UN REGALO PER POSTA.

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La trasmissione tornò in onda, e Marco era già tornato a sorridere.
Ma conoscevo bene quella maschera.
"Scusate l'improvvisa interruzione."
Dice Fazio.
"Vuoi dire qualcosa prima di andare, Marco?"
Chiese.
"Mi scuso con tutti e ringrazio il mio esercito, come sempre, per il sostegno."
Scusa per cosa?
Dopodiché si alzarono e si salutarono.
Marco sparisce dietro le quinte.
Spengo la TV, e i pensieri arrivarono tutti insieme nella mia testa.
Ero terrorizzata a stare da sola, oltre che per i miei incubi, anche per Charlie, ero un bersaglio facile.

Mi misi nel letto, ben rannicchiata sotto le coperte.
La stanza era così buia, il nero più totale, si sentivano i rumori del motore delle macchine, che prima odiavo, ma che adesso mi fanno sentire meno sola.
Qualcuno come me, la fuori, stava male ed era solo.
Come Marco...
Chiusi gli occhi, cercai di fare pensieri positivi, a concentrarmi sulla mia determinazione ad arrestare Charlie, ma i pensieri si fecero confusi, e mi addormentai.

[...]

"Sarò puntuale, non rompere."
Dissi a Rey.
"Riuscirai mai a trattarmi come tuo superiore e non come tuo amico?!"
Mi misi a ridere.
"Ovvio che no!"
Risposi io.
"Ti aspetto al Joy, sbrigati!"
Attaccai.
Quel bar mi ricorda e mi ricorderà sempre Charlie.
Misi i primi vestiti che trovai, portando una felpa, iniziava a fare freddo durante il tardo pomeriggio.
Salutaii Lincon e raggiunsi Rey con l'auto.

"Sei arrivata davvero puntuale?"
Chiese mentre prendevo posto.
"Non rimanere così stupito, potrei offendermi."
Dissi ironicamente.
"Allora, ho un bel caso per te."
Alzai gli occhi al cielo.
"Solo come investigatrice, voglio avere contatti con il sospettato e basta, niente prigioni, guardie o giudici."
Rey sorrise.
"Non preoccuparti, niente di così estenuante."
Sospirai, come se mi avesse appena detto che avevo vinto un premio di 100mila euro.
"Come si chiama?"
"Si chiama Evan, ha 29 anni e vive a Milano, non è in prigione o in caserma, è a casa sua, era solo coinvolto in un attentato omicidio, ma, è l'ultimo di cui ora ci preoccupiamo."
Qualcosa di facile.
"D'accordo, sa già di me?"
Chiesi.
"Si, farà affidamento solo su di te. Questo è il suo numero, vi è consentito parlare anche fuori dal luogo lavorativo, come a casa sua o in un parco, ma deve essere tutto registrato. Ci siamo capiti?"
Annuisco.
Come se fosse il mio primo caso.
"Non vuoi più continuare l'addestramento di difesa?"
Chiese.
"No, per ora non ho tempo."
Dovevo trovare il modo di arrestare Charlie prima.
Pulirmi la coscienza, per quanto possibile, per aver ucciso Ruby.
Ero  costantemente in stato di allerta.
Mi sentivo osservata anche quando ero sola con Lincon. Così sarei sicuramente impazzita.
Dovevo fare delle domande a Marco, riguardo Thomas, ma non lo avrei più coinvolto troppo.
Sarei stata vaga nel chiederlo.
"Summer, ti vedo sciupata, va tutto bene?"
Esordì Rey.
"Tu si che sai fare complimenti ad una donna."
Dissi sorridendo, per non fargli capire che, questi occhi, erano spenti e chiedevano solo aiuto.

Dopo aver preso il numero, e aver ascoltato alcuni consigli di Rey, tornai a casa, nella mia vuota casa.
Quando arrivai, notai una busta bianca sullo zerbino.
'Summer.'
Incuriosita la aprii subito.
Dentro c'era un biglietto giallo.
'Marco Mengoni Tour.'
Era la seconda data di Milano, l'ultima del tour.
Mi promisi che avrei chiamato Marco il prima possibile.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Where stories live. Discover now