SCELTE SBAGLIATE.

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L'aria fresca della notte mi accarezzava i capelli, e mi sentivo libera di poter fare respiri profondi.
"Hai un gatto!"
Disse Marco appena varcò la soglia.
"Si chiama Lincon."
Lui sorrise.
"Ti va di..."
Forza, forza Sunmer.
"Ti va di parlare un po' prima di dormire."
Lui annuì.
"Certo."
Sorrisi stanca e preparai due tisane alle erbe.
Ci mettemmo seduti uno davanti all'altro.
Non sapevo bene cose volessi dire ma, ero terrorizzata all'idea di chiudere gli occhi.
I pensieri mi avrebbero investita.
"Perché hai deciso di tornare a cantare?"
Chiesi.
"Io amo tutte le persone che mi seguono, non posso permettermi di sparire."
Sorrisi.
"Farebbero qualsiasi cosa per sostenerti."
Dissi.
"Anche io ero una tua piccola seguace, quando avevi vinto XFACTOR."
Stiamo davvero parlando di questo, dopo quello che è successo?!
"Non lo avrei mai detto!"
Sorrisi.
"Eri, l'unica distrazione che avevo, l'unico modo per evadere da tutti i problemi che mi circondavano. Mi ero fatta tanti amici grazie a te, erano solo online ma, erano gentili."
Lui mi prese la mano, e io sentii il respiro fermarsi.
"Qualsiasi cosa Summer, io ci sarò."
Sentii le guance scottare.
La sua mano era così calda, a differenza della mia, che era gelida.
"Non lo faccio solo per stanotte o perché mi hai tirato fuori da quella cella. In quei giorni sei stata l'unica a starmi accanto, e io non ho intenzione di lasciarti sola."
Non era così che doveva andare.
Marco dove a uscire da lì, tornare sul palco e io alla mia vita.
Non doveva finire in una catastrofe ma, qualcosa di positivo c'è stato, no?! È qui, con me.
Non voglio arrendermi, devo continuare a fare quello che amo, quello per cui ho sudato. Ho commesso un omicidio per salvare una persona.
Era una giustificazione valida?
"Ho paura ad addormentarmi..."
Confessai.
Lui tolse la sua mano e la mia tornò subito fredda.
"Ti farà bene riposare."
Disse lui.
"Lascerai l'Order?"
Chiesi.
"No."
Rispose secco.
"Se il mio intervento sarà necessario ci sarò, ma sarò molto meno presente per loro, voglio davvero concentrarmi sulla musica e avrò poco tempo per pensare al resto."
Per pensare a me.
Abbassai lo sguardo.
Finimmo di bere e poi diedi un cuscino e una coperta a Marco.
"Il tuo divano è davvero comodo."
Disse scherzando.
"Lo so!"
Risposi.
"Buonanotte.."
Dissi quasi sotto voce.
"Buonanotte Summer."
Chiusi la porta e mi rintanai in camera, io e i miei demoni.
Mi misi il pigiama rosa, era uno dei miei preferiti, quando ancora abitavo da mia mamma, lo usavo praticamente sempre, volevo sentirmi a casa.
Mi sdraiai a pancia in su, spensi la bajour.
Chiusi lentamente gli occhi.
'Lei era lì, che mi fissava in mezzo alla piazza, voleva dire qualcosa, prima di morire, prima dell'ultimo respiro. Ma non riuscì, al suo postò righe di sangue nero, le uscivano dalla bocca. Con le mani si premeva la ferita, voleva fermare L' emorragia, nonostante era già troppo tardi, la speranza, anche nella morte, è l'ultima a perdersi.'
Riaprii gli occhi e mi girai sul lato destro, poi li chiusi di nuovo.
'Potevo sentire il suo respiro farsi sempre più lento, e il cuore insieme ad esso. Non poteva fare nulla, solo restare lì, ad aspettare di morire. Si sarà pentita di tutti i crimini? Avrà pensato a Thomas? Non potrà mai più rivederlo. Era terrorizzata, lei non voleva andarsene, non era pronta. Ma in fondo, chi lo è ?!'
Spalancai le palpebre, mi mancava l'aria.
Devo dormire.
Chiusi di nuovo gli occhi, i pensieri si fecero confusi e mi addormentai.
'La sua mano era tesa verso di me, ma la stanchezza per la perdita di sangue la costrinse ad abbassare il braccio.
"Summer..."
Riuscì a dire, prima che una cascata di sangue le uscì dalla bocca.
Le gambe le cedettero ma era ancora sveglia.
Lentamente se ne stava andando, la cosa peggiore non è sentire il dolore in quel momento, la cosa peggiore è pensare a tutto quello che non si potrà più fare, una volta morti. Forse a lei piacevano i fiori, e non avrebbe più sentito il loro odore. Forse viveva solo per baciare di nuovo il suo ragazzo, ma in quel momento capii che non lo avrebbe più rivisto.
Io ero paralizzata.
Charlie prese una pistola, e mi sparò.'
Di colpo aprii gli occhi, stavo sudando.
Iniziai a piangere e a stringere le lenzuola tra le mani, mi sentivo paralizzata ma volevo muovermi, urlare, l'unica cosa che riuscivo a fare era continuare a stringere i pugni.
Mi avrebbe perseguitata per sempre.
"Summer!"
Disse Marco entrando in camera.
Mi portai le mani sul viso e piansi più forte.
Lui si sedette vicino a me e mi avvolse tra le sue braccia.
"Era solo un incubo, respira."
No, non era solo un'incubo, era tutto reale.
Provai a fare respiri profondi, cercai di realizzare che ormai era successo che ero a casa ora.

Smisi di lacrimare e il mio battito tornò regolare senza che nemmeno me ne accorgessi.
Mi era appena venuto un'attacco di panico?
"Starò qui, d'accordo? Rimango sveglio."
Avevo fatto tanto per lui ma, avrebbe potuto andarsene, invece rimase lì. Per me.
Quando ti abbracciano si prova una bella sensazione, ma quando si è in due ad abbracciarsi, non si può descrivere quello che si sente, è tutta un'altra cosa.
Era come se il mondo si fosse fermato per un attimo, ma questa volta, mi piaceva il momento in cui aveva messo pausa.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Where stories live. Discover now