, non mi sembrava uno da 'arresto'.
"Che ha fatto?"
Chiedo.
"Adesso ti interessa?"
Dio.
"Rispondi"
"Non lo sa nessuno, era a Torino, stava facendo un concerto, lo hanno prelevato dal palco e portato via."
Guardo l'ora.
13.30.
Merda è tardi.
"Mamma, devo andare, bella chiacchierata, ciao."
Riaggancio.
"Rey mi ucciderà."
Lego i capelli biondi in una coda malfatta, soliti vestiti scuri, prendo le chiavi e a passo svelto salgo sulla mia Fiat Punto nera.
'Merda, merda, merda.'
Per arrivare a Milano centro, bisognava partire almeno un'ora prima, per via del traffico e dei mille semafori.
Non arriverò mai in tempo.

[...]

Mi avvicino ai tavolini esterni del bar, e vedo i capelli color rame di Rey.
"Scusami."
Dico mentre prendo posto.
"Sei in ritardo di mezz'ora!"
"È colpa di mia madre."
Lui alza gli occhi al cielo.
"Se vuoi salire di livello in quello che fai, devi essere puntuale Summer."
Abbasso lo sguardo.
Aveva ragione.
"Sei una criminalista, ma devi anche saperti difendere, essere scaltra, capisci?"
Annuisco.
"Non basta l'addestramento di un anno all'accademia di polizia, hai mollato tutto, non posso aiutarti se tu non mi vieni incontro. Hai 25 anni, cerca di essere responsabile."
Cazzo, i rimproveri pomeridiani di sabato, sono una dose di depressione.
Rey aveva dato tutto per lavorare come poliziotto penitenziario, sa fare più di quello che il suo lavoro gli chiede, e ha solo 30'anni.
Aspetta...
Polizia penitenziaria.
"Rey devo chiederti una cosa, se ti è possibile rispondere."
"Avanti dimmi."
"Tu lavori anche in carcere, di recente, è stato arrestato Marco Mengoni e..."
Mi interrompe.
"Sto parlando del tuo futuro e tu mi parli di Marco Mengoni?"
Sono un totale disastro.
"Lo so, lo so, ma vorrei lavorare al suo caso."
Lui sorride per prendermi in giro.
"Ma senti le puttanate che dici? Sei una criminalista, hai lavorato a qualche caso come investigatore ma non sei ancor ai livelli, per occuparti di Marco Mengoni. Non sei ancora stata promossa all'ultimo esame, se non riesci a risolvere un caso ti bocceranno. Ci sono troppi punti di domanda, nessuna pista e troppi avvocati di mezzo."
Incrocio le braccia.
"Si ma, tu lo hai visto?! È al carcere di Torino?"
Sbuffa.
"No, è stato trasferito a quello di Milano, questa mattina."
Spalancò gli occhi.
"Quindi lo hai visto?!"
"Sono stato di guardia per circa due ore davanti alla sua cella. Ma come sai, non possiamo parlare con i detenuti, soprattutto quelli che non hanno ancora avuto un verdetto."
Sbatto la mano sul tavolino.
"Voglio interrogarlo. Affidatemi al caso, in qualche modo posso servire, insomma, una persona in più a loro farebbe solo comodo, per tirarlo fuori di lì, no?!"
Scoppia in una pura risata di, presa per il culo.
"Non sai nemmeno perché è stato arrestato."
Faccio spallucce.
"Omicidio, Summer."
"Che cazzo dici? Mengoni non è uno da omicidio."
Si passa la mano nel ciuffo.
"Non sei mica sua sorella. Cosa ne sai tu di che persona può essere lui."
"Lo so e basta. Allora? Se ti hanno messo davanti alla sua cella significa che anche tu fai parte della cerchia delle persone che lavorano per lui. Ti prego, parla con il nostro superiore e diglielo, per favore Rey, se riesco a farcela sicuramente mi promuoverà di 'grado', potresti dirgli che sono sotto la tua supervisione."
'Fai gli occhi dolci, fai gli occhi dolci.'
"Ci provo, ma tu, devi continuare l'addestramento."
Gli porgo la mano.
"Affare fatto."
Dico mentre me la stringe.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora